Letture adatte per tutte le età

Letture adatte per tutte le età Letture adatte per tutte le età Donare un libro nei secoli passati era segno dì grande signorilità e di alta stima perché costava moltissimo e per contro tante persone, anche ricche di censo, non lo potevano gustare in quanto sapevano malamente leggere o scrivere. Con l'Ottocento è cominciata la diffusione del libro favorita dal progresso dell'industria tipografica, che ne conteneva il costo, e dalla riduzione dell'analfabetismo. Oggi regalare un libro è diventato di uso corrente (non per questo facile) tanto che il Dizionario enciclopedico italiano alla voce « donare » porta tra i primi esempi la frase: « gli ho donato un libro per il suo compleanno •>•. Il libro va sempre bene a tutte le età. Da quando il bimbo va alla scuola materna — con belle illustrazioni e poche chiare parole che padre e madre gli ripeteranno avviandolo cosi alla conoscenza dell'alfabeto — alla persona anziana, che vi. troverà motivo di diletto, di passatempo, di approfondimento della sua cultura. Naturalmente occorre saper scegliere il libro che sia adatto a chi è destinalo r. parimenti (ecco perché dicevamo che non è facile) dimostri la personalità del donatore. Ricevetti in dono il primo libro quando frequentavo la quarta elementare, un Natale oramai molto lontano: me lo vedo ancora tra le mani, « Michele Strogoff » di Giulio Vcrne, in. una edizione più che modesta. Ho dimenticato tanti altri regali, ma quello no. Ricordo che mi. sedetti sul divano e nell'attesa della Messa di mezzanotte incominciai subito a leggerlo. Il primo libro che diedi in regalo fu * Figlio, figlio, figlio mio! •» di Howard Spring. Studente di 16 anni volevo regalare qualcosa ad una compa¬ gna di scuola. Non cioccolatini, non fiori, non profumo. Un qualcosa di personale e più intonato al nostro ambiente scolastico. Entrai in una libreria. « Che cosa volete? ». Allora si usava il voi, perché il lei era considerato borghese e quindi abolito d'imperio. Quel « che cosa volete? * detto in tono secco, non borghese, quando ancora non avevo chiuso l'uscio, mi paralizzò. Volevo un libro, era evidente perchè ero entrato in una libreria, ma quale? Avrei voluto scegliere. Ma rimasi impaccialo. « Un libro nuovo. Vorrei fare un regalo ». « Di che genere? Narrativa, saggistica? ». •i Un romanzo bello, nuovo <••. Il commesso si volse, prese il volume: «Ecco, ultimo arrivo, dicono che incontri ». In quel regalo non c'era nulla di mio, che esprimesse il mio gusto, la mia personalità. Non. lo conoscevo, non lo avevo neppure sfogliato. Passarono gli anni. Pochi giorni fa mia figlia annunciò che alla televisione trasmettevano una riduzione di « Figlio, figlio, figlio mio! ■». Il pensiero corse subito a quel tardo pomeriggio, mi rividi studente impacciato in libreria, e poi incerto di fronte alla mia compagna. « E' per te, li piace? » « Per me ? » « A Natale ci vuole un dono per le persone che... » Fummo amici per tutti gli anni di scuola, parlammo anche dì sposarci. Chi sa dove e adesso. Ma se conserva quel libro, ogni volta che le capila tra le mani si rammenterà del compagno di scuola che si era innamorato di lei. Ho raccontato il malo modo con cui lo acquistai per dire due parole sulle librerie. Non dovrebbero essere negozi) ma biblioteche. Biblioteche che, invece di prestare, vendono. Ce ne sono, ma le vorremmo tutte così cordiali. Chiunque dovrebbe sen¬ tirsi a suo agio, girare tra le scansie o soffermarsi sui banconi a guardare, cercare, sfogliare, leggere magari qualche pagina. Il libro non può essere acquistato come un chilo di arance. A parte il fatto che la buona massaia, se appena può, le sceglie ad una ad una e le soppesa. C'è chi va in libreria già con il titolo in niente perché ha sentito parlar bene di un libro da amici, perché si è lasciato convincere dalla critica, o ha seguito una presentazione. E allora tutto è facile; si chiede, si paga, si ritira. Ma ci sono coloro (e dovrebbero essere in numero sempre maggiore) che entrano solo per vedere se c'è una novità, per tenersi aggiornati, per gustare il libro anche se in quel momento non possono acquistarlo. Coloro che vogliono scegliere o farsi conquistare dal libro. Per questo, dicevamo, la libreria non può essere un comune negozio ed il libraio un comune venditore che accoglie il cliente con la frase (ora si è tornati al leU : « Che cosa desidera? ». Dovrebbe lasciare il cliente a suo agio, che possa girare, vedere, toccare. Ed essere sempre, con discrezione, pronto a servire, appena il cliente ha bisogno di lui. Occorre avvicinare con tutti i mezzi il libro al pubblico, eliminando ogni barriera. Il libro nella nostra civiltà tecnocratica diventa uno strumento indispensabile per salvare o esaltare l'umanità, contro il pericolo del conformismo e dell'abiezione. Oggi si fa l'elogio della cultura di massa. Per carità, ben venga l'elevazione media dei cittadini. E qui è utile l'apporto dei normali mezzi di comunicazione, quali il giornale, il settimanale, la radio, la tv. Ma c'è il pericolo che la gente, perché stanca o mal preparata riceva senza reagire. Il libro è per la cultura individuale. Non lo si esaurisce viaggiando sul tram o bevendo il caffè al bar, o, dopo cena, attendendo (he, a digestione fatta, arrivi l'ora di andare a letto. Il libro richiede attenzione, impegno, anche sforzo. Ma quanto rende, quale contributo offre alla formazione personale. Può essere il compagno piacevole, svagante delle ore in cui si è stanchi, ma può essere l'amico che informa, illumina, apre orizzonti, consiglia, convince o provoca ripensamenti. La gente dice: ma come si fa a star dietro a tutte le pubblicazioni? Sono troppe, siamo frastornati. Che cosa scegliere? Chi può leggere tutto? Ognuno di noi ha un campo che preferisce. Adesso i giornali con la pagina letteraria, la radio, la. tv cercano di dar notizia delle pubbHcaziohi ultime e, se possìbile, delle più importanti. Ma ì libri segnalati sono sempre una parte minima di quelli che escono dalle case editrici. Per questo fanno bene gli editori, che sanno di avere opere buone, ad informare il pubblico indicando il titolo e brevissimamente il contenuto. E' un'indicazione utilissima. Rendono un servizio, t.

Persone citate: Giulio Vcrne, Howard Spring