«Non potremo mai dimenticare» dicono commosse le genti del Trentino

«Non potremo mai dimenticare» dicono commosse le genti del Trentino «Non potremo mai dimenticare» dicono commosse le genti del Trentino Abbiamo distribuito altri 10 milioni e mezzo: 7 li abbiamo suddivisi tra i Comuni sconvolti nella conca del Primiero a à 0 a a (Dal nostro inviato speciale) Trento, 8 dicembre. Altri quattro giorni nel Trentino. Abbiamo ripercorso le strade devastate dall'alluvione, siamo tornati nei paesi più colpiti da frane e inondazioni, e abbiamo visitato alcuni centri non compresi nei precedenti itinerari. Dappertutto la gente è al lavoro per riparare alla meglio le case, per sgombrare le strade dal fango, dal sassi e dal legname portato dai torrenti in piena. Ma sulle macerie delle case distrutte, sui prati e sui campi coperti da più di un metro di fango alluvionale è caduto un velo di neve: 1 danni più gravi li rivedremo in primavera. Eccoci di nuovo nel Primiero: otto comuni raggruppati in una conca che era una perla delle Dolomiti, verde di pascoli e dominata dalle vertiginose Pale di San Martino. Ora il panorama fangoso della zona richiama il doloroso ricordo della piana di Longa- rone. A Donato Zuliani, sindaco di Mezzano, il paese più colpito, a cui avevamo già consegnato due milioni, diamo a nome dei nostri lettori altri tre milioni di lire. Cinquanta case di questo paese sono state distrutte e molte sono inabita bill. Duecento famiglie, ossia 800 persone su 1600 abitanti sono senza casa. Diamo un milione al sihda co Pietro Gilll di Piera di Pri-|miero, 11 centro che funziona da capoluogo della zona; e 500 mila lire ai sindaci degli altri paesi: Antonio Nicolao di Imer, Angelo Tavernaro di Transacqua (c Sa quante frane ho contato nel mio comune? — ci dice — centodiciassette*); Giacomo Depaoli di Tonadico; Giovanni Longo di Siror; Giovanni Nicolao di Canal San Bovo; Giovanni Salvadori di Sagron Mis, un comunello alpestre al confini della provincia di Belluno, ancora isolato dalle frane che hanno distrutto la strada. A tutti questi paesi avevamo già consegnato un primo aiuto urgente: le somme elencate sono perciò un secondo versamento. Vorremmo poter ripetere ai lettori il ringraziamento di questi bravi sindaci, a nome della loro popolazione. Si esprimono con poche parole, senza enfasi, con estrema misura, ma la loro voce è rotta dalla commozione. « Perché — ci chiede uno — Torino ci vuole così benef ». Molti vogliono sapere: < Chi vi dà tanti quattrini? » I lettori — rispondiamo — ricchi e poveri. Ci sono dei pensionati che ci portano una sommetta; della buona gente che ci dà parte dei risparmi. Scuotono il capo: « Come potremo mai ringraziarli? ». Altri dicono: < Torino e il Piemonte fanno tanto per noi: sono venuti qui a portare aiuti e a lavorare dei giovani studenti, dei seminaristi, degli uomini anziani e hanno fatto i lavori più umili e faticosi. Venivano da Torino, da Aosta, da Arona e da altre città. E gli aiuti de " La Stampa ", cosi importanti, cosi solleciti. Non dimenticheremo mai quello che ci è venuto da Torino e dal Piemonte ». Valfloriana: altra zona tremendamente colpita. Incontriamo il sindaco Albino Genetin, il parroco, il segretario comunale e altri amministratori del capoluogo, Casatta, e ci confermano le notizie catastrofiche dei primi giorni: la distruzione di Ischiazza e la sorte pericolante di Maso. E le distruzioni dei boschi, che erano folti e vastissimi. La Valfloriana produce legname pregiato (abete rosso e pino cembra) per costruzioni navali, ne riforniva Venezia Un dal tempo dei Dogi. « Si parla di rimboschire. Ma sa quanto tempo ci vuole? Le migliaia di alberi abbattuti il ì, novembre dal ciclone di vento e dalle acque erano vecchi di almeno 80 anni. Per crescere questi nostri alberi pregiati ci vogliono 100, 120 anni. Il danno dell'alluvione si ripercuoterà sul paese e sulla valle per più di un secolo ». Al sindaco Genetin, che deve aiutare le famiglie senza casa, avevamo già consegnato tre milioni: ora diamo un altro aiuto di un milione di lire. Siamo stati anche in luoghi che non avevamo ancora visitato. A Moen.a, sotto il Catlnaccio e il Passo del Pordoi. il paese è stato allagato e moliti gravi danni hanno subito modeste botteghe artigiane e gli abitanti del pianterreno. Consegniamo al sindaco Angelo Weber la somma di un milione che distribuirà fra i più bisognosi, dandoci poi l'elenco della distribuzione compiuta. A pochi chilometri da Trento siamo poi stati a Centa, dove il parroco don Remo Pezzini ci ha segnalato le famiglie di Ciro Gremes, Raffaella Bortolini, Lino Martinelli che hanno avuto la casa distrutta o devastata da frane. Ad ognuna delle tre famiglie abbiamo consegnato 100 mila lire, e abbiamo lasciato 200 mila lire al parroco per sussidi minori ad altre famiglie bisognose (nel paese, 140 persone hanno dovuto abbandonare le loro case pericolanti). Dei dieci milioni affidatici per questa distribuzione nel Trentino, ci restava ancora mezzo milione, oltre a 500 mila lire residuo della prima visita nella regione. Abbiamo perciò preso In considerazione dieci casi pietosi segnalatici nella città di Trento. Alle famiglie di Rosetta Trentini, Gabriele Sometti, Ernesto Nicolodi, Rinaldo Mosna, Tullio Baldo, Sabino Dorigatti, Umberto Cainelli, Giuseppe Nadalini, Massimo Bacher, Rina Abrignani, tutte in condizioni di estrema necessità, abbiamo dato ciascuna, 100 mila lire Complessivamente abbiamo di stribuito dieci milioni e cinquecento mila lire. Ettore Doglio