I favolosi viaggi del '500

I favolosi viaggi del '500 Marinai e diplomatici inglesi dall'Artico al cuore della Cina I favolosi viaggi del '500 Concreti e immediati, i rapporti e diari di quei pionieri sono un'affascinante lettura Il filosofo inglese Whitehead osservava giustamente una Quarantina di anni or sono che il mito dantesco di Ulisse rimane una delle grandi costanti della cultura occidentale, nelle sue diverse fasi: da quando, cioè, in pieno Medioevo la tragica fine dell'eroe stava a simboleggiare il destino che attende chi tenta di forzare i limiti posti alla conoscenza umana, a tempi più recenti, in cui Ulisse incarnò l'audacia indomita, dell'esploratore alla ricerca ili nuove terre ma anche di nuove cognizioni. In questo senso il Cinquecento si pone per cos'i dire sullo spartiacque: i timori non sono ancora dissipati, l'angoscia dell'ignoto resiste, ma al tempo stesso il mistero affascina e la curiosità prevale gradualmente. Nei viaggi di esplorazione, all'avventuriero si sostituiscono lo studioso e il mercante: ci si avvia per conoscere meglio regioni lontane e avvolte dalla, leggenda, ma anche per smerciare dei prodotti. E' il caso soprattutto dei viaggiatori inglesi, attivissimi nel corso del Cinquecento, i quali compilavano al ritorno — quando erano abbastanza fortunati da tornare — dei rendiconti accurati e il più possibile obbiettivi. Alla fine del secolo un pastore protestante inglese, Richard Hal.'lugt. aeografo insigne oltre che studioso di teologia, pensò di raccogliere queste relazioni e curò la pubblicazione di tri volumi in folio che divennero ben presto una sorta di manuale per ogni viaggiatore o per ogni capitano di mare, tanto da diffondersi largamente n da venir definiti, per antonomasia, « il libro ». L'età successiva ii quella elisabettiana, in cui il richiamo dei viaggi di esplorazione fu più protondamente sentito, fece dei Viaggi iti Bakluyt un classico, ma la fortuna dei tre grossi volumi non svernò ver to nel perìodo romantico, ai tempi di Rhodes o di Livingstone Oggi che il primo volume dei Viaggi appare in una elegante edizione italiana, curata e introdotta con intelligenza da Franco Marenco, le esperienze di Jenkinson e di Willoughby, di Loci; e di Chancellor 'il Colombo inglese) si posson vedere in una prospettiva che il tempo rende tutta particolare senza minimamente scalfirne il significato. Marinai, mercanti, diplomatici, questi viaggiatori partivano in /oblio luogo per compiere una missione specifica, per procurarsi notizie, per stabilire rapporti commerciali che avrebbero poi potuto e. magari dovuto trasformarsi in legami politici. Sì coglie in loro un forte senso del dovere, una fede risoluta ma non fanatica nella missione civilizzatrice dell' Inghilterra, una tipica insularità britannica, che li porta a giudicare sempre con distacco, e non senza pregiudizi Ma non so¬ no mai dei letterati o dei retori, non indulgono all' eloquenza o all'abbellimento posticcio. Il pregio fondamentale delle loro pagine sta nel fatto che essi vogliono unicamente raccontare, senza mai sovrapporsi con giudizi i fuori luogo. Raramente lasciano libero sfogo al sentimento: prevale il distacco e la valutazione empirica. Cosi, John Loci; vede a Cipro un vaso di iiietru die « si dice sia una delle sette giare d'acqua che il Signore trasformò in vino durante le nozze » e si limita a descriverlo accuratamente e a farvi sapere persino quanti galloni può contenere, aggiungendo poi che se proprio sìa autentico egli non sa E di strani incantesimi cui ha assistito parlerà con stupore ma senza escludere affatto che siano accadimenti naturali. Eppure, la varietà e la ricchezza degli avvenimenti risultano sorprendenti, nulla Otoscopia a Gerusalemme, dal l'Artico al cuore della Cina, dalle corti dei princìpi agli accampamenti dei più singolari banditi (ai primi si rende ossequio, ai secondi si paga pedaggio) si assiste a una animatissimo, imprevedibile fantasmagoria Talvolta siamo di fronte alla tragedia, rappresentata con commozione ma anche con riserbo: naufragi, navi che scompaiono inghiottite dal nulla, in episodi che mirabilmente anticipano la letteratura marinara dell'Ottocento e fanno presentire l'età di Conrad. Qui sta l'efficacia delle relazioni, nello sforzo dei viaggiatori di dare la notizia e di non forzar la mano al lettore, fissi si rivelano come degli straordinari inviati speciali: testimoniano oggettivamente di ciò che videro ma non scompaiono nell'anonimato del cronista. La loro vigorosa personalità si afferma grazie alla virtù rara di saper liberamente raccontare Claudio Gorlier RICHARD I1AK.LUYT: / viaggi inglesi: l.'i'J!,-1600 - Longanesi - pagine 565. lire 5500

Luoghi citati: Artico, Cina, Cipro, Gerusalemme, Inghilterra, Ulisse