II Piave (nel Trevigiano) ha rotto in venticinque punti

II Piave (nel Trevigiano) ha rotto in venticinque punti II Piave (nel Trevigiano) ha rotto in venticinque punti Nessun'altra zona del Veneto è stata tanto flagellata dall'alluvione Perdute interamente le colture di grano e foraggio, annegati 3 mila capi di bestiame, oltre 1000 aziende e 250 negozi inservibili per mesi (Dal nostro invioto speciale) Treviso, 11 novembre. La piena del Piave, quella del Livenza e quella del Meduna, del Monticano e di numerosi altri corsi d'acqua hanno causato in provincia di Treviso l'inondazione di venticiriquemila ettari di terreno, la perdita di tremila capi dì bestiame (senza contare i polli), la distruzione delle colture di grano, di granoturco e di foraggio, la rovina di oltre duecentocinquanta negozi, una quarantina di aziende industriali e oltre mille aziende artigiane (soprattutto mobilifìci), le cui attrezzature sono da considerarsi perdute o inservibili per molti mesi. Il Piave ha rotto gli argini in venticinque punti, nella sua corsa lungo la Marca trevigiana. Per turare queste falle sono stati spesi fino a questo momento 470 milioni. Il Genio Civile calcola che per il ripristino delle arginature distrutte e delle altre opere idrauliche saltate in aria in conseguenza dell'alluvione, saranno indispensabili 2 miliardi e mezzo. Le vittime umane in provincia di Treviso sono tre: un autista, deceduto nell'accorrere ver.^o un paese per prestare l'opera di soccorso, un contadino a Zenson di Piave, e un bersagliere, vicino a Oderzo, nel rovesciamento di un mezzo anfibio. L'alluvione nel Trevigiano ha avuto due aspetti completamente diversi. Il Piave ha rotto con furore e invaso intere borgate a Maserada, San Biagio, Zenson. Al suono delle campane a stormo, le popolazioni vennero fatte sgomberare e avviate verso altri paesi, oppure nella città capoluogo, Treviso. Il Livenza, invece, si è aperta una falla la sera del 4 novembre, falla che via via si è allargata fino a centocinquanta metri, permettendo l'invaso — fortunatamente con una certa gradualità — del territorio per molte migliaia di ettari. Sono stati inondati i centri di Cessalto, Gorgo, Motta e Portobuffolè. La popolazione, sulle prime, non si voleva allontanare dalle case. Alcune migliaia di abitanti sono rimasti ad aspettare la fine dell'assedio delle acque nei piani superiori, riforniti di viveri da elicotteri e da mezzi anfibi. Ora che le acque del Livenza sono finalmente tornate nel loro letto e le cittadine della Marca trevigiana riemergono dal naufragio, lo spettacolo che si presenta al visitatore è desolante. In nessun altro luogo del Veneto devastato dal fiagelio alluvionale la piena ha avuto agio di ristagnare così a lungo. Melma nelle strade e dappertutto l'odore e il colore della nafta, detriti, rovine. L'acqua ha raggiunto in alcuni punti anche i cinque metri di altezza. Molti sono i negozi sventrati, alcune case appaiono pericolanti Dalle campagne arriva il fetore di migliaia di carogne in decomposizione. Stamane sono incominciati i lavori di sgombero e a dar mano a quest'opera sono giunti da Tulln (bassa Austria) quattordici autocarri attrezzati (autopompe, autoambulanze eccetera) e cinquanta uomini del servizio anticendio, al comando del capitano Josef Els. g. gh.

Persone citate: Gorgo, Josef Els, Motta