Nelle città immense e «disperse» nasce una nuova società americana di Alberto Ronchey

Nelle città immense e «disperse» nasce una nuova società americana IL «BOOM» DELL'AUTOMOBILE STA DISTRUGGENDO LA COMUNITÀ' OTTOCENTESCA Nelle città immense e «disperse» nasce una nuova società americana Il centro ed i sobborghi di New York già formano un immenso agglomerato con 25 milioni di abitanti, che ha inghiottito la campagna - Nei vecchi quartieri restano gli affari ed i poveri; chi ha un reddito di almeno diecimila dollari, vive nelle nuove aree residenziali, splendide di verde e di benessere - E' un problema grave per le autorità municipali, che perdono i migliori contribuenti e debbono moltiplicare il servizio Ma questa «vaporizzazione» ha effetti positivi: diminuisce il conformismo, offre le condizioni per uno straordinario slancio della cultura ' (Dal nostro inviato speciale) New York, dicembre. Oro, chi viaggia in aerobus fra Boston, New York e Baltimora vede una nebulosa di città. La vita, urbana è passata dall'impulso verticale — l'episodio dei grattacieli — all'estrema diffusione orizzontale. Il geografo Jean Gottmann, che inventò il nome di « megalopoli-* per indicare lo sviluppo quasi continuo di aree, urbane e suburbane, forse non immaginava che cosa davvero sarebbe accaduto in America, dalla megalopoli del nord-est a quella californiana. Il nome stesso di New York si espande: i tecnici dei censimenti dicono New York-Northeastern New Jersey Standard Consolidated Area (17 contee, 20 milioni di abitanti), mentre gli economisti adottano il nome, convenzionale di Tri-State New York Metropolitan Region (22 contee. 25 milioni di abitanti compresi nel raggio di 80 miglia da Times Situare). Ma questa è solo una parte della grande fascia policentrica, di comunità allineate sulla costa atlantica, dove si può distinguere fra città e suburbi, ma non fra città e campagne. L'isola di Manhattan, al centro, conserva le direzioni industriali e bancarie, commerciali e pubblicitarie, insieme con le stazioni radio e tv, i grandi giornali, il porto e. la. Borsa, i musei e. alcune, università, i quartieri di rappresentanza egtislums del sottoproletariato. Tutto il resto si diffonde e ramifica: fabbriche e supermarkets, scuole primarie e superiori, biblioteche, laboratori di ricerca, quartieri residenziali del ceto intermedio. Poiché il nerbo della popolazione contribuente ripudia il. centro urbano, la municipalità, perde sovranità fiscale su gran parte dei redditi da 10 mila dollari in su; e il sindaco Lindsay deve sorreggere una struttura amministrativa in crisi, mentre prosperano gli « exurbin» come Suffolk, Nassau, Fairfield, Westchester, dove si riversa l'opulenza, delle risorse pubbliche e private. Dunque, decadenza del bilancio municipale, crisi dei servizi al centro e ancora degradazione dei ghetti poveri — come Harlem negra e portoricana — mentre alla periferia si moltiplicano superstrade come la CrossWestchester Expressway, la New Jersey Turnpikc, la Long Island Express, la Interstate 287, e inoltre le piscine private, i campi da golf, i country clubs, i teatri mobili. Negli « exurbia », la media dei lotti residenziali è duemila metri quadrati. Lo slogan degli agenti immobiliari suona cosi: <Non si vede la casa del vicino attraverso gli alberi ». Nelle nuove lottizzazioni, i simboli di prestigio si moltiplicano: dopo le piscine di plastica e i campi da tennis privati, ora anche le saune private. E all'opulenza dei singoli consumatori, incoraggiata dalle banche, si aggiunge la spesa pubblica: infatti la spread city, la città vaporizzata, costa alla, società soprattutto una crescente dispersione del capitale sociale fisso e dei servizi, mentre si calcola che per salvare i vecchi centri urbani sarebbero necessarie alcune migliaia di miliardi di dollari. Ma economisti e urbanisti non possono impedire la fuga dalle città. Essa è ad un tempo effetto e causa dell'ultimo boom industriale. Le città, nelle dimensioni moderne, furono fatte dall'industria; e ora l'industria medesima le disfa producendo ogni anno i dieci milioni di veicoli a motore che modificano la geografia umana. La città antica europea, d'altra parte, è ignota all'America, che conosce solo la città moderna — la downtown —, e questa negli ultimi decenni aveva imposto un modo di vivere non tramandato da nessuna civiltà di monumenti, simile solo a quanto di peggio nell'Europa medie- i vale fu immaginato per i dannati: il vivere l'uno sull'altro, come nell'inferno dei gironi danteschi. Gli urbanisti che vorrebbero reintegrare la città e renderla, razionale, ossia abbellire i gironi infernali al modo scandinavo o sovietico, costruendo quartieri modello e collocando dieci alberi e un'altalena fra un grosso palazzo di abitazioni e. l'altro, avranno i loro buoni argomenti: ma. non vinceranno mai in America, dove cento famiglie vogliono vivere in cento casette private e non in una sola. L'America è il paese che meno obbedisce agli urbanisti e alle loro fantasie geometriche, talvolta motivate ma sovente inattendibili, da utopisti del ventesimo