La Mobile annuncia a Roma: «Abbiamo scoperto il bandito che ha assassinato i due fratelli» di Gianfranco Franci

La Mobile annuncia a Roma: «Abbiamo scoperto il bandito che ha assassinato i due fratelli» La Mobile annuncia a Roma: «Abbiamo scoperto il bandito che ha assassinato i due fratelli» E' latitante: nell'agosto scorso ferì a rivoltellate per rapina due cassieri sulla Salaria - Si chiama Leonardo Cimino, detto «Lo smilzo», ha 34 anni, è nativo della Calabria - E' stato riconosciuto nelle foto segnaletiche da due testimoni del delitto: due evidenti dati somatici (fotti baffi, il naso da pugile) lo hanno tradito - Il capo della Mobile dichiara: «L'identificazione è inequivocabile» - La taglia sugli uccisori salita a 11 milioni - Ieri sera s'è presentato in questura il proprietario della «2300» che fuggì sull'Autostrada del Sole: risultato estraneo è stato rilasciato (Nostro servizio particolare) Roma, 19 gennaio. Staserà la polizia di Roma ha annunciato di aver identificato l'assassino dei fratelli Gabriele e Silvano Menegazzo: si tratta di Leonardo Cimino, trentaquattrenne, nativo di Girifalco (Catanzaro) e conosciuto nel mondo della malavita col soprannome di cLo smilzo i. L'uomo — autore di una sanguinosa rapina avvenuta nell'agosto soorso sulla via Salaria, nei dintorni della Capitale — è latitante. Cinquecento agenti gli danno la caccia; alla sua cattura è stato interessata anche l'Interpol: si pensa infatti che possa essere fuggito in Svizzera. L'altro fatto importante della giornata è la soluzione del mistero che circondava la fuga della «23001 targata Roma lungo l'Autostrada del Sole: il proprietario della vettura, Riziero Ripandi, trentenne, abitante nella capitale in via Valpadana 17, ai è presentato alla polizìa accompagnato dal proprio avvocato e ha detto: « Sono lo quello che cercate. Ma non ho nulla che vedere col duplice delitto dl via Gatteschi ». Il .Ripandi è stato poco dopo rilasciato; la sua «2300* è sotto sequestro. La polizia ha detto che il giovane è estraneo all'uccisione dei fratelli gioiellieri. Ecco la cronaca della giornata. Stamane Leonardo Cimino è stato riconosciuto, nelle foto segnaletiche, da due testimoni della tragica sparatoria dell'altra sera: la vedova di un giornalista, che viaggiava sul tassì transitante in via Gatteschi, ed un'altra persona della quale gli inquirenti tacciono egualmente il nome. Il capo della Mobile romana, dottor Sciré, ha dichiarato ai giornalisti che «l'identificazione del Cimino, come autore materiale del delitto, appare inequivocabile ». Il Cimino, un giovane dal volto scarno e dalla corporatura agile e nervosa, è indicato dalla polizia come « un delinquente pericoloso, deciso a tutto», Egli fu arrestato nel 19S6 per appropriazione inde bita; due anni dopo commise una rapina per la quale fu condannato a cinque anni di carcere. La vittima era stato un gioiellière, aggredito mentre stava torilando a casa con una borsa piena di preziosi. Il Cimino usci di prigione nel 1961. Nell'estate 1963 venne nuovamente arrestato dopo un drammatico inseguimento: era a bordo di una « Ferrari 3S00 » rubata al proprietario di una catena di ristoranti. Fu de•dunciato per- furto, resistenza e violenza ma la sua pernia-nenza in carcere durò soltanto alcuni mesi perché ottenne la libertà provvisoria. L'impresa più grave fu quella del 16 agosto scorso, sulla via Salaria, dinanzi agli uffici della « San Pellegrino ». Insle- me ad un complice, Mario Cordara, il Cimino bloccò due cassieri, Giuseppe Bellini di 56 anni e Tullio Milana, di 46, che stavano salendo sulla loro utilitaria dopo aver fatto un prelievo di denaro negli uffici della società. Il Bellini aveva assicurato la borsa col denaro ad un pqlsq con una manetta all'americana. Fu impossibile strappargliela ma i ...banditi spararono cinque colpi di pistola: quattro il Cimino ed uno il Cordara. I cassieri rimasero' feriti gravemente al torace e la loro vita fu per parecchio tempo in pericolo. Mario Cordara venne arrestato nove giorni dopo in piazza Tuscolo; di Leonardo Cimino, invece, si persero le tracce Attraverso alcune informazioni riservate la polizia seppe che egli, per meglio sottrarsi alle ricerche, si era fatto crescere i baffi. Sarebbero stati appunto i baffi, assieme al suo naso schiacciato, da pugile, a favorire ora il riconoscimento da parte dei due testimoni dell'uccisione dei fratelli. Le analogie della rapina della Salaria con quella di via Giuseppe Gatteschi fecero subito supporre agli investigatori di trovarsi dinanzi ad un nuovo crimine di Leonardo Cimino. Un primo riconoscimento, attraverso foto segnaletiche, era avvenuto ieri mattina ma gli investigatori tacquero il nome nella speranza di scovare U Cimino da qualche parte e per ottenere altre conferme ai sospetti. Stamane la polizia ha compiuto varie sorprese presso amici dove il giovane avrebbe potu to trovare rifugio, ma senza esito. I testimoni — afferma la polizia — si sono detti sicuri del riconoscimento, aggiungendo che fu proprio il Cimino a sparare i sette colpi di rivoltella cai. 7,65, dei quali soltanto due raggiunsero il segno. L'autopsia sulle salme dei fratelli Menegazzo, compiuta oggi all'Istituto di medicina legale dal prof. Antonio Carello alla presenza del sosti tuto procuratore della Repubblica dott. Carlo Santoloci, ha permesso di stabilire che proiettili sparati da una di stanza di circa tre metri rag giunsero entrambi i giovani al cuore, fulminandoli. Insieme al nome del Cimino, gli investigatori hanno anche fornito indicazioni più precise sulle varie sequenze della ra pina, così come è stato pos sibilo ricostruirla attraverso le dichiarazioni complete dei principali testimoni. L'unica discordanza riguarda il numero dei banditi che hanno preso parte alla rapina: c'è chi sostiene che erano in quattro e chi dice invece tre. La polizia ritiene esatta questa seconda versione. Quando i due giovani rappresentanti di oggetti preziosi discesero dalla loro « Sinica 1000 i per prendere dal portabagagli le due valigie e la borsa colme di gioielli per un valore di 40 milioni, furono avvicinati dai due individui con gli occhiali neri, i baveri dei cappotti rialzati ed i cap pelli con le tese calate, notati poco prima sul marciapiede dalla signora Olga Cajafa. Il terzo malvivente rimase al vo laute della « Giulia » pronto Iper la fuga ma fu proprio co stul, aitando- vide che i suoi compagni stavano per essere ridotti a mal partito dalla vigorosa reazione dei fratelli Menegazzo, a scendere dall'auto con la pistola in pugno ( a sparare sui due ragazzi. Il bandito era senza cappello senza occhiali: per questo la vedova che si trovava sul tassì è l'altro' testimone sconosciuto non avrebbero avuto difficoltà a riconoscerlo 'fra centinaia di foto segnaletiche: Stasera alle 19,30, accompagnato dall'avv. Carmelo Cuttitta, si è presentato al capo della Squadra mobile Riziero Ripandi, l'uomo della fautoma- tica «2300» coupé ohe mise in allarme polizia e carabinieri per la sua fuga sull'autostrada del Sole nella notte fra martedì e mercoledì. Egli è stato rilasciato essendo riuscito a dimostrare la sua completa estraneità al delitto: dell'episodio di cui è stato protagonista si occuperà quindi il comando della polizia stradale di Bologna. Il Ripanti, che ha presentato ai funzionari della Mobile un ampio memoriale, ha raccontato di essere partito da Roma verso mezzogiorno di martedì per recarsi a Bologna. Giunse nel capoluogo emiliano alle 17 per ripartire poco dopo alla volta di Parma. Fece rifornimento ad una stazione di servizio e tornò a Bologna; poi, di nuovo a Parma. Quando varcò per l'ultima volta il casello di Bologna dette un passàggio ad un autostoppista che successivamente lo abbandonò. Ha detto di non avere visto nessuna pattuglia della polizia stradale, di non avere udito spari. Per quanto lo riguarda non possiede rivoltelle. Era tornato a Roma ieri sera e, saputo dai giornali del sospetti che si erano addensati su di lui, ha deciso stamane di rivolgersi all'avvocato Cuttitta il quale l'ha consigliato di presentarsi alla polizia per poter fugare ogni dubbio. La sua auto è stata sequestrata perché il Ripanti l'ha guidata senza patente. I suoi movimenti sono stati rapidamente controllati ed alle ti di stasera ha potuto lasciare la Questura insieme al legale ed alla sorella. Negli uffici della Mobile si trovano attualmente sotto interrogatorio due noti k specialisti» in rapine e scippi. Ai centralini della Questura stanno pervenendo segnalazioni da parte di persone che affermano di avere visto Leonardo Cimino in giro per Roma. La taglia posta sui rapinatori' di via Gatteschi è salita a undici milioni: ai ci?iQ«e milioni del 'ministèro'dell'Interno e ai due degli orafi'di Vicenza (città d'origine della famiglia Menegazzo), si sono aggiunti i quattro milioni messi a disposizione da due giornali romani. Gianfranco Franci II pregiudicato Leonardo Cimino ricercato dalla polizia per l'uccisione dei fratelli Menegazzo a Roma (Tel. AP) Posti di blocco sono stati istituiti anche In Liguria. Ecco una pattuglia di carabinieri mentre controlla le automobili dl passaggio sulla statale della Scoffera (Tel. Leoni)