Processo d'appello per la mondana ritrovata uccisa in un ripostiglio

Processo d'appello per la mondana ritrovata uccisa in un ripostiglio S'è iniziato ìgjtì all'Assise eli Torino Processo d'appello per la mondana ritrovata uccisa in un ripostiglio La vittima (una ventottenne astigiana) fu rinvenuta cadavere dopo oltre un mese nella sua casa di corso Napoli - Il principale imputato, Giovanni Faga, ex milite della « Legione straniera », nel primo dibattito ebbe 20 anni per omicidio preterintenzionale - Il P.G. ha proposto un aumento di pena di sei anni e ha chiesto l'aggravio delle condanne inflitte ai due fratelli Margani - Oggi parlano i difensori; in serata la sentenza E' cominciato ieri alla Corte d'Assise di Appello il processo di secondo grado per il delitto di corso Napoli a Torino: l'il agosto 1964, in un ripostiglio della sua abitazione di corso Napoli 26, sotto un mucchio di stracci e di vecchi1, giornali, veniva trovato il cadavere, ormai scheletrito, della prostituta Vittoria Gabri, ventottenne, di Asti. Il decesso risaliva ad oltre un mese. I sospetti si addensavano sullo sfruttatore della donna, Ugo Margani di 34 anni, ma costui respingeva energicamente l'accusa di omicidio. Nel corso delle indagini la polizia apprese che la Gabri, da qualche tempo, era in relazione anche col trentanovenne Giovanni Faga, abitante in via Traila 4, un uomo dal passato avventuroso, che aveva prestato servizio in Indocina, nella «Legione straniera». Costui aveva visto per ultimo la Gabri in vita e persino Ugo Margani, che cercava disperatamente la sua donna, si era rivolto all'ex legionario per avere notizie. Il Faga, per spillare dieci mila lire allo sfruttatore e per stornare eventuali sospetti, aveva mostrato al Margani un falso telegramma nel quale la Gabri, ormai morta da parecchi giorni, annun clava il suo prossimo arrivo da Courmayeur. Poi il Faga aveva lasciato Torino, in compagnia di Nul lo Giungi, suo ex compagno di carcere, trattenendosi 1S4 mila lire avute dal suo datore di lavoro. I due avevano vagato per alcuni giorni attraverso l'Italia, commettendo piccoli furti. Furono catturati a Savona e l'ex legionario confessò quasi subito di aver ucciso la Gabri, il 30 giugno. Del resto la polizia era ormai in possesso di una prova schiacciante: tre ore dopo il fatto il Faga era andato a impegnare al Monte di Pietà l'orologio d'oro sottratto alla vittima. II febbrile lavoro svolto dalla polizia in quei giorni portò sul banco degli imputati altre due persone: Ernesto Margani, fratello minore di Ugo, accusato di sfruttamento della moglie Anna Gioco, « collega » della Gabri e Francesco Gattuso, ex amico dell'assassinata. Risultò che il Gattuso aveva ricevuto dei vaglia da Vittoria Gabri verso la fine del 1957 e nei primi mesi del 1958 quando la ragazza era ancora ospite delle «case chiuse». Giovanni Faga, fin dai primi interrogatori, si giustificò dicendo che la morte della Gabri era stata «una disgrazia »: « Stavamo litigando — precisò — e le diedi uno schiaffo. Cadde sul pavimento ed io tentai invano di rianimarla*. I giudici di primo grado accolsero la tesi dell'omicidio preterintenzionale e condan narono il Faga, responsabile anche di furto, truffa, occul tamento di cadavere, falso e appropriazione indebita, a 20 anni. Ugo Margani ebbe 6 anni con 1 anno di casa di lavoro; Ernesto Margani 3 anni e 1 anno di casa di lavoro; Francesco Gattuso (l'unico rimasto a piede libero) 1 anno e 4 mesi e 1 anno di casa di lavoro. Il Giungi fu condannato a 1 anno e 7 mesi di reclusione e 9 mesi di arresto II presidente interroga per primo Giovanni Faga, che appare smagrito ed è pallidissimo. « .Von 7io ucciso la Gabri per portarle via il denaro. Del resto, non aveva mai soldi in casa e fui costretto più volte a prestarle e a regalarle dei quattrini. Raccolsi l'orologio senza nemmeno pensare a (/nello che facevo: era per terra, nel corridoio ». Presidente — Vuole spiegarci come e perché ha ucciso la donno?