Nessuno del 38 Comuni della Cernie è scampato alla turia dell'alluvione di Gigi Ghirotti

Nessuno del 38 Comuni della Cernie è scampato alla turia dell'alluvione Nessuno del 38 Comuni della Cernie è scampato alla turia dell'alluvione E' una regione povera e impervia, la più dimenticata del Veneto e dell'Italia: persino la "Gazzetta Ufficiale" omise il suo nome dall'elenco delle zone sinistrate - Abbiamo portato ai suoi amministratori provinciali l'offerta dei lettori de "La Stampa" (Dal nostro inviato speciale) Tolmezzo, 23 novembre. In Palazzo Carnia busso, spingo una porta (di uscieri neanche l'ombra) e mi trovo tra le braccia medesime del presidente della Comunità carnica, avv. Libero Martinis. Dico: «Sono qui con i 10 milioni che i lettori de "La Stampa" hanno offerto e destinato alla Carnia». «Benvenuto.'», esclama il presidente. « Benvenuto 10 milioni di volte più una: Poso sul tavolo il grosso assegno che ho portato quassù con una veloce corsa da Bassano del Grappa e poi m'informo: « Capisco V) milioni di volte benvenuto. Ma perché "più una"? ». Il presidente non me lo vuol dire. * Lo capirà da solo ». Mi porta in giro per gli uffici. Vedo impiegati, pochi e laboriosi, tecnici che lavorano ad ultimare i progetti per la ricostruzione degli argini e delle strade distrutti dall'alluvione di quindici giorni fa. Poche scartoffìe, uscieri, come ho detto, nemmeno uno. « Non par nemmeno di essere in un ufficio pubblico », dico. Sto per domandare come verranno impiegati questi 10 milioni ma la domanda mi muore tra le labbra; mi trovo tra gente così per bene, in uffici cosi effl- cienti che mi sembrerebbescortese avanzare sia pure un lontano dubbio sul giusto utilizzo di questo danaro, che « La Stampa » ha raccolto tra i suoi lettori. E' certo in buone inani e pulite. In ogni modo, ecco i particolari delle iniziative di soccorso: la Comunità ha indetto una sottoscrizione tra i 57 mila abitanti della Carnia (38 comuni) e inoltre ha lanciato il suo appello ai friulani sparsi nel mondo e raccolti dovunque nelle « Famiglie friulane» e nei «Fogolar». Sono sodalizi potenti e direttamente legati alla « patria del Friuli ». Roma ha 60 mila friulani iscritti nel sodalizio, ma ce ne sono anche a New York, in Africa, in Asia, in tutti i Paesi d'Europa. Hanno già cominciato a muoversi, però l'oblazione più cospicua fino a questo momento è quella de « La Stampa ». « Questa offerta servirà a stimolare l'emulazione, l'amor proprio, la solidarietà dei friulani e dei camici, in patria e all'estero », mi dicono i dirigenti della Comunità. E' un ente con caratteristiche insieme antichissime e moderne: da un lato si ispira alle «regole » secolari delle comunità montane, per la gestione comune di boschi, pascoli, bacini imbriferi; dall'altra prov- vede con uffici centralizzati a fornire ai comuni certi servizi che essi non potrebbero assicurare ai propri amministrati: per esempio la progettazione di opere pubbliche, il coordinamento e lo stimolo delle iniziative economiche. Tolmezzo è la capitale riconosciuta della Carnia, e la sede della Comunità custodisce anche il Museo delle arti e delle tradizioni popolari della regione. Il Palazzo Carnia, con i suoi uffici moderni e il suo museo, è cosi la cattedrale delle memorie, il centro delle speranze e della vita della Carnia. Non c'è dubbio che il soccorso rie * La Stampa ». unito a quello dei friulani e dei camici, verrà distribuito secondo criteri democratici, stabiliti dalla Giunta della Comunità. Precedenza alle famiglie colpite più drammaticamente. La sera dell'alluvione, il sindaco di Forni Avoltri, Riccardo Romanin (membro della Giunta camica) insieme con l'impiegato comunale Emilio Romanin si era recato in automobile a visitare una frazione, Avoltri. allagata e minacciata ria frane. L'automobile del sindaco saltò in una voragine aperta dalla piena del Dogano. Morirono il sindaco e l'impiegato e due loro compagni di viaggio, che accorrevano anche essi per aiuti. Oltre a questi casi sventurati, ci sono da aiutare i sinistrati: una ventina di case sono distrutte, molte altre scoperchiate. Poi ci sono le devastazioni compiute nei boschi: circa 80.000 metri cubi di legname sono perduti. Nel migliore dei casi dovrà essere venduto sotto costo, sempre che si arrivi In tempo a recuperare i tronchi prima del disgelo (se no il legno marcisce). I 38 comuni della Carnia avevano, nell'ottobre scorso,accolto con gioia il presidenteSaragat, gli avevano annun-ciato con giusto orgoglio diessere tutti con il bilancio inpareggio (e qualcuno anche inattivo). Ora l'economia deimunicipi è sconvolta ma nes-Simo pensa di lasciarsi ten-tare dalla politica degli indebitamenti. Mi dice il vice presidente della Comunità carnica: «Ci sotto paesi i cui abitanti meriterebbero di essere tutti nominati cavalieri della Repubblica e di fruire di una pen-afone di Stato, per il solo fattodi continuare ad abitare Ins-sii». «Lassù* c'è sempre mol-to da fare, anche nell'interessedi «laggiù»: chi avrebbe curadei boschi, delle foreste, del patrimonio stradale, idroelettrico e turistico delle Alpi Orientali, se queste ultime, fedeli sentinelle di tanta ric- chezza decidessero di smonta re dal servizio? In dieci anni la Carnia ha perduto circa 25 mila abitanti (emigrazione): bisogna impe dire che l'emorragia continui Soprattutto bisogna capire che i più lontani non debbono, per che lontani, pazienti e silenziosi essere dimenticati. Due giorni fa, quando la Gazzetta Ufficiale pubblicò il primo elenco dei comuni danneggiati dall'alluvione, la Carnia scopri , con stupore che nessuno dei e!suoi municipi vi era incluso, -j mentre tutti e trentotto sono i stati duramente flagellati, : Sarà stata anche colpa delia ni fretta, qui non si discute. In !un secondo tempo l'errore fu -jriparato e tutta la Carnia in -j blocco entrò nell'elenco dei e i - conruni sinistrati. La fretta, si capisco: ma anche la sbadataggine. A Roma ci si ricorda poco dei camici, nel momento delle disgrazie. Più puntuali nel ricordo appaiono le autorità fiscali, che hanno fatto sapere di non rinunziare a 80 o| milioni di Ige sul legname che -jPotrà essere recuperato e - svenduto dopo il diluvio. E' e! Per questo che il soccorso di aiTorino, visto che Roma è tan- l i -| to distratta, è stato accolto dal presidente Martinis con gratitudine affettuosa. « 10 milioni di volte più una». Gigi Ghirotti

Persone citate: Emilio Romanin, Libero Martinis, Martinis, Riccardo Romanin