secolo, poiché non si conciliano con ciò che la gente vuole e non hanno i mezzi per modificare le aspirazioni della maggioranza. Gli stessi cittadini sovietici, del resto, quando possono scegliere /'gerarchie del partito, direttori d'azienda, famosi violinisti o scrittori, persino pianificatori) che cosa scelgono? La dacia. Possono ancora farlo, perché sono pochi. Ma come vincoleranno le moltitudini quando l'Urss diverrà una democrazia economica? E' dinanzi al potere d'acquisto di massa che nascono i più complessi problemi: e forse è fatale che tali problemi non vengano risolti secondo i migliori calcoli sull'uso delle risorse pubbliche. Ma accanto alla questione d'economia che oggi travaglia l'America. — lo squilibrio fra. città ed «exurbia*, fra scelte private e mezzi pubblici — la società < vaporizzata » vede nascere anche ceti e costumi tesi spesso al di là dei bisogni materiali, proprio perché questi vengono soddisfatti. Il fenomeno è fra i più interessanti, sebbene sia fra i più articolati e impalpabili. Nella, dispersione, vivono moltitudini che sfuggono in realtà all'analisi, anche se la sociologia ha fatto molto per studiarne II carattere. Che cosa accade alla « folla solitaria* di Riesman, ai « colletti bianchi» di Mills, al « ceto medio bambino » di Arnold Green? Ciascuno dei vecchi « tipi » sociolooici è ogni più arbitrario che nel passato. Il * flxer », il conformista che vuole dire l'ultima parola su tutto, ora è spesso dubbioso. Anche il « marketer », l'uomo già duttile e opportunista perché compra e vende per mestiere, oggi cambia aspetto (dopo il boom più lungo della storia americana, sembra meno vulnerabile ai compromessi professionali). Il personaggio « endodiretto » e quello « eterodiretto », ossia il singolo che pensa e quello che ripete quanto gli viene detto, non sono più così coerenti come sembrava stabilito. Fra due uomini con 10 stesso mestiere e lo stesso reddito, che « indossano 11 vestito adatto, pensano i pensieri adatti, coltivano le persone adatte », ci può essere un abisso; e la differenziazione degli ambienti moltiplica, le sorprese. Chi può misurare tutti questi abissit Nessuno più crede di poterlo fare. Sembra che il crescente moto centrifugo e la diversificazione dei bisogni, in una società benestante, abbiano reso più difficile anche formulare teorie sul comportamento delle moltitudini. Il ceto dei « suburbani* può apparire a volte interamente dedito ad un' esistenza di consumi materiali, ma a volte supera le aspettative. Se ogni € schiumoso programma» della tv commerciale ha il suo pubblico di affezionati, la televisione « educativa* ha dieci milioni di spettatori fissi. Se molto denaro va nelle corse dei cavalli, è anche vero che «mai ci sono stati in America tanti quartetti d'archi come oggi ». E ogni anno, come pure s'è scoperto da poco, «molta più gente assiste ai concerti sinfonici che alle partite di base-ball*. E chi sono i soggetti del boom dei libri, o del boom dei dischi? Sempre i « suburbani ». In pratica si può dire «ceti intermedi » per comodità; ma l'uomo medio non esiste, così come il lettore medio è una pura invenzione. Che cosa leggono nelle lunghe serate suburhanc? Tutto, da Batman — l'uomo degli « ultra poteri* — a Gunter Grass, dal popolare Daily News al solenne New York Times, che pur non essendo «.popolare*, consuma in un anno più carta dell'India e del Pakistan insieme. Al pari della vita suburbana, anche l'indole delle moltitudini è inafferrabile, sorprende gli esperti della demoscopia e castiga i luoghi comuni. La sociologia non può essere più fonte di drastiche sentenze, né di saggi brillanti. In certi «exurbia* esistono già biblioteche pubbliche d'un milione o un milione e mezzo di volumi, come a Nassau e nella contea di Westchester. I figli frequentano università, che per la loro multiforme funzione vengono definite « multiversltà ». C7ii può giudicare questa gente? Si rischia di confondere, valutando alcuni simboli esteriori, fenomeni inconciliabili fra loro: nella stessa maniera in cui furono confusi, per qualche tempo, due personaggi come Nixon e Kennedy, quasi fossero usciti « dallo stesso mazzo », due prodotti finiti della stessa matrice, entrambi «sagaci, ambiziosi, opportunisti, privi di forti convinzioni e di profondi sentimenti* («Ho sempre pensato — scrisse per esempio Eric Sevareid sul Boston Globe nel 1960 — che avrebbero finito col dirigere qualche grossa azienda, ma non mi ha mai sfiorato neppure lontanamente l'idea che uno di loro avrebbe finito col dirigere la nazione *). Questo genere di slogan, c7ie dominò la campagna elettorale, del '60, rimane l'esempio classico di come la. fretta di giudicare e la sociologia facile possano sbagliarsi avendo per oggetto campioni di un'umanità varia, come quella americana. Anziché giudicabile, essa è sempre più paradossale e misteriosa: all'apparenza uniforme, ma in realtà inafferrabile come il fluido modo di vivere delle sue megalopoli. Alberto Ronchey

Persone citate: Arnold Green, Gunter Grass, Jean Gottmann, Kennedy, Long Island Express, Mills, Nixon, Riesman