Superano già i cento miliardi i danni in provincia di Grosseto di Gianfranco Franci

Superano già i cento miliardi i danni in provincia di Grosseto La vita riprende faticosamente nella Maremma sconvolta Superano già i cento miliardi i danni in provincia di Grosseto Decimato il patrimonio zootecnico, devastate le aziende commerciali e artigianali del capoluogo - Un migliaio di negozi distrutti o danneggiati - Case coloniche spazzate dalla piena, ponti crollati, strade da ricostruire - Occorrerà molto tempo prima di rimettere in piedi l'economia della zona - Ieri i commercianti, con stivaloni, sporchi di fango, hanno dimostrato davanti al municipio e alla prefettura: vogliono un'inchiesta sulle eventuali responsabilità per il mancato tempestivo allarme alla popolazione (Dal nostro inviato speciale) Grosseto, 8 novembre La vita riprende faticosamente nella Maremma sconvolta dalla inondazione. Con tenacia, con caparbietà, si cerca di salvare quel poco che resta. Ma anche con rabbia. Si parla della necessità di promuovere inchieste, alcuni annunciