Bonn è decisa a stabilire buoni rapporti con l'Est europeo di Tito Sansa

Bonn è decisa a stabilire buoni rapporti con l'Est europeo Rivelazioni della «Welt» sui piani del governo Bonn è decisa a stabilire buoni rapporti con l'Est europeo Tre iniziative del governo federale : 1) una missione a Budapest in gennaio; 2) rinnovo dell'invito al ministro romeno degli Esteri a venire a Bonn; 3) proposte distensive a Praga - Non tutti i paesi comunisti (in particolare la Polonia) accettano la politica tedesca della « mano tesa » (Dai nostro corrispondente) Bonn, 28 dicembre. Apparentemente imperturbati dai massicci attacchi lanciati dal giornale del governo sovietico, « Izvestia », contro la politica del nuovo governo di Bonn e in particolare contro il ministro degli Esteri Willy Brandt, il cancelliere Kiesinger e il suo Gabinetto contano di normalizzare quanto prima le relazioni con i paesi dell'Europa orientale. Nei prossimi giorni — rivela il quotidiano amburghese « Die Welt » e il ministero degli Esteri lo conferma parzialmente — il cancelliere Kiesinger deciderà se sia giunto il momento per dare l'avvio agli sforzi verso una normalizzazione a Est e se si possano già compiere i primi passi proposti dagli esperti di politica estera. A Bonn — fa notare un editorialista del quotidiano amburghese — ci si è accorti che la reazione dell'Europa orientale al programma del nuovo governo tedesco non ha — ed è la prima volta — un < minimo comune denominatore », segno che le opinioni non vengono più ispirate e formate centralmente. Severa è stata la reazione dei comunisti del Nord (polacchi, tedeschi orientali, poi cecoslovacchi, ora, infine, anche i russi), insignificante quella dei comunisti centrali (ungheresi), parzialmente positiva quella, dei comunisti meridionali (rumeni e bulgari, per non parlare dei jugoslavi) i quali sperano nella normalizzazione delle relazioni con la Repubblica federale. Constatata questa divisione del campo comunista nei suoi riguardi, Bonn si propone di far breccia, mediante una politica flessibile e conciliante (e anche con allettamenti economico-commerciali) laddove vi è buona disposizione. Secondo le informazioni raccolte dalla «Welt> e confermate stasera, sono in programma tre passi, su piani diversi e con aspettative diverse, a Budapest, a Bucarest e a Praga: 1) Alla fine di gennaio o all'inizio di febbraio il segretario di Stato agli Esteri Lahr si recherà a Budapest ove in colloqui con il ministro degli Esteri Peter e con alti funzionari del Comitato centrale comunista sonderà il terreno per vedere se Budapest sia disposta ad allacciare relazioni diplomatiche senza porre a Bonn condizioni sgradevoli (cioè il riconoscimento dei confini tedesco-polacchi sulla linea Oder-Neisse, riconoscimento della Germania comunista, rinuncia alla coamministrazione delle armi nucleari). 2) Il nuovo ministro degli Esteri Brandt ha mantenuto valido l'invito fatto al suo collega rumeno Manescu a visitare la Repubblica federale in primavera. Tale visita dovrà venire utilizzata per tradurre in realtà le buone relazioni tra Bonn e Bucarest, cioè per concludere un accordo sull'allacciamento di relazioni diplomatiche tra i due paesi. La « dottrina Hallstein », j secondo la quale Bonn non ha contatti regolari con paesi che riconoscono la Germania comunista, verrebbe accantonata senza cerimonie. 3) Al governo di Praga verrà fatta la proposta di costituire una commissione mista di esperti, composta da giuristi della Repubblica federale e della Cecoslovacchia, per discutere apertamente i problemi derivati dalla dichiarazione di non validità dell'accordo di Monaco di Baviera. Con Praga, al momento, si ritiene di non poter parlare apertamente di altre questioni. Il governo cecoslovacco, come quello sovietico e quello polacco, parte dal pre-supposto dell'esistenza delledue Germanie. La questione delle frontiere tra i due paesi, invece, può venire trattata, e deve servire al miglioramento dei rapporti tra Bonn e Praga. Con Varsavia, si fa notare a Bonn, ogni contatto o ricerca di contatto è inutile. L'atteggiamento polacco viene considerato così duro ed intransigente (riconoscimento preventivo dei contini attuali e della Germania comunista) iMiiitmiiimimiiiiiiimm che un colloquio è giudicato « senza speranza ». Anche con Mosca, dopo le critiche delle «Izvestia», le speranze di un avvicinamento suscitate da quattro settimane di benevolo silenzio della stampa sovietica verso il governo Kiesinger, sono minime. Tito Sansa

Persone citate: Brandt, Hallstein, Kiesinger, Manescu, Willy Brandt