Processo per i dodici delitti svelati da una vedova di Palermo

Processo per i dodici delitti svelati da una vedova di Palermo Processo per i dodici delitti svelati da una vedova di Palermo Cominciato ieri a Perugia per « legittima suspicione » - La donna che accusa i 23 imputati è Seratina Battaglia: suo marito, suo figlio e suo cognato furono assassinati dalla mafia (Nostro servizio particolare) lPerugia, 29 novembre. ni processo a ventitré perso- ne accusate di una serie di dodici delitti commessi tra il 1956 e il 1962 in Sicilia, è cominciato stamane dinanzi alla Corte d'Assise d'Appello di Perugia, dove il dibattito era stato assegnato per « legittima suspicione » dalla Suprema Corte. Tutti gli imputati furono giudicati già una prima volta, nel giugno 1964, dalla Corte d'Assise di Palermo All'autorità giudiziaria fu possibile istruire il processo in base alle rivelazioni fatte ria Seratina Battaglia, conosciuta anche come « la vedova della malìa ». Secondo l'accusa gli imputati sono ritenuti Implicati in un « regolamento di conti » tra due famiglie siciliane le quali, a poco a poco, persero ben dodici persone, tutte uccise in agguati. Controllando le affermazioni di Seratina Battaglia i carabinieri poterono accertare che, nel 1956, la figlia di un uomo che aveva fatto parte della banda dì Salvatore Giuliano, fu « disonorata » da Giuseppe Pellerito. Vennero fatti tentativi aftinché il giovane sposasse la ragazza finché una sera, dopo una tumultuosa riunione fra le due famiglie, il padre della giovane, Angelo Polizzi, sparò alcuni colpi di pistola, ferendo il Pellerito e uccidendo due persone. Cominciò così la serie di vendette tra le famiglie dei due giovani, le quali ebbero anche l'« appoggio » di altre famiglie del luogo. La famiglia di Seratina Battaglia si schierò dalla parte della famiglia dell'offesa. Il dodicesimo ad essere ucciso fu Salvatore Leale, detto «lupo», figlio della vedova Battaglia: così era accaduto a suo padre, Stefano Leale ed al cognato della vedova Battaglia, Ciro Corrado. Alla morte del figlio, nel novembre 1962, Seraflna Battaglia, decise di infrangere l'omertà e parlò ai carabinieri di tutti i dodici delitti commessi fino ad allora. A conclusione dell'indagine, trenta persone furono rinvia te a giudizio sulla base di gravi indizi. Tra queste, Marco Semilia era accusato di omicidio premeditato; tutti gli altri erano ritenuti responsabili di associazione per delinquere o favoreggiamento. La Corte d'Assise di Palermo, dopo un processo durato un mese, pronunciò una lunga serie di condanne, una sola assoluzione con formula piena e sei per insufficienza di prove. Marco Semilia fu condan nato a 26 anni di reclusione Per omicidio premeditato. Gli altri condannati (tutti con pene varianti dai dieci anni a un anno e otto mesi) sono Domenico Albano, Matteo Cor rado, Vincenzo Corrado. Rocco Semilia, Luigi Semilia, Antonio D'Amore, Michele Carollo. Salvatore Migliore, Giovambattista Giordano, Antonio Miceli, Giovanni Miceli, Giuseppe Corrado, Paolo Verne, GiovanVallone, Salvatore Greco, Angelo Semilia, Giuseppe D'Arrigo, Giovanni Fortunato Baldo e Francesco Maggiorana. Oggi, alla prima udienza, presieduta dal dott Bellocchi, era presente in aula anche Seraflna Battaglia. Il procuratore generale dott. Colacci ha letto una comunicazione giunta dal¬ la Procura generale di Palermo, dove si afferma che alcuni degli attuali imputati sono stati rinviati a giudizio dalla Corte d'Assise d: Palermo per rispondere di alcuni omicidi. Alla lettura e all'acquisizione agli atti della missiva si sono opposti i difensori. La Corte ha respinto l'eccezione rinviando la missiva alla Procura generale e non allegandola agli atti. Quindi si è avuta la relazione del consigliere relatore dott. Pompei sui fatti ai quali si riferisce il processo; poi la Corte ha respinto una seconda eccezione sollevata dai difensori, I quali ritenevano che venissero lette alcune lettere degli imputati che sono agli atti. Il dibattimento è stato quindi aggiornato a domani mattina. r. s.

Luoghi citati: Palermo, Perugia, Pompei, Sicilia