Italia-Romania 3 a 1 (dopo molte emozioni)

Italia-Romania 3 a 1 (dopo molte emozioni) A Napoli vittorioso esordio degli azzurri nel Campionato d'Europa Italia-Romania 3 a 1 (dopo molte emozioni) Nei primi minuti di gara un improvviso tiro di Dobrin porta i romeni in vantaggio - Strano pareggio di Mazzola - Gli ospiti protestano, ma arbitro e segnalinee convalidano il punto - De Paoli e ancora Mazzola danno la vittoria alla nostra squadra - Ottantacinquemila spettatori; oltre 89 milioni di incasso (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 26 novembre Il risultato, per quanto in proporzioni un po' ridotte, c'è stato. La squadra nostra, un po' meno. Ed il gioco della squadra stessa rilevantemente meno ancora. Spieghiamoci. Gli azzurri hanno vinto con due reti di scarto. E' bene. Ma doveva, secondo tutti i calcoli, essere meglio. Nella sua fase eliminatoria, il regolamento del torneo della Coppa delle Nazioni prevede che, in caso d'incertezza, la vittoria per la classificazione al girone seguente venga attribuita alla squadra che avrà segnato il maggior numero di reti. Ora sono proprio gli incontri casalinghi che offrono le occasioni più propizie per accumulare un forte numero di reti all'attivo. E' bene, l'esperienza insegna, non lasciare mai nulla al caso, in competizioni di lunga durata, dove le cose più impreviste possono succedere. Sotto questo aspetto, l'incontro di Napoli può quindi venir considerato come un'occasione mancata. Un discorso più lungo esigono invece le altre due considerazioni, che per la loro natura si possono benissimo abbinare: la squadra e il gioco che essa ha svolto. Prima di tutto, alla persona che guardi puramente a quanto avvenuto sul campo oggi, senza tener conto di altro, non si può proprio proclamare che si sia trovata nella squadra messa in campo quella che fa al caso nostro e che risolve senz'altro tutti i nostri problemi. Di problemi essa ha semplicemente risolto quello del momento. Perché la formazione mandata in campo in questa occasione ha mostrato parecchie deficienze e debolezze. Essa ha avuto un grande punto di forza in Corso che è stato questa volta più aggressivo che in precedenti occasioni e si è comportato in modo intelligente e preciso nel dirigere e nel lanciare ogni nostra azione di attacco. Ma di uomini che non hanno giocato che a strappi e a balzi, se ne sono visti diversi, e più ancora di elementi che all'altezza della situazione non riescono ad arrivare. Vedasi principalmente Domenghini, che delle qualità che costituiscono la vera classe internazionale, sinceramente non è molto fornito. Il gioco svolto dal nostro undici è stato a lungo piuttosto sconcertante. E' vero che alla prova pratica l'avversario che noi abbiamo dovuto incontrare ha dimostrato di essere migliore, più tecnico e più evoluto di quanto si prevedeva. Esso ha fatto dei progressi materiali notevoli, anche in fatto di tecnica pura, in questi ultimi tempi. Ma non in una misura tale da poter giustificare una supremazia territoriale come essi, specialmente nel secondo tempo della partita, cosi a lungo hanno esercitato. Non dimentichiamolo, i romeni hanno segnato per primi subito all'inizio dell'incontro. Una rete di quel bel giocatorino che risponde al nome di Dobrin, una rete nitida e pulita, e si è dovuto andare fin vicino al termine del primo tempo per acciuffare da parte nostra 11 pareggio con una rete che non può fare a meno di essere discussa piuttosto a lungo. Poi, essi hanno saputo creare un blocco efficiente davanti alla rocca difesa da quel bel portiere che è Datcu, ed hanno svolto dei contrattacchi più numerosi del previsto, e qualcuno anche di qualità pregevole. La rete del pareggio, l'undici ospite l'ha subita in modo molto insolito: il portiere si è fatto sorprendere da un tiro alto di Mazzola, mentre egli aveva i piedi e quasi l'intero corpo al di là della linea della porta, ed ha effettuato la sua parata — certo inavvertitamente — con la palla in posizione molto dubbia. E la seconda rete, quella segnata da De Paoli, i romeni l'hanno subita a seguito di un garbuglio dei difensori in piena area di rigore. La migliore e la più regolare delle tre reti è stata senza alcun dubbio l'ultima quella segnata da Mazzoi' ìel secondo tempo. Nella -posizione dei giocatori a rri in campo, vera chiarezza di vedute non vi è stata mai. La consueta tattica difensiva degli uomini neroazzurri pareva, e spesso era veramente temperata, se non proprio alterata, da necessità dettate dalla contingenza. E principalmente il gioco di metà campo ne venne a soffrire Le nostre azioni d'attacco sono state spesso confusionarie e convulse. Con Corso non in posizione dì punta, esse risultavano quasi sempre affidale a due uomini soli, a Mazzola cioè, e a De Paoli. Forse anche l'avversario era stato dai nostri sottovalutato Hanno nuociuto agli azzurri, senza dubbio, tutte le dichiarazioni euforiche — se poi non sono stati i giornalisti ad inventare queste dichiarazioni —; dichiarazioni fatte alla vigilia della gara sul valore della squadra nostra e su quello della squadra romena. Non sareb¬ be possibile una buona volta di costringere i giocatori nostri a parlar meno e a giocare meglio? Non è stata una gran par tita, vien da ripetere a conclusione. E\ stata quasi una cosa di ordinaria amministraizione. Il risultato solo ha finito per soddisfare. Il terreno di gioco, dopo le cure di cui era stato fatto oggetto, e principalmente a seguito del miglio¬ ramento del tempo — la partita si è svolta quasi interamente sotto un pallido sole — non è stato poi tanto pesante come vi era da temere Esso non ha posto certamente 1 giocatori delle due parti in causa di fronte a grosse difficoltà. Ad onore di ambe le squadre, va menzionato il fatto che non solo l'incontro non ha visto un solo giocatore ferito o contuso, ma che il gioco non è stato mal, né nel primo né nel secondo tempo, guastato da gesti di violenza o anche solo di scorrettezza. E l'arbitro tedesco Schulenburg, che è stato pienamente all'altezza della situazione, ha potuto svolgere il suo compito con serenità e quasi con tranquillità, non avendo avuto occasione di richiamare all'ordine uomo alcuno. Il pubblico pure si è portato bene. Non era troppo numeroso. Vi era quasi più gente la domenica precedente per l'incontro del Napoli con la Juventus. Gli sportivi partenopei stanno attraversando attualmente i loro momenti di ansia per la gelosia e i litigi interni relativi alla trasformazione del sodalizio in società anonima. Ma la squadra nazionale essi l'hanno incoraggiata e sostenuta con lealtà e senza esagerazioni di nessun tipo. Nemmeno il più innocuo dei petardi è stato sparato in tutta la giornata. Una cosa davvero eccezionale per la città di Napoli. Vittorio Pozzo Corso, che sta saltando, e De Paoli, a destra, nell'azione del goal del 2 a 1 segnato dal centravanti azzurro (Tel.)

Persone citate: De Paoli, Dobrin, Domenghini, Mazzola, Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Europa Italia, Napoli, Romania