A Roma attori, impresari, professionisti denunciano imponibili da uno a 2 milioni

A Roma attori, impresari, professionisti denunciano imponibili da uno a 2 milioni A Roma attori, impresari, professionisti denunciano imponibili da uno a 2 milioni Nessuno dei grandi esponenti della burocrazia statale risulta fra i redditi superiori ai 5 milioni - Su 400 mila contribuenti tassabili, oltre trecentomila hanno presentato ricorso - Le commissioni d'appello hanno lavoro per almeno 10 anni e o i i e , i e a n o e o i (Dal nostro corrispondente) Roma, 27 dicembre. Più che altrove e più che nel passato, le dichiarazioni dei redditi dei maggiori contribuenti rasenta a Roma io scandalo aperto. Decine, se non centinaia, di grandi industriali, uomini di finanza, impresari edili, celebri attori e professionisti noti dichiarano un imponibile da uno a due milioni. Vi sono casi limite impressionanti: il proprietario di una delle più celebri case di produzione cinematografiche con relativa organizzazione distributrice di film e di sale di proiezione che dichiara mezzo milione; il presidente di una società calcistica, notissimo industriale, che acquistò « in proprio », garantendosene la « proprietà privata », un giocatore per cinquecento milioni, dichiara sei milioni; il titolare di una delle più grandi imprese di costruzioni italiane dichiara tre milioni. Il fisco reagisce accertando redditi di centinaia di milioni, -'come altrove. Ma, a Roma, In particolare, il sistema in vigore favorisce coloro che dichiarano meno: il fisco, infatti, può iscrivere a ruolo, per il pagamento, una somma col-rispondente ai due terzi del reddito accertato, ma tutto rimane sospeso, se non c'è concordato, all'esito dei ricorsi. Ora, il punto ò questo: a Roma vi sono quattrocentomila contribuenti tassabili e di qxiesti trecentomila hanno fatto ricorso l'anno scorso. Solo basandosi sui ricorsi dell'anno scorso v'è lavoro, per le commissioni di appello e la giunta provinciale amministrativa, per dieci anni. Tutto ciò rende più offensivo lo scandalo per i lavoratori dipendenti e, in genere, gli impiegati che, invece, non sfuggono al fisco neppure in minima parte. Le aziende private sono tenute a dichiarare il reddito di ogni loro dipendente. Il reddito dei dipendenti dello Stato e degli enti è facilmente accertabile sulla base delle tabelle degli stipendi. Sfuggono invece, anche tr,a i salariati dello Stato e degli enti, i grossi burocrati, i di-rigenti delle superliquidazioni: ai fisco non possono risultare i compensi « extra », le consulenze pagate, i molti retribuiti incarichi e le varie indennità che giocano, a volte, nel reddito, per decine di milioni. Nessuno dei grandi esponenti della burocrazia risulta nell'elenco dei contribuenti con cinque milioni. Cinquantacinque sono ì contribuenti romani per i quali il connine ha accertato un imponibile che va da cento milioni e mezzo miliardo; 114 sono invece coloro che dovranno pagare imposte per imponibili oscillanti fra i cinquanta ed i cento milioni. In testa l'impresario edile Goffredo Manfredi con mezzo miliardo di imponibile accertato contro i 50 milioni dichiarati. Pagherà 72 milioni di imposta. Lo segue il principe Alessandro Torlonia, proprietario di terre e palazzi, al quale anziché 36 milioni, come sostenuto nella denuncia, è stato contestato un reddito di 375 milioni su cui dovrà sbor lsare una tassa di 54 milioni, Terza è Sophia Loreti: il fiIseo ha accertato un imponi¬ bile di 350 milioni (tassa: 50 milioni e 400 mila lire), ma l'attrice ha chiesto l'annullamento essendo cittadina franse. Lo stesso ha fatto Carlo Ponti, il quale se ne è visti jccontestare 285. Lo precedono altri due personaggi dell'ambiente del cinema: Giovanni Amati, proprietario di sale cinematograliche e consigliere comunale (300 milioni accertati, scesi a 130 dopo il ricorso per cui dovrà pagare solo una imposta di quasi 19 milioni) ed il produttore Dino De Laurentiis che, dinanzi ad un imponibile accertato di 300 milioni per un'imposta di oltre 43 milioni, ha sollevato un conflitto di competenza. Un imponibile di cento milioni è stato accertato al tenore Mario Del Monaco che ha chiesto l'annullamento, al gioielliere Maurizio Fiirst che ha chiesto anch'egli l'annullamento, all'industriale cinematografico Italo Gemini (751.128 lire dichiarate) all'attore Mar¬ cehppdstAmccsauGtostfrcpdpsdprcCpFt chiar cello Mastroianni (4.320.000). Il chirurgo Pietro Val doni ha concordato per 70 milioni, pari ad una imposta di poco | più di dieci milioni. Totò ha dichiarato un milione, ne sono stati accertati 80. A Walter Annichiarico, in arte Walter ono stati accertati 60 milioni contro i quattordici confessati. 11 produttore Franco Cristaldi si trova alla stessa quota (aveva denunciato un milione e mezzo), Vittorio Gassman ha sollevato conflitto di competenza ma gli era stata contestata la stessa cifra: così Domenico Modugno che aveva dichiarato un imponibile di venti milioni. Claudio Villa, per il fisco più semplicemente Claudio Pica, stesso caso con cinque milioni. Con un imponibile accertato di 50 milioni si trovano il produttore Alfredo Bini, marito di Rosanna Schiaffino (dichiarati 4 milioni); Claudia Cardinale (conflitto di competenza); il clinico Cesare Frugoni (5 milioni); la cantante Mina (5 milioni). ni. t.

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