Abbiamo portato un dono a decine di bimbi alluvionati di Giorgio Lunt

Abbiamo portato un dono a decine di bimbi alluvionati Abbiamo portato un dono a decine di bimbi alluvionati Nelle gelide case sinistrate o lontani dalle famiglie, nei centri di raccolta, hanno avuto un Natale triste: il giocattolo o la piccola somma offerti dai nostri lettori hanno ridato un sorriso a questi bambini provati dal destino (Dal vostro inviato speciale) Venezia, 26 dicembre. Davanti al municipio dei centri del Veneto devastati dall'alluvione spicca in questi giorni un abete adorno di palloncini multicolori, che al tramonto si accende di luci in un brillìo di piccole stelle. Quel simbolo festoso l'hanno voluto i sindaci. Non per invitare le popolazioni _ all'allegria, ma per esortarle all'ottimismo. I lettori de « La Stampa » hanno aiutato generosamente i fratelli veneti a risollevarsi dalla sventura. Il nostro quarto viaggio nelle zone più colpite aveva uno scopo meno urgente, ma altrettanto efficace: recare un po' di gioia all'infanzia. Con i 17 milioni prelevati dj.lla sottoscrizione « Torino per il Veneto » abbiamo intrapreso martedì scorso un nuovo pellegrinaggio nelle province maggiormente sconvolte, distribuendo la somma in venti Comuni affinché per Natale ogni fanciullo avesse un modesto dono. Prima tappa, il Bellunese. A Ponte nelle Alpi c'è la « Casa del sole » gestita dal Consorzio provinciale antitubercolare. Insieme a centinaia di bimbi dalla salute cagionevole, ospita una settantina di piccoli alluvionati. Provengono da Cencenighe, Vallada, California. La vice direttrice, professoressa Piabane, ci parla di due casi dolorosi : quello di Emma Zanvit l'orfana di padre, la mamma malata di cuore) e dei fratellini Santo, Bruno, Elsa e Luisa Soppelsa. Vivevano a Cencenighe, hanno perduto l'abitazione e i genitori sono al manicomio. La nostra strenna per i cinque infelici si traduce in altrettanti libretti di risparmio da 50 mila lire, oltre ai giocattoli che abbiamo procurato a tutti i piccoli alluvionati spendendo 350 mila lire. A Belluno, in regione Mussoi, visitiamo l'istituto provinciale per l'infanzia retto dalle suore di « Maria Bambina ». Vi sono anche 14 piccini di Cencenighe, Gosaldo, California. Enti e privati hanno già offerto balocchi: con le 300 mila lire del nostro contributo la superiora, suor Giovanna Frassinelli, fornirà alle 14 creature un corredo completo per quando torneranno in famiglia, in primavera. Ci spostiamo a Sedico, nella colonia « Maria Pezze Pascolato » dell'Onmi di Venezia. Qui i piccoli alluvionati sono 112. Tra essi — spiega la direttrice, Lucrezia Bonamico ■— quattro meritano particolare comprensione: Maurizio e Rita Pongan (hanno i genitori in sanatorio), Ioris Taverner (di Cencenighe, poliomielitico) e Claudio Doretto, di Torre di Mosto (i genitori 10 hanno abbandonato quattro anni fa, non sono più andati a trovarlo). Anche a questi bambini offriamo un libretto di risparmio da 50 mila lire, destinando altre 300 mila lire per giocattoli e dolciumi alle innocenti vittime dell'alluvione. Passiamo a Cismon del Grappa, nel Vicentino. Una ditta torinese, la « MercuryAcousticon », ci aveva affidato una cassa di giocattoli per qualche paesino sperduto tra le montagne. La consegniamo al sindaco, Dario Ferronato, insieme alle nostre 500 mila lire quale strenna natalizia per i bambini della frazione Primolano. Poi ci inoltriamo nel Trentino, a Tezze di Grigno. Anche quassù il disastro è stato terribile, gli abitanti ne subiscono ancora le conseguenze. Aggiungiamo 500 mila lire alle altrettante spedite telegraficamente: oltre al pacco natalizio già preparato dal Comune con 11 nostro contributo, ogni fanciullo ha quindi ricevuto una piccola strenna in denaro. Ci portiamo a Fiera di Primiero, sempre nel Trentino. Il sindaco, Pietro Gilli, e il suo collega della vi cina Mezzano avevano già avuto mezzo milione ciascuno per l'iniziativa natalizia. Ma altri sei Comuni della zona meritavano un eguale gesto di solidarietà verso l'infanzia: Imer, Transacqua, Tonadico, Siror, Sagron Mis, Canal San Bovo. Ad ognuno di essi lasciammo 500 mila lire, per ui dono ai bambini. Con un'altra veloce puntata arriviamo nella Bassa Friulana, in provincia di Udine. Dopo il cataclisma che l'aveva investita il 4 novembre, Latisana è quasi irriconoscibile. Le strade del centro sfavillano di luci, i negozi sono tornati in piena attività, luminarie e alberi di Natale creano una atmosfera suggestiva. Ma in periferia lo squallore e le macerie rievocano i giorni drammatici. Alle prime 500 mila lire per i doni ai bambini aggiungiamo 3 milioni: saranno distribuiti insieme al pacco. Prima di lasciare Latisana visitiamo l'asilo «Rosa E. Gaspari ». Le quattro suore stanno ancora ripulendolo dal fango disseccato. Sono povere, l'alluvione le ha messe nei guai. Un augurio di Buon Natale anche alle religiose, accompagnato da un assegno di 100 mila lire. Palazzolo dello Stella: altro centro dell'Udinese che si sforza di nascondere la malinconia dietro un abete sorto sulla piazza del municipio. Anche qui affidiamo al sindaco, Mario De Candido, 500 mila lire per il Natale dei bambini. Scendiamo in provincia di Treviso. Ai fanciulli di Motta di Livenza —• come a quelli degli altri centri del Trevigiano — il prefetto ha mandato un paccodono. Con i tre milioni che affidiamo al Sindaco, ogni bambino ha avuto anche una strenna in denaro. Un milione e mezzo abbiamo portato a Ponte di Piave: il sindaco, geom. Lorenzon, 10 ha utilizzato per preparare ai bambini un secondo pacco, in aggiunta a quello della Prefettura. Facciamo tappa anche a Zenson di Piave, per offrire a quei bimbi un regalo con le 500 mila lire che affidiamo al sindaco, cav. Peloso. Il nostro viaggio si è concluso in provincia di Venezia. Nei giorni scorsi, i ragazzi di Musile di Piave avevano ricevuto i doni dei bersaglieri torinesi della « Enrico Toti », che avevano entusiasticamente aderito all'iniziativa de «La Stampa ». Come utilizzare 11 milione e mezzo da noi destinato a Musile? Ci hanno tolto dall'imbarazzo gli stessi bambini, con una proposta encomiabile : «Molti nostri compagni — ci hanno spiegato — sono privi della stufa. Sono al freddo, tra muri bagnati. La nostra strenna regalatela a quelle famiglie, sotto forma di una stufa e un po' di legna ». Al sindaco di Annone Ve neto, Giuseppe Franchi, avevamo già portato un aiuto per le famiglie alluvionate di Loncon. Desideravamo offrire un dono anche ai ragazzi della frazione, ma ci hanno preceduti gli insegnanti. Nulla, invece, era in programma per i piccoli della frazione Giai, anch'essa invasa dall'acqua. Il nostro assegno di 500 mila lire è andato quindi, come strenna, all'infanzia del borgo dimenticato. Ultima sosta: Santo Stino di Livenza, tra una nidiata di bimbi poveri. Con il milione che consegniamo al sindaco, cav. Stefanato, hanno avuto un Natale meno avaro. Giorgio Lunt