Kiesinger nuovo Cancelliere tedesco 87 deputati socialisti votano contro di Tito Sansa

Kiesinger nuovo Cancelliere tedesco 87 deputati socialisti votano contro L'ELEZIONE ALLA CAMERA TRA FORTI CONTRASTI Kiesinger nuovo Cancelliere tedesco 87 deputati socialisti votano contro I democristiani applaudono in piedi, quasi tutti i Duesseldorf (capitale della Renania-Vestfalia, il socialisti (che in Parlamento sono 202) rimangono seduti - Una grave più popoloso « Land » tedesco) i socialisti rovesciano il governo de e crisi tra i due partiti: a si alleano con i liberali (Dal nostro corrispondente) Bonn, 1 dicembre. Dal mezzogiorno di oggi, la Repubblica Federale ha un nuovo Cancelliere — Kurt Georg Kiesinger, 62 anni — e da stasera un nuovo governo di «grande coalizione > formato dai due maggiori partiti, il democristiano-cristiano sociale e il sociaildemocratico. De e socialisti hanno il 90 per cento dei deputati del Bundestag, 447 (245 i primi, 202 i secondi) su un totale di 496, lasciando all'opposizione i liberali con 49 seggi. Sulla carta è un governo forte, fortissimo che, rimasto praticamente senza opposizione, dovrebbe avere vita facile. In realtà il governo messo insieme da Kiesinger e Brandt nasce con un peccato di origine: i socialdemocratici vi hanno acconsentito, e non tutti, perché non vi era altra soluzione, non potevano rischiare di governare coi liberali con tre voti di maggioranza. Lo resistenze al « matrimonio per forza » definito anche « contro natura » sono state, e sono ancora, assai aspre e indeboliscono la compagine ministeriale comprendente (sal¬ vo Barze! da una parte e Helmut Schmidt dall'altra) i nomi degli uomini di maggior prestigio del vivaio politico tedesco. La lista dei ministri comprende 11 democristiani (di cui tre dell'ala bavarese di Strauss) e 9 socialdemocratici: Cancelliere: Kurt Georg Kiesinger (de); Vice-Cancelliere e ministro degli Esteri: Willy Brandt (socialdemocratico); Finanze: Franz Josef Strauss (cristiano-sociale); Interni: Paul Luecke (de); Affari Pantedeschi: Herbert Wehner (socialdemocratico); Difesa: Gerhard Schroeder (de); Tesoro: Kurt Schmuecker (de); Economia; Karl Schiller (socialdemocratico) ; Giustizia: Gustav Heinemann (socialdemocratico) ; Famiglia e Gioventù: Bruno Heck (de); Agricoltura: Hermann Hoecherl (cristiano-sociale); Trasporti: Georg Leber (socialdemocratico); Edilizia: Lauritz Lauritzen (socialdemocratico); Scienza: Gerhard Stoltenberg (de); Lavoro: Hans Katzer (de); Sanità: Kaete Strobel (socialdemocratico); Cooperazione economica: Hans - Juergen Wischnewski (socialdemocratico); Profughi: Kai-Uwe Von Hassel (de); Poste e Telecomunicazioni: Werner Dollinger (cristianosociale); Affari federali: Karl Schmid (socialdemocratico); Il governo, dicevamo, non è forte, malgrado le apparenze: ha debolezze congenite e il Parlamento lo mina moralmente. Lo si è visto oggi in due occasioni: quando con voto segreto Kiesinger è stato eletto Cancelliere e quando il neoleletto ha accettato. Hanno votato a favore 340 deputati, contro 109, astenuti 23: in totale 132 deputati hanno rifiutato l'appoggio al candidato ufficiale. Si detraggano pure da questo numero i 45 deputati liberali oggi presenti in aula. Risulterà sempre che ben 87 parlamentari si sono opposti, e probabilmente sono tutti socialisti. L'esistenza delle divergenze è apparsa evidente quando Kiesinger ha accettato, e, più tardi quando ha giurato. All'accettazione, deboli applausi di un terzo dei socialdemocratici. Dopo il giuramento, mentre un applauso caloroso si levava dai democristiani in piedi, la maggior parte