Prospettive economiche della Germania Federale di Ferdinando Di Fenizio

Prospettive economiche della Germania Federale Prospettive economiche della Germania Federale Le prospettive economiche della Germania federale ci interessano da vicino. Dapprima, perché quel sistema è principalissimo nostro fornitore ed uno fra i migliori nostri clienti. Poi, per l'alta quota di turisti e di manodopera che la Germania invia od occupa. Infine (e questo è un aspetto della questione che spesso sfugge) perché, in dipendenza delle vicende di questi due ultimi anni, si stanno intensamente discutendo, oltr'Alpe, riforme economiche abbastanza profonde, che riguardano non solo quella compagine statale, ma l'assetto monetario internazionale. Tuttavia, per intendere tutto ciò, conviene arretrare di qualche passo, guadagnando una sufficiente prospettiva sugli avvenimenti ultimi. * * Sino a tutto il '63 ed il '64, l'economia tedesca (che non si trovò mai a risolvere, nell'ultimo decennio, problemi di sviluppo) operò in condizioni di domanda globale interna, superiore alla capacità produttiva, purel interna. Quindi, in condizio-j ni di surriscaldamento, manifestata da tensioni nei sa-j lari e nei prezzi. L'assetto | organizzativo attuale dello Stato tedesco (che è federale, con larghe autonomie concesse ai Lander ed ai Comuni), non rende agevole servirsi del pubblico bilancio federale, per azioni restrittive sulla domanda. Si dovette allora dar la preferenza a misure monetarie. Le prime restrizioni, in questo quadro, risalgono agli ultimi mesi del '64; le ultime al maggio '66. Queste misure però non diedero i risultati sperati. Un certo rallentamento congiunturale si manifestò in ritardo: soltanto nel secondo semestre '65, quando la bilancia dei pagamenti ritornò attiva. La restrizione nella liquidità fu troppo drastica. Meno pronunziata la stretta finanziaria: potendo le banche ricorrere al mercato estero, anche in appoggio d'emissioni obbligazionarie per completare impianti di grandi gruppi privati. Ma le emissioni di titoli a reddito fisso furono spesso troppo voluminose ed onerose. Aziende di prima grandezza (la Bayer!) dovettero collocare titoli al 10 %. Di qui, un pregiudizio durevole per il sistema economico tedesco, che non sfuggì ad alcuno. Comunque, la contrazione degli investimenti non solo privati, ma pubblici, si manifestò solo nei primi mesi del '66. Accompagnandosi ad un minor incremento nella domanda di beni di consumo, s'attenuarono le spinte sui prezzi.-Le quotazioni all'ingrosso, nell'ultimo anno, sono aumentate in Germania dell'I %. Quelle del costo della vita, del 2,8 %. Però, la produzione industriale nel '66 non ha neppure raggiunto il livello dello scorso anno. Le attività terziarie (commercio, ecc.) sono appena a livello del '65. 11 reddito nazionale lordo, quest'anno, abbandonerà gli antichi tassi di sviluppo reali ( anche al 6-7 % ) per limitarsi ad un 2 % soltanto. Macchine utensili, automobili, edilizia: sono tutti rami industriali in recessione; e che tendono a diminuire le forze di lavoro occupate. Il discorso Kiesinger s'intitola, pertanto, non a torto, alla <: stabilizzazione » dell'economia. Le prospettive a breve periodo, infatti, per quanto riguarda le esportazioni, sono ancora confortanti. Ma, rivolgendo l'attenzione al mercato interno, gli imprenditori si mostrano pessimisti. La riduzione degli investimenti si protrarrà per tutto il primo semestre del '67 e la disoccupazione, che sino al '65 non esisteva (ed oggi si aggira sulle duecento mila unità) dovrebbe accrescersi, nella primavera prossima, sino a 700 mila unità: il 3% della forza di lavoro occupata, quanto meno. Con quali conseguenze per l'economia tedesca (e per la manodopera straniera)? Sembra che s il nuovo governo intenda acquisire con maggior imposizione indiretta, nuove entrate al bilancio federale: espandendo i lavori pubblici ai fini, per l'appunto, della stabilizzazione. Verrebbe così avviata, per la Germania federale, una nuova fiscal policy. E si dovranno dibattere nuovi problemi. Non i soli, però. L'esperienza dell'ultimo biennio ha convinto che è opportuno concedere alle autorità federali maggiori mezzi, per disegnare e svolgere, semmai, una più efficace azione, per livellare le onde congiunturali. Sono, dunque, allo studio riforme su due piani : interno ed internazionale. Riforme istituzionali interne. Modificazione alla contabilità pubblica, per avere più ricchi dati e più pronti. Rinuncia ad osservare il precetto concernente l'equilibrio annuale del bilancio federale. Riforma del mercato finanziario. Maggiori controlli federali, sulle spese dei Lander; costituzione di un « fondo di stabilizzazione ». da usare in tempi difficili, ecc. Ma le riforme di carattere internazionale non sono meno interessanti, perché aspirano a difendere la vicina Repubblica dall'inflazione « importata ». Si riparla d'abbandonare il sistema dei cambi fissi, in favore dei cambi fluttuanti; comunque di permettere più ampie fluttuazioni alla valuta tedesca, ampliando il divario fra la quotazione di parità ed i punti dell'oro: oggi fissato all'I %, in più o meno. Persino si parla (e da parte del Comitato dei Cinque Saggi, un organo uf- i Sciale di esperti, costituito' tre anni fa) di rivalutare! il marco: ma lentamente,! settimana per settimana, ini modo da poter raggiungere una rivalutazione del 2,5 % all'anno e permettere un raddolcimento dei saggi di interesse interni, a vantaggio dell'industria tedesca. Non saranno riforme adottate in pochi mesi ed alla leggera. Fra l'altro, la banca centrale (che è organo indipendente) in molti casi si trova all'opposizione. Ma, come si vede, esse toccano da vicino l'assetto monetario internazionale. Anche per questo riguardo, dunque, esse vanno seguite attentamente. Ferdinando di Fenizio

Persone citate: Kiesinger, Lander

Luoghi citati: Germania, Germania Federale