Rinviato al 19 dicembre il processo sulla vicenda del Casino a St-Vincent di Giovanni Trovati

Rinviato al 19 dicembre il processo sulla vicenda del Casino a St-Vincent Al Tribunale di Milano per motivi di ordine pubblico Rinviato al 19 dicembre il processo sulla vicenda del Casino a St-Vincent Due ex consiglieri de della Regione valdostana (un medico ed un avvocato) debbono rispondere di tentata concussione per 600 milioni ai danni della società che gestisce la casa da gioco - Uno degli imputati non si presenta, perché ricoverato in ospedale a Torino - I giudici ordinano che il titolare di medicina legale di Milano accerti le sue condizioni - Gli accusati si protestano innocenti e annunciano gravi rivelazioni (Dal nostro inviato speciale.) Milano, 5 dicembre. Dopo una mattina cii discussioni, il Tribunale penale di Milano, ha rinviato al 19 dicembre il processo por tentata concussione a carico del medico dott. Francesco Gheis, 40 anni, dell'avv. Giuseppe Torrione, 43 anni, sia assessori regionali della Val d'Aosta per la de, e del dott. Ottavio Vittone, 43 anni, controllore della Vallee presso il casinò di Saint-Vincent. L'ammontare della tentata concussione doveva essere di 600 milioni, a danno della società < Sltav > che gestisce la casa da gioco. Presenti in udienza stamane c'erano il Gheis ed il Vittone, mancava l'avv. Torrione che, secondo un certificato medico, al primi di novembre è stato ricoverato d'urgenza per un'appendicite acuta all'ospedale Maria Vittoria di Torino. Il Tribunale, presieduto dal dott. Biotti, ha ordinato che il titolare della cattedra di medicina legale dell'Università milanese accerti la veridicità del certificato medico e faccia sapere se l'imputato può comparire in aula il 19 dicembre. Il processo interessa tutta la Val d'Aosta (e come fatto di costume tutto 11 paese); questa mattina erano venuti per assistere al dibattimento, e in parte per deporre come testi, i maggiori esponenti democristiani della Ragione. I fatti risalgono al luglio dello scorso anno e si collegano con la concessione del Casinò che avrebbe dovuto essere rinnovata nel marzo 1966. Dice il capo di accusa che il Gheis ed il Torrione, abusando della qualifica di consiglieri regionali «olirebbero compiuto otti idonei diretti in modo non equivoco a costringere gK amministratori dello " Sitati", attuale concessionaria, della casa da gioco di Saint Vincent, a dare loro indebitamente, von danno patrimoniale di rilevante gravitò, la. somma di 600 milioni mediante reiterata opera di induzione e di coercizione svolta nei confronti dell'amministratore e procuratore generale della Sitav, Carlo Gabriele Cotta». II capo d'accusa spiega che i due consiglieri avevano detto al dott. Cotta di essere interessati in una società, costituita per concorrere alla concessione della casa da gioco, e che nelle riunioni del gruppo consigliare de e nell'assemblea del Consiglio Regionale si sarebbero opposti al rinnovo del contratto con la «Sitav»; non solo, ma avrebbero chiesto che essa fosse esclusa da una eventuale gara di appalto. Per raggiungere il loro scopo, sia attraverso i giornali sia con lettere alle autorità, minacciavano di denunciare <pretese irregolarità fiscali commesse dalla "Sitav" in danno dell'amministrazione regionale ». Tuttavia « avrebbero rinunciato a tale programma sono sempre parole del capo di accusa — (...) ed in futuro avrebbero procurato, grazie alla loro qualità di amministratori regionali, ulteriori Vantaggi alla "Sitav", a condizione che questa versasse loro 570 milioni, destinati alla società in cui erano interessati, e .10 milioni alla democrazia cristiana ». La responsabilità del Vittone consiste nella sua opera di mediazione tra 1 due consiglieri e l'amministrazione della "Sitav". Il tentativo di concussione fallì perché il dott. Cotta il 6 luglio sporse denuncia al Procuratore della Repubblica di Aosta, dott. Caccia. Il processo, che si discute al Tribunale di Milano e non in Aosta, per motivi di ordine pubblico, si preannuncla molto combattuto, perché gli Imputati, in particolare i due ex consiglieri, sono decisi a difendersi rovesciando in udienza accuse contro compagni di partito e contro la « Sitav ». Essi si proclamano innocenti. In attesa che 1 giudici, riuniti in camera di consiglio, deliberassero sulle istanze presentate dai difensori e dalla parte civile, stamane abbiamo posto alcune domande al medico dott. Gheis. «Si parla negli atti processuali di una società denominata " Tour Alp *' con partecipazione di capitali svizzeri e del Lussemburgo, alla quale lei era legato da interessi, e che avrebbe dovuto ricevere 1 570 milioni della " Sitav ". Esiste?». <Che io sappia, no. Le mie parole furono fraintese. Non parlai mai di una specifica società. Ebbi solo a dire che sicuramente diverse società e svizzere e del Lussemburgo e di altri Paest erano disposte a concorrere per il casinò offrendo condizioni più favorevoli per la Valle ». «Perché 11 capo di accusa parla di divisione dei 600 milioni, 30 dei quali alla de? Nel suol colloqui con 11 dott. Cotta come venne fuori questa somma? ». «N'ori «( parlò mai di spartizione. Si parlò invece di 600 milioni che, a parere mio e dell'avv. Torrione, equivalgono a quanto la " Sitav " aveva sottratto alla Valle in dieci anni. Preciso. La "Sitav" dà alla Valle il 64 per cento degli incassi (in pratica un po' meno), ma nella convenzione non si parla della cagnotte, ossia delle mance che i giocatori lasciano ai croupiers. Per norma, metà della cagnotte va al personale tecnico del casinò, l'altra metà all'amministrazione del casinò. L'ammontare d alto. Nelle altre case da gioco arriva anche al SS per cento degli incassi. Noi presumiamo olle altrettanto accada a Saint Vincent. Sulla sua parte di cagnotte l'amministrazione del casinò dovrebbe pagare il 3(1 per cento (mi pare che sia cosi, non vorrei sbagliarmi) di ricchezza mobile. Si tenga presente che la Regione Aostana per legge costituzionale incamera gli otto decimi delle imposte statali. Secondo i nostri calcoli la "Sitav" avrebbe dovuto versare alla Regione per la cagnotte, .sotto forma di ricchezza mobile, ancora un SO milioni all'anno, in totale, calcolando gli anni della concessione, 600 milioni. Noi chiedevamo che questa somma fosse data alla Regione, non a noi o alla inesistente società "Tour Alp"*. «Questa versione è stata resa anche in istruttoria. Tuttavia... ». < Siamo qui imputati, perché evidentemente non siamo stali creduti dal P. M. ne dal giudice istruttore ». « Perché il partito vi ha abbandonato, tanto che avete dato le dimissioni?». <Non il partito, una parte. Il motivo è sempre la deprecata lotta delle correnti». Il casinò di Saint Vincent rappresenta la prima fonte di introiti per la Valle d'Aosta: basti ricordare che su un bilancio della Regione di 11 miliardi l'anno, quattro vengono dalla casa da gioco. Questo può spiegare gli interessi che gravitano attorno. Gli imputati sono difesi dagli avv. Bondaz e Palma di Aosta, dagli avv. Giulio, Salza, e dal prof. Gallo di Torino. La «Sitav» si è costituita parte civile con il patrocinio degli avv. Lener e Sbisà di Milano. Giovanni Trovati