dei socialisti è rimasta a sedere insieme ai liberali: alzati sono rimasti solo una dozzina di dirigenti, Brandt, Wehner e qualche altro destinato a un posto al governo. Una scena penosa, che Kiesinger ha osservato con sguardo di gelo. A giudicare dal numero dei plaudenti, il governo varato oggi dovrebbe essere di minoranza, come quello di Erhard dimessosi ieri. I liberali hanno detto che « la crisi continua ». Nelle file democristiane-crlstiano sociali l'atmosfera non è serena. Già si è indignati con i nuovi alleati accusati di slealtà: i socialdemocratici non hanno votato compatti alla Camera, come avevano promesso, e a Dusseldorf, capitale del più importante Land tedesco, la Renania-Vestfalia (15 milioni di abitanti), hanno giocato proprio oggi un tiro mancino, rovesciando il governo democristiano e aliandosi con i liberali. Le beghe interne non sono scomparse: Erhard, lasciato il banco di governo, non ha voluto riprendere il suo posto accan to a Barzel, ma sì è fattotrasferire alcuni banchi più in là. Più tardi, quando tutti i democristiani e anche i liberali hanno applaudito per ringraziare il Cancelliere uscente, Adenauer è rimasto seduto senza muoversi e senza guardarlo. . L'impressione degli osservatori politici è che il governo Kiesinger-Brandt, intoccabile e inaffondabile (per rovesciare Erhard, rifiutato da tutti, ci sono voluti 4 mesi e 20 giorni) è cariato dall'interno. Sarà difficile, forse impossibile, e per i ministri e per i deputati dei due partiti improvvisamente affratellati «per il bene del paese», trovare un accordo. Le annone rivalità torneranno a galla. La durezza della lotta che verrà ingaggiata (tenendo di vista le elezioni politiche del 1969) è apparsa quando si è trattato di formare la lista di governo: si è dovuto tener conto non solo del colore politico dei ministri, ma anche della loro origine (tanti del Nord, tanti del Sud) e della loro religione: ad un certo momento, accortisi che i cattolici erano in maggioranza rispetto ai protestanti, è stato eliminato Gradi, sostituito con l'evangelico von Hassel, che dalla Difesa è passato ai Profughi (co- sa che ha fatto ridere tutto il Parlamento). Ma siamo solo agli inizi, la battaglia deve ancora venire. Si fa osservare — per esempio — che il ministro degli Esteri Brandt ha le mani legate, perché la costituzione tedesca affida al Cancelliere, e solo a lui, di stabilire la politica estera del paese. Inoltre egli sarà isolato, perché l'apparato del ministero degli Esteri, dagli ambasciatori fino all'ultimo usciere, è in mani democristiane. Nessuno si fida di nessuno: è stata cambiata oggi perfino la guardia del corpo del Cancelliere, è cambiato l'autista, si cambieranno le dattilografe. Kiesinger e Brandt, poi, hanno un loro tallone d'Achille: non essendo deputati, i due primi rappresentanti del governo non godono dell'immunità parlamentare e, in teoria, chiunque potrà trascinarli dinanzi a un tribunale. Dopo cinque settimane esatte di crisi e di discussioni diurne e notturne, quelli che hanno vissuto a Bonn la nascita della « grande coalizione » pensano solo a riposare. Il presidente del Parlamento, Gerstenmaier, ha dato tre giorni di vacanza. Si riprenderà la prossima settimana — non si sa ancora quando — per la dichiarazione programmatica di governo che sarà letta dal Cancelliere Kiesinger. « Vi sarà battaglia grossa nel ministero — ha detto un deputato socialdemocratico, — chissà come riusciranno a mettersi d'accordo ». Tito Sansa mgttgmam r Il cancelliere Kiesinger durante la cerimonia del giuramento a Bonn (Tel. A. P.)

Luoghi citati: Bonn, Renania