Una maliziosa commedia di Giraudoux rappresentata in prima italiana a Milano

Una maliziosa commedia di Giraudoux rappresentata in prima italiana a Milano Una maliziosa commedia di Giraudoux rappresentata in prima italiana a Milano « Pour Lucrèce» è un testo minore dello scrittore francese, probabilmente incompiuto Protagonista è una donna virtuosa del Secondo Impero, incapace di vivere in una società fondata sull'adulterio • Interpreti principali Lilla Brignone e Valentina Fortunato (Dal nostro inviato speciale) Milano, 25 novembre. Con una commedia che non era mai stata rappresentata in Italia, è tornato sulle nostre scene Jean Giraudoux, una delle figure più illustri delle lettere francesi tra le due guerre, ma la cui fama, affi- dalla Comédie-Francaisc, considerare il suo .teatro con la data soprattutto alle opere di teatro, si è un poco offuscata. E si comprende. Sono passati ventidue anni dalla morte, ma il sorridente intellettualismo di Giraudoux, la sua sofisticata sensibilità, la sua pungente eleganza sembrano appartenere ad un tempo anche piii remoto. E d'altra parte è troppo presto, almeno da noi se non in Francia, dove Girau doux è giù stato canonizzato distanza, ed il distacco, che convengono ai classici. Eppure le sue commedie, che per la maggior parte ironicamente traspongono antichi mi ti, si ascoltano ancora con di letto; e volentieri ci si abban dona al flusso ininterrotto di un dialogo armonioso e bril lante. Anche quando si tratta, palesemente, di un testo minore come «Pour Lucrèce» rappresentata postuma nel '53 da Barrault e approdata que sta sera al Sant'Erasmo nella nitida, e impeccabile traduzione di Carlo Terron con un titolo, Lucrezia?, dove il punto interrogativo sembra suggerire, abbastanza tendenzio samente, una interpretazione ironica, che non è disdicevole al testo. Il nome di Lucrezia è qui soltanto un richiamo alla co sfa matrona romana uccisasi per la violenza subita da Tar quinio, mentre Lucile, che di quel personaggio è il riflesso, è la sposa di un magistrato del secondo impero — siamo nel 1868, ad Aix, in Provenza — e di una Lucrezia ha l'assoluta fedeltà coniugale ed un'intransigente purezza. Al punto che non rivolge la parola alle adultere, ahimè quasi tutte le donne di Aix, e nemmeno ai loro mariti, se non per informarli della loro disgrazia. Subito infatti, in un caffè della cittadina, ecco Lucile rivelare all'ignaro Armand che sua moglie Paola lo tradisce, e attirarsi l'odio feroce dell'amica per essere venuta meno alla legge universale dell'omertà femminile. Paola ha già nella borsa la vendetta, un narcotico. Lo versa nel bicchiere di Lucile che, priva di sensi, viene portata nella camera di una compiacente megera. Si risveglierà discinta su, un letto contaminato e non ci vorrà molto per persuaderla di essere stata vittima del conte Marcellus. il più dissoluto libertino della città. Recatasi da costui per imporgli di cancellare con il suicidio l'infamia commessa, Lucile trova in Armand un paladino che, sfidato a duello il conte, lo uccide. Ma la tragedia è appena co minciata. Lucile confessa al marito l'onta che ha subito, ma ne viene respinta per poi apprendere dalla trionfante Paola che non c'è stata violenza, che non c'è stato peccato. E tuttavia Lucile si uccìde, senza proclamare la propria innocenza, per testimoniare con la sua morte che il mondo è nobile, l'umanità è pura. «Qualche volta», corregge Paola, mentre la novella Lucrezia si spegne. Narcotici e veleni, un duello, due morti, di cui una in scena, non bastano per fortuna a precipitare la commedia in un melodramma. Lo impedisce il filo di una continua ironia, anche se esso, talvolta, s'allenta e, alla fine, addirittura si spezza. Ma si rafforza amnlitscacccg allora l'impressione che altre mani (il figlio forse?), abbiano toccato quest'opera che l'autore, se ne avesse avuto il tempo, avrebbe certamente riveduto e, probabilmente, sfrondato. Davvero si stenta a credere che sia di Giraudoux 'interminabile tirata davanti al cadavere di Lucile (ma perché non tagliarla alla recita?), con cui tocca a Maria Fabbri, che caratterizza con efficacia la vecchia mezzana, di ripigliare tutti i temi della commedia. Sotto l'egida del « Teatro delle novità », Lucrezia? è stata rappresentata da quasi lutti gli attori che, recentemente, hanno dato vita ad un'intelligente ed eccellente edizione dei Lunatici di Middleton. Ma il regista Luca Ronconi ?io»i ha ripetuto Quell'exploit, accontentandosi di un allestimento corretto e dignitoso, ma piuttosto anonimo. Fanno invece spicco, esaltati anche dalla scena centrale, gli interpreti. Nelle parti di Lucile e di Paola si fronteggiano Valentina Fortunato e Lilla Brignone: questa domina nel primo atto, quella pareggia la partita nell'ultimo. Con esse, nella cornice scenica di Jean- Marie Simon, che ha disegnato anche i sontuosi costumi, gareggiano in bravura Sergio Fontani e, Mario Erpichini, e non sfigurano Francesca Benedetti, il Garinei e. il Puglisi, tutti molto applauditi. Alberto Blandi

Luoghi citati: Aix, Francia, Italia, Lilla Brignone, Milano, Provenza