Un'antica e disordinata fame di terre ha fatto dell'Italia un «Paese fragile» di Vittorio Gorresio

Un'antica e disordinata fame di terre ha fatto dell'Italia un «Paese fragile» LETTERE A Iw DIRETTORE Un'antica e disordinata fame di terre ha fatto dell'Italia un «Paese fragile» Caro Direttore, nell'articolo di Vittorio Gorresio < Un Paese fragile », pubblicato su < La Stampa » del 9 corrente, è detto che la sciagura abbattutasi sull'Italia nei giorni passati non era imprevedibile e — come- del resto in altri scritti che sono comparsi sui giornali a commento della calamità — si cercano responsabilità e colpe. Certamente errori antichi ci sono, anzi secolari, come quelli che hanno portato al disboscamento delle nostre alture appenniniche; e altri meno antichi, di cui dirò tosto. Ma che la concomitanza recente di eventi disastrosi sia stata di quelle « prevedibili », suona strano: è un vero peccato che chi era in grado di prevedere non ci abbia messo sull'avviso per tempo. In realtà, nessun rimboschimento, nessuna sistemazione di alvei montani avrebbe potuto scongiurare l'eccezionale « acqua alta » di Venezia o la burrasca che ha flagellato le coste tirreniche; e, con tutta probabilità, più folti boschi non avrebbero potuto trattenere se non in minima parte l'eccezionale massa d'acqua delle precipitazioni. Che sia necessario curare il « corpo » del nostro Paese da vent'anni andiamo scrivendo; che la nostra classe politica, tutta presa nella dialettica dei partiti, sia piuttosto distratta nei riguardi dei mali fisici che affliggono la nostra terra è verissimo. Sarebbe bene peraltro essere più esplìciti e andare un po' più a fondo. Da che è derivato che la Calabria, e non solo la Calabria, sia diventata — come ebbe a scrivere Giustino Fortunato — uno < sfasciume geologico »? Dal fatto che troppa gente ha chiesto — In passato — a quelle terre, già coperte di foreste, il sostentamento da campi male aperti là dove si sarebbe dovuto la- | sciare il bosco. Donde deriva il fatto che adesso, più frequente di un tempo, il Po minacci di straripare nel suo basso corso? Dall'inflttirsi degli abitati a monte: con le conseguenti opere di fognatura e di canalizzazione che più rapide convogliano al fiume maggiore le acque che prima impigrivano nei campi. E perché si sono insediati coloni nelle terre del delta? Per dare un parziale sfogo a un eccesso di popolazione. Ciò premesso, com'è finita la proposta di legge di iniziativa dei deputati Preti e Bennani del 24 settembre 1952, che porta fra le altre la firma dell'attuale presidente della Repubblica Saragat, relativa all'abrogazione dell'articolo 553 del Codice Penale, che proibisce la propaganda antiprocreativa? In nulla. Il disordine idrico delle nostre terre, lo stesso numero delle vittime delle inondazioni, l'antico disboscamento della montagna sono tutti legati a un eccesso di popolazione rispetto al territorio che la può mantenere e nutrire Se si vuole cercare le cause, bisogna esaminarle tutte, perché, come si dice. tout se tient. Con questo, concordo perfettamente col Gorresio che bisogna attuare razionali di fese delle nostre terre; non lesinare i fondi a ciò necessari (distornandoli magari da progetti di carattere polìtico di almeno dubbia utilità, come sarebbero per esempio te Re gioni). Ma bisogna fare attenzione a una circostanza dì ordine tecnico, importante e soprattutto per il bacino padano; che ogni sistemazione a monte, che faciliti lo scorrere delle acque, aggrava il pericolo a valle, In caso di precipitazioni estese. Voglia gradire, signor Direttore. 1 mìei più rispettosi saluti. Suo Didimo 9 novembre 1966.

Persone citate: Bennani, Giustino Fortunato, Gorresio, Saragat

Luoghi citati: Calabria, Italia, Venezia