■ Faga — Ero andato da lei per tinteggiarle l'alloggio Volevo bene a Vittoria e desideravo che lasciasse lo vita e venisse ad abitare con me. Vi fu una discussione e lei mi rispose male Le diedi un ceffone, uno solo: si chinò per schivarlo ma non vi riuscì La presi alla gola, senza volerlo Presidente — Alloro l'ha nascosta nello sgabuzzino e se n'e andato, senza dimenticare l'orologio. Faga — Io non l'ho nascosta. Il cadavere fu trovato in un altro ripostiglio, più grande. Quando io lo lasciai. Vittoria era adagiata in un armadio a muro, con i piedi che. sporgevano sul corridoio. Il presidente si rivolge a Ugo Margani: •: A lei debbo fare poche domande E' vero che, oltre la Gabri. sfruttava anche un'altra giovane prosit iuta, Graziella Lonardi? ». Ugo Margani — La Lonardi non ha mai fatto la prostituta. Sono uscito qualche volta con lei, come un buon amico Ernesto Margani nega non soltanto di aver percosso la moglie Anna Gioco ma anche di averla sfruttata: « E' la madre dei miei tre figli, sareb he una cosa assurda ed igne bile. Le ho dato qualche schiaf fo, ma soltanto perché non volevo clic facesse la vita » Francesco Gattuso afferma « La Gabri, quando era in ca- sa di tolleranza, mi mandò alcuni vaglia. Ma servirono per pagare una macchina che avevo aceiuistato per lei, anche se in un primo tempo, fu intestata a. me». Nullo Giungi è interrogato per ultimo. E' un tipo grosso, ma cerca disperatamente di farsi piccolo e di passare inos¬ servato. « Non sapevo che il Faga avesse ucciso una donna ». Il p. g. dott. Benedicti pronuncia quindi la requisitoria. <In questa causa — dice — siamo sommersi dal fango. Come possiamo credere a questi sfruttatori quando ci vengono a dire che avevano intenzione di "redimere" le loro vittime? Lo stesso Faga non si salva dal sospetto. E' un uomo che deruba il. padre e il datore di lavoro: prima dì pulire gli altri, bisogna ripulire se stessi» Un fratello dei due Margani, tra il pubblico, applaude. Il presidente lo richiama all'ordine e lo fa allontanare dall'aula. « Pensate alla bcff.i del tele grammo falso e all'orologio dell'uccisa, impegnato poche ore dopo il delitto. Tuttavia per il Faga — prosegue il p. g. — ?ion credo che si possa andare più in là. dell'omicidio preterintenzionale, con un con gruo aumento di pena ». Il dott. Benedicti passa quindi in rassegna le posizioni dei due Margani e del Gattuso, che egli definisce « il consorzio degli sfruttatori ». « Jv"ei motivi d'appello hanno chiesto che non venga loro applicata la casa di lavoro, ma solo il Gattuso, incensurato, si solverà dalla misura di sicurezza c non farà neanche un giorno di carcere a. causa del condono. Ugo Margani, invece, c uno sfruttatore professionale ed è il manutengolo anche della Lonardi. Da quest'ultima accusa i primi giudici l'hanno erroneamente assolto. Anche suo fratello Ernesto merita una pena più grave per avere sfruttato la moglie usando la violenza ». Il p. g. ha concluso chiedendo 26 anni, complessivamente, per Faga; 7 anni più un anno di casa di lavoro per Ugo Margani; 6 anni più un anno di casa di lavoro per Ernesto Margani; la conferma per gli altri due. Nel pomeriggio hanno parlato i difensori. Stamane, in difesa di Ugo Margani, prenderà ancora la parola l'avv. Rodolfo De Marsico e subito dopo la Corte si ritirerà per la sentenza. g. a. Giovanni Faga in Corte d'Assise d'Appello ieri a Torino

Luoghi citati: Asti, Courmayeur, Indocina, Italia, Savona, Torino