I tedeschi che votano Npd non sono tutti neo-nazisti di Igor Man

I tedeschi che votano Npd non sono tutti neo-nazisti IN GERMANIA PUÒ1 RISORGERE LA «PESTE BRUNA»? I tedeschi che votano Npd non sono tutti neo-nazisti II «partito nazionaldemocratico tedesco» raccoglie anche i nostalgici dell'hitlerismo, ed ha un programma ambiguo che può piacere alle SS: come la difesa dei criminali di guerra - Ma i suoi elettori sono soprattutto piccoli e medi borghesi, delle campagne e della provincia più che delle grandi città, attratti dal nazional-qualunquismo del nuovo partito - Amano l'ordine, l'autorità, l'«onore tedesco», ed includono Austria e Alto Adige nella «patria germanica»; detestano la democrazia e diffidano del mondo moderno - Li rendono pericolosi le tradizioni illiberali e le attuali incertezze politiche della Germania (Dal nostro inviato speciale) Monaco di Baviera, dicembre. Il problema non e l'Npd <partito nazionaldemocratico tedesco), ma i tedeschi che lo votano. Chi sono, a Quali categorie sociali appartengono questi elettori; e perché preteriscono l'Npd agli altri partiti? Il « manifesto » dell'Npd è senz'altro vago. La genericità che lo contraddistingue, tuttavia, anziché tradire scarso corredo di idee, rivela, piuttosto, il proposito affatto qualunquista di colpire l'immaginazione dell'uomo della strada promettendo tutto e niente. Leggiamo: « La Germania ai tedeschi, l'Europa agli europei ». E' una proposizione a prima vista insignificante, sennon¬ ché, tradotta in soldani dai comizianti del partito, x-uol dire che tè giunto il momento di toglierci dai piedi le truppe straniere, i cosiddetti vincitori, affinché la Germania, di nuovo sovrana, trovi nell'Europa delle patrie il ruolo primario cui ha diritto ». L'Npd fa balenare dinanzi agli occhi dei tedeschi frustrati dal fallimento dell'Unione europea (mediante la quale contavano di reinserirsi nel gioco delle grandi potenze)', avviliti dal perpetuarsi della, divisione, che ha più anni, ormai, della Santa Alleanza, preoccupati dalla fine del * miracolo economico » il miraggio del Quarto Reich. Nell'Europa gollista — assicurano i prò- pagandisti dell'Npd — la presenza di una Germania di nuovo « forte e nazionale. » indurrà la Russia, minacciata dalla Cina, a rassegnarsi all'ineluttabile, cioè alla riunificazione. Al «manifesto» si accompagna la « tavola dei dodici punti programmatici» alla quale, almeno per ora, non viene data pubblicità, tanto ch'è assai difficile procurarsela. Ma esiste ed è illuminante. Il punto 9, ad esempio, reclama giustizia per i veri tedeschi: «Dopo venti anni chiediamo l'abolizione dei processi di parte poiché in altre nazioni milioni di colpevoli di crimini contro donne, bambini e uomini tedeschi vanno impuniti ». Il punto 10 pretende un «quadro obiettivo» degli ultimi avvenimenti storici, respingendo con sdegno ogni « offensiva esaltazione del delitto di aito tradimento»... Ancora: «Domandiamo che sì cessi di indicare nella Germania l'unica e sola responsabile della guerra.; questo ha fatto si che incalcolabili somme di denaro vengano estorte al nostro paese». Il punto 11 reclama «i territori dove i tedeschi han vissuto durante secoli. Non avanziamo rivendicazioni territoriali a danno di altri paesi, ma fermamente riaffermiamo il diritto alla nostra terra ». Per i veri tedeschi dell'Npd, costituisce offesa ricordare l'attentato al Fuhrer del SO luglio 10.',.',. L'unica pagina pulita nella storia del Terzo Reich li umilia, von Stauffenberg e i suoi sfortunati compagni sono solo degli « sporchi traditori ». Esistono, del resto, tedeschi che si dicono democratici i quali sono dell'istesso avviso, come quel giornalista di Bonn che disse a un mio collega: «Abito nella von Stauffenberg-Strasse, sa: von Stauffenberg, quel matto che attentò a Hitler. Sin quando saremo costretti a onorarlo?». Allorché i veri tedeschi parlano di «somme incalcolabili estorte al nostro paese », si riferiscono alle riparazioni pagate allo Stato di Israele. Con «nostra terra>, infondono non solo i territori aldilà dell'Oder-Neisse, ma la stessa Austria. < tedesca fino al midollo ». Beninteso, per loro l'Austria comprende l'Alto Adige, come non hanno difficoltà ad ammettere a quattr'occhi. Tutto ciò è vaniloquio, eppure certe « parolen», per adoperare un neologismo germanico, hanno il potere di accendere la. fantasia e rinfocolare il risentimento di quei tedeschi che, rifiutando ogni ulteriore esame di coscienza, giudicano eccessivo il prezzo della scon- fitta, «impostoci dai "cosiddetti vincitori " con spirito di vendetta». Gli aderenti all'Npd non sono a tutt'aggi neanche centomila. In percentuale assoluta il loro recente, successo alle elezioni regionali in Assia e. nella Baviera è ben poca, cosa, di fronte ai suffragi che nella Germania federale raccolgono i partiti democratici: il 10 % ai liberali; il 99,8 Cf "i socialdemocratici ; Il !,7 fr ai democratici cristiani in unione coi cristiano-sociali. Di conseguenza. un po' tutti i tedeschi han giudicato eccessive, e persino ridicole, le preoccupate, reazioni mondiali all' affermazione elettorale dell'Npd. * Mettendo in rilievo i cosiddetti successi dell'Npd — mi ha detto il ministro Strauss — si attribuisce a questo partito un' importanza che non ha, si finisce col fargli pubblicità gratuita ». Per Willy Brandt «molti degli elettori dell'Npd sono brave persone che han fatto confusione tra nazionalismo e sano spirito nazionale », sicché « bisogna combattere il nazionalismo senza peraltro ignorare i valori nazionali ». Secondo Spiegel, il fiorire dei voti all'Npd è soprattutto il risultato dell'incapacità di agire del governo di Bonn sia in campo economico-finanziario, sia davanti al progressivo decadere, dell'autorità politica, «come sta a dimostrare la nomina a cancelliere di un " ex " come Kiesinger ». Tutti, in definitiva, negano, a cominciare, del resto, dagli stessi gerarchi dell'Npd, che i risultati conseguiti da questo partito siano « i primi bubboni d'una nuova peste bruna'', come ha scritto Le Monde. Può darsi benissimo che l'Npd non sia un movimento neo-nazista ; tuttavi non lo si può nemmeno paragonare a un partito tnostalgico » sul tipo del msi. Si tratta di qualcosa dì diverso. Ci troviamo, cioè, di fronte a un fenomeno tipicamente tedesco, come ha. scritto il Times, gli altri popoli reagiscono «razionalmente» alle avversità, i tedeschi «nazionalmente». Vediamo, infoiti, chi vota Npd. Tolti i dichiarati « nostalgici » del Terzo Reich ed i profughi carichi di rancore, troviamo i piccoli coltivatori che si credono minacciati dal Mec. i bottegai-oommerdanti, gli artigiani messi in crisi dal continuo svilupparsi dei grandi magazzini. Dal punto di vista sociologico, sono in maggioranza tedeschi della media e piccola borghesia (pochi finora gli appartenenti alle classi elevate e gli operai che votano Npd); geograficamente, sono provinciali e, confessionalmente, protestanti, in genere con qualche sfumatura di paganesimo. Politicamente, per dirla col columnist Sebastian Haffner, « sono persone che alle parole libertà e dignità umana devono soffocare uno sbadiglio, ma i cui occhi cominciano a brillare non appena si parla loro di " onorabilità" e ordine. Si semplifica troppo e, nello stesso tempo, li si sopravvaluta chiamandoli nazisti o neonazisti. Non hanno infatti mai capito Hitler e anche ora, più che glorificarlo, cercano di farlo apparire innocuo, ma possiamo affermare senza tema di smentita che i più vecchi tra loro durante il Terzo Reich si sono sentiti quasi altrettanto fieri e felici che sotto l'imperatore Guglielmo. Codeste persone non hanno mai accettato la Repubblica di Weimar che giudicavano una Saustall i un porcile). Dei giovani si può dire che son figli dei loro padri ». Sempre secondo Haffner, le. persone che votano Npd son quelle che nel '.',.3 dicevano « un giorno gli americani avranno bisogno di noi» e cinque anni più tardi ebbero ragione Essi si dicevano allora che per far piacere ai nuovi alleati bisognava un po' giocare ai democratici ed era megao trattenersi dal gridare contro gli ebrei. A questo prezzo e con l'aiuto degli alleati, presto tutto sarebbe tornato come prima e il passato cancellato. Adesso si accorgono che niente è tor¬ nato e niente si può cancellare. Adesso la borghesia tedesca, che aveva accettato ta. Repubblica di Bonn « solo temporaneamente», si accorge che — dopo aver perduto la. prima e la seconda guerra mondiale — ha perduto anche la guerra fredda. Fino a ieri tutte queste «brave persone» votavano per i quattro partiti di estrema destra nati, morti, risorti e. finiti nel dopoguerra, votavano per i liberali, pei democristiani e persino per i socialdemocratici, oppure si astenevano dal voto. Ma è bastato che un partito tornasse, a parlare di «onorabilità e di ordine », attaccando i Lizenzpartnien (i partiti istituiti col permesso, Lizenz. degli alleati), prospettando al posto del « pericolo ebraico» il «pericolo siciliano» incarnato dai lavoratori stranieri; è bastato qualche slogan nazione Iqualunquistn a convincerli che «ora si può di nuovo votare ». Difatti, solo una piccola parte dei voti già appannaggio dei partitini di destra e qualche frangia dei grandi partiti sono andati all'Npd: dove esso ha fatto breccia è nel blocco degli astenuti. Con la presenza. dell'Npd in Baviera, la percentuale dei votanti, ch'era del 76,5 % è salita, nelle ultime elezioni, alV80.8 %. E' indubbio che gli elettori dell'Npd costituiscono una minoranza, come ce ne sono altrove: «Ogni paese ha i suoi primitivi », ha scritto Spiegel. Ma. per la. Germania «che ha perduto pure la guerra fredda », questa mi¬ noranza, può diventare una. massa critica, capace di provocare reazioni a catena, di incalcolabile portata. Torniamo al discorso di partenza.: il problema, non è l'Npd, ma i tedeschi. Igor Man

Persone citate: Haffner, Hitler, Kiesinger, Sebastian Haffner, Strauss, Willy Brandt