Morto Marcello Bertinetti tre volte campione olimpionico fondatore della Pro Vercelli

Morto Marcello Bertinetti tre volte campione olimpionico fondatore della Pro Vercelli Morto Marcello Bertinetti tre volte campione olimpionico fondatore della Pro Vercelli Una delle più famose figure dello sport italiano - Giocatore di calcio, schermitore, ginnasta e atleta - Come ufficiale medico aveva partecipato alle due grandi guerre Vercelli, 2 gennaio. Una delle più note figure dello sport italiano, Marcello Bertinetti, è morto n Vercelli, per edema pnlmonare. Aveva 82 anni Era stato tre volte olimpionico di scherma, vincendo nella spada e nella sciabola i (; incili di Londra, Parigi ed Amsterdam, battendo tra gli altri il celebre francese Gaudin. Aveva fondato la Pro Vercelli, nel 1903, dopo aver visto ut' giorno giocare la Juventus a Torino. Marcello Bertinetti era nato a Vercelli nell'aprile del 1885. Avrebbe quindi compiuto 83 anni fra qualche mese. Aveva studiato al liceo verceUese, poi all'I .'Diversità di Torino, dove si era laureato in medicina. Era quindi diventato ufficiale medico, restando in \ihia per sei anni a partire dal 1912. Ritornato in patria, si sposò a Vercelli. Ha avuto due Agli (ife'gi entrambi sposati. Bona e Franco. Questi è stato a sua volta campione olimpionico di scherma come il padre. Oltre allo sport, Marcello Bertinetti amava la frutticoltura. Aveva partecipato anche alla seconda guerra mondiale come colonnello medico e avevo preso parte alla spedizione in Russia. La salma oggi è stata visitata da autorità e sportivi cittadini. Sono giunti telegrammi di condoglianze di società sportive d'ogni genere e di dirigenti e atleti da ogni parte d'Italia. I funerali avranno luogo domani alle 14,30. E' mancato, poche ore fa, uno degli autentici pionieri dello sport italiano: il Generale Medico Marcello Bertinetti. Allo sport egli si era dedicato, proprio quando lo sport nel nostro paese quasi ancora non esisteva. Scherma, ginnastica, atletica leggera furono le sue prime passioni. Poi venne il giuoco del calcio. Il primo pallone rotondo da essere preso a calci a Vercelli, fu lui a comperarlo, a Torino. A Vercelli chiamò subito a raccolta i suoi amici: Milano, Ara, Leone, Visconti, Rampini, Innocenti, tutta gente piena di vitalità, clic si dura d'attorno, e tanto fece che riuscì a dare vita alla Sezione Calcio della Società Ginnastica Pro Vercelli. Nella vecchia Piazza d'Armi il giuoco del calcio prese fuoco subito. Vi accorsero i fratelli Scrvetto, che come lui dovevano poi dedicarsi alla carriera militare. Vi accorsero Binaschi, Valle e Milano 11 ed una quantità d'altri. Aila domenica la squa- dra girava il Piemonte e la Lombardia, spostandosi sempre in bicicletta. Un giorno l'undici vercellese, che dopo altre prove aveva definitivamente adottato la maglia bianca, andò fino a Costeggio, giuoco tre partite consecutivamente, si nittri con un po' di pane e salame, e tornò a casa sempre in bicicletta. Aveva incominciato nel 1903. Cinque anni dopo, nel 1908, vinceva il suo Campionato Italiano, contro la Juventus, l'Unione Sportiva Milanese, l'Andrea Doria. Lo rivinceva l'anno dopo, nel 1909, e poi ancora nel 1910, nel 1911 e nel 1912. Ritornava a vincerlo nel 1921 e nel 1922, creando col Novara, il Casale e l'Alessandria, il famoso quadrilatero calcistico piemontese. Con le prime vittorie vercellesi, l'amico Bertinetti, assorbito dalla vita militare e dalle scherma di cui era un campione, cessò di rincorrere la palla rotonda, senza però abbandonare mai la Sezione Calcio. Abbandonò pure il tamburello, di cui con Candido Sassone, altro schermitore di gran fama, era stato un grande propagandista. Nella scherma disputò e vinse tre Olimpiadi. Era col sottoscritto a Parigi nel 1924, quando riusci a battere il francete Gaudin dal leggendario valore. Divenne poi Presidente assoluto della Pro Vercelli, a fu l'animatore del Panathlon della sua città. Oltre alla figlia Bona, ha un figlio ingegnere, che vinse due Olimpiadi ed alcuni Campionati del Mondo nella scherma lui pure. Dottore rinomato in medicina, diresse in pace ed in guerra ospedali in ogni parte d'Italia. Alto, robusto, ci pare di vederlo ancor ora, quando giocavamo l'uno contro l'altro, a Vercelli, coi suoi compagni leggendari, Ara, Milano, Leone. Pareva che Tu non dovessi morire mai, Tu, fiero rappresentante della città delle medaglie d'oro. , Il Tuo ricordo non ci abbandonerà mai. Ti seguiamo sinceramente commossi, coi ricordi delle ore vissute assieme, del bene che ci volevamo. Ti seguiamo coll'intelletto e col cuore. v. p. Marcello Bertinetti, a terra un asterisco) al termine di in primo piano, e Vittorio Pozzo (entrambi indicati con una partita di calcio tra la Pro Vercelli ed il Torino