Condannate 18 persone per 8 disordini di Genova
Condannate 18 persone per 8 disordini di Genova la sentenza dopo sei ore di Camera di Consiglio Condannate 18 persone per 8 disordini di Genova Urla degli imputati e dei loro familiari alla lettura delle pene varianti da un massimo di un anno e tre mesi ad un minimo di due mesi - Cinque sono stati assolti, due hanno ottenuto il perdono giudiziale - Quasi tutti sono stati scarcerati - Scambio di invettive in aula - Intervento di cinquanta carabinieri per frenare i più scalmanati (Dal nostro corrispondente) Genova, 19 dicembre. Sei ore dì camera di consiglio sono state necessarie alla prima sezione del Tribunale di Genova per decidere la sorte dei 25 imputati al processo per i disordini che il 5 ottobre sconvolsero la città. Sono state pronunciate diciotto condanne, cinque assoluzioni e concessi due perdoni giudiziali; per venti imputati è stata ordinata l'immediata scarcerazione, gli altri cinque restano in carcere. La lettura della sentenza è stata seguita da grida, pianti e scene di disperazione dei familiari degli imputati che dovranno scontare la pena e che stasera gremivano, con un folto pubblico, l'aula d'udiensa di Palazzo Ducale. Gli stessi imputati, quasi tutti filocinesi, hanno inscenato una manifestazione anticomunista con urla di questo tipo: < Maledetti revisionisti! >, « Dobbiamo ringraziare il partito comunista, che ci ha definiti teppisti». Mentre i cinquanta carabinieri della scorta si stringevano attorno agli imputati per Impedire loro gesta inconsulte, è intervenuto uno dei di fensori, l'avv. Raimondo Ricci, il quale rivolgendosi al più scalmanato degli imputati, Mario Carubelll, gli ha detto: « Rassicurati perché non appartieni più a quel partito ». Tornata la calma, gli imputati, ammanettati e legati l'uno all'altro in fila indiana con una lunga catenella, sono stati accompagnati fuori dall'aula e condotti verso i furgoni cellulari. Nel cortile di Palazzo Ducale si sono ripetute le scene di disperazione da parte di alcuni familiari. Uno degli imputati che resteranno in carcere, Nunziata Lops, ha gridato: <Da domani cominceremo lo sciopero della fame». Queste le condanne più gravi: un anno e tre mesi di reclusione per Mario Carubelli; un anno e due mesi per Tomaso Prestigiacomo e Pietro Cremona; un anno per Igna zio Obinu, Franco Gatti, Giù seppe Orofino e Domenico Aleotti. La sentenza prosegue stabilendo le seguenti altre condanne: nove mesi per Nunziata Lops e Giampiero Zanutta, otto mesi per Gerardo Criscito, Antonio Flcarotta, G. B e Roberto Tassara, Franco Turani, Antonino Villa e Luigi Giudice, sette mesi per Lino Bevilacqua, due mesi d'arresto per Sergio Dutto. Sono stati assolti per insufficienza di prò ve: Armando Tortorici, Gaeta no Scarlata, Salvatore Incorvaia, Sergio Moncigoli e Vincenzo Salcone. Ai minori PierLuigi Mari e Francesco Visconti il Tribunale ha concesso il perdono giudiziale. E' importante rilevare su-, bito che i giudici non hanno riconosciuto l'attenuante dell'aver agito per motivi di particolare valore sociale e morale. A tutti gli imputati dichiarati responsabili sono state tuttavia riconosciute le attenuanti generiche. Nella sua requisitoria, il pubblico ministero dottor Nicola Marvulli aveva sostenuto la piena responsabilità dei venticinque imputati proponendo pene da un massimo di tre anni di reclusione a un minimo di nove mesi: complessivamente 34 anni. La sentènza del Tribunale ha invece emesso in totale 14 anni e mezzo di reclusione con pene che vanno da un massimo di un anno e tre mesi di reclusione a un minimo di due mesi d'arresto. Le attenuanti concesse dai giudici hanno consentito a molti imputati di fruire della sospensione condizionale della pena e quindi di riacquistare la libertà. Restano invece in carcere: Nunziata Lops, Mario Carubelli, Tomaso Prestigiacomo, Pietro Cremona e Lino Bevilacqua. Tra 1 minori che hanno ottenuto il perdono giudiziale è 11 diciassettenne Pier Luigi Mari, cui l'accusa (che aveva proposto la sua condanna a tre anni di reclusione), attribuiva l'episodio più grave del processo: l'assalto eli un'autoambulanza. Parlando starna ne in sua difesa, l'avv. Gilber to Gatteschi aveva invece sostenuto che il giovane era rimasto coinvolto nell'episodio < perché spinto dalla curiosità » e che comunque non commise alcuna violenza. f,
Luoghi citati: Genova
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