Parigi rinuncia a sostenere l'aumento di prezzo dell'oro

Parigi rinuncia a sostenere l'aumento di prezzo dell'oro Nella riunione dei ministri del Mec all'Aia Parigi rinuncia a sostenere l'aumento di prezzo dell'oro Di fronte all'opposizione degli altri cinque Paesi della Comunità, il francese Debré riconosce che «il problema non è attuale» - Colombo sottolinea l'opportunità di nuovi strumenti di riserva - Nominato un Comitato di esperti per esaminare la situazione monetaria internazionale (Nostro servizio particolare) L'Aia, 17 gennaio. Il prezzo dell'oro non verrà modificato, almeno per qualche tempo. I ministri finanziari d'Italia, Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo si sono opposti, con energia, alle proposte fatte dal governo francese, tanto che lo stesso ministro dell'Economia di Parigi, Michel Debré, ha dovuto ammettere che «si tratta ili un problema non attuale ». Questa è la conclusione dei lavori dei ministri finanziari dei sei Paesi del Mercato Comune, svoltasi ieri e oggi all'Aia. Il voltafaccia francese è senza dubbio il fatto che ha provocato maggior sorpresa negli ambienti europei: Debré da parecchio tempo, sulla scia delle teorìe golliste, insisteva sulla necessità di aumentare, addirittura di raddoppiare, il prezzo dell'oro. Il ministro francese aveva anzi in proposito concesso una esplicita intervista a Le Monde. La manovra francese, oltre ad avere fini di politica interna, aveva anche un chiaro movente antiamericano. In questi ultimi giorni, per conseguenza, il mercato dell'oro di Parigi aveva registrato un volume eccezionale di richieste, mentre negli ambienti della Borsa si nutrivano gravi preoccupazioni. Con energia, i « cinque » del Mec si sono opposti al progetto francese. Il ministro Colombo, che nel corso della riunione dell'Aia ha preso per primo là parola dopo Debré, ha infatti detto esplicitamente che l'Italia è contraria «a un ritocco del prezzo dell'oro x: la pressione che si eserciterebbe sugli Stati Uniti aumentando il valore del metallo, ha ricordato il Ministro italiano, potrebbe indurre la Tesoreria americana a misure estreme: per esempio all'abbandono delle vendite e anche degli acquisti dell'oro. « Si «m'uerebbe così », ha proseguito Colombo, « a un sistema monetario collegato soltanto con il dollaro, e non più, nemmeno indiretta^ mente come adesso, con l'oro, ovvero a un regime di scambi flessibili. Il rapporto delle varie divise con il dollaro sarebbe soggetto continuamente c oscillazioni derivanti dalla domanda e dall'offerta delle monete nazionali e dei dollari ». Il nostro ministro del Tesoro ha severamente messo in guardia i suoi colleghi contro l'eventualità di non raggiungere un accordo sul problema dell'oro: se i Paesi del Mec dovessero prendere decisioni non concordanti, ha detto, si potrebbe arrivare alla dissociazione della Comunità. Colombo non si è limitato tuttavia a criticare la proposta francese, ma ha anche avanzato concrete soluzioni per risolvere la situazione attuale, ricordando le proposte già fatte all'assemblea del Fondo monetario internazionale: è preferibile, ha detto, un metodo più elastico, quale la istituzione di nuovi strumentdi riserva, sotto forma di « diritti di credito o di prelievo »anziché di disponibilità effettive. La posizione italiana si è rivelata sostanzialmente identica a quella degli altri Paesie la Francia — per evitare anche una rottura — ha dovuto ripiegare: Debré è giunto al punto di sostenere che le sue dichiarazioni sulla « necessità assoluta e urgente » daumentare il prezzo dell'oro erano state male interpretateAllontanando l'eventualità dun aumento del prezzo dell'oro a breve scadenza — srileva negli ambienti europe— i ministri del Mec hanno in sostanza sbloccato la situazione tesa che da qualche tempo esisteva sui mercati flnan ziari, eliminando il nervosismo delle Borse ed evitando possibili attriti tra gli Stati Unite i Paesi occidentali nel cam po monetario. Quel che è cer to, tuttavia — e il fatto è ribadito nel comunicato pubblicato al termine della riun;onodierna dell'Aia — è che problema di migliorare il sstema monetario internaziona le sussiste, e che il MercatComune è favorevole a umaggiore sfruttamento dellpossibilità di funzionamentdel Fondo. Un comitato desperti è stato anzi incaricatdi studiare i possibili perfezionamenti dei metodi internazionali di credito s dqrpCFicd

Persone citate: Michel Debré