Altri due novaresi arrestati di notte per la rapina alla banca di Vigevano

Altri due novaresi arrestati di notte per la rapina alla banca di Vigevano Altri due novaresi arrestati di notte per la rapina alla banca di Vigevano Sono di Galliate - Nell'abitazione di uno di loro trovate 416 mila lire nascoste dietro un armadio - Sempre latitante il capo della banda, un ex legionario La «gang» assaltò altri istituti di credito fra cui quello di Roasio Vercellese (Dal nostro corrispondente) Milano, 8 dicembre. Altre due persone, entrambe di Galliate (Novara), che facevano parte della banda che assaltò la banca di Vigevano, sono state arrestate la notte scorsa. L'operazione, in corso, è inquadrata nell'arresto operato 24 ore prima dei due giovani che hanno confessato la rapina del 5 dicembre. In seguito alle rivelazioni dei due primi arrestati, alcuni agenti hanno bloccato nelle rispettive abitazioni due altri componenti della banda, il quarantaseienne Domenico Bussi, domiciliato a Galliate, ma residente a Novara in via Fauser 2, dove aiutava di tanto in tanto la sorella Elena, prò- prietaria di un negozio di frutta e verdura, e il litografo Bernardino Prella di 21 anni, abitante a Galliate in via S. Martino 45, dipendente di un istituto geografico di Novara: :1 giovane, incensurato, avrebbe dovuto sposarsi fra qualche mese. In casa sua, nascoste dietro un armadio, sono state trovate 416 mila lire. 11 Bussi, invece, era già noto alla polizia perché implicato in furti di auto. Con l'arresto avvenuto l'altra notte di Antonio Reo di 28 anni e di Emilio Bignoli di 27. e con quello odierno del Bussi e del Prella, la banda di Galliate è sgominata quasi al completo. Restano da catturare il capo della «gang», Vittorio Bruno Gorini, di 28 anni, un ex legionario, e due altri giovani, uno dei quali di origine meridionale. Alla conclusione di questa prima parte dell'inchiesta si è giunti in seguito all'interrogatorio del Reo e del Bignoli i quali, posti a confronto, sono caduti in contraddizione ed hanno fatto il nome dei loro complici. Dopo l'arresto del Bussi e del Prella gli inquirenti hanno potuto stabilire che la banda capeggiata da Gorini operava divisa in due squadre. Il Bussi, il Gorini, il Bignoli e il Prella il 1-1 ottobre scorso, data del loro esordio, rapinarono di 700.000 lire la filiale di Agrato Conturbia, ma al momento di spartire il bottino, il capo non si presentò all'appuntamento e tenne per sé tutta la somma: raccontò di essere stato inseguito dalla polizia e di essersi rifugiato a Milano dove per stare nascosto aveva dovuto pagare alcuni favoreggiatori. Questa versione non aveva convinto il Bussi, il duro della banda che reclamò la sua parte: così il capo organizzò il colpo di Vigevano. Nel frattempo però il Gorini, con l'altra squadra composta dai due ricercati, dal Prella e forse dal Reo, il 21 novembre assaltò la filiale della ì Cassa di Risparmio di Gam- bolo realizzando un bottino di 2 milioni 750.000. Il denaro venne diviso affrettatamente e fu spartita soltanto la somma di due milioni: le altre 750.000 lire finirono nelle tasche del braccio destro del Gorini. Il giorno seguente, cioè il 22 novembre la banda — non si sa ancora con precisione stavolta da chi era composta — rapinò l'agenzia del Banco Lariano di Rovello Porro, e il 24 novembre la Banca di Roasio in provincia di Vercelli. Il giorno prima di quest'ultimo colpo ì malviventi avevano tentalo una rapina ai danni del Banco di Abbiategrasso a Segrate, ma erano stati messi in fuga. Nel corso della vasta operazione gli inquirenti hanno arrestato altri tre individui, dei quali non è stato fatto il nome: pare siano a loro volta responsabili di una serie di rapine nel Varesotto, nel Vigevanese e nel Vercellese. Data la vastità dell'operazione per concordare un piano comune contro la malavita e accertare quali altri colpi siano stati commessi dai malviventi arrestati, sono giunti a Milano i ! mobili di Intanto la caccia a Bruno Gorini, fuggito con un suo complice, un certo Franco, e anche se pare certo che i due siano riparati in Svizzera. Lombardia e Piemonte sono capi delle squadre Torino e Vercelli. in pieno sviluppo ontinuamente setac- ciate da pattuglie radiocoman- date di agenti, che procedonoguardinghi. Gli inquirenti, in-fatti, sono convinti che i ri- cercati abbiano con loro armi della banda. g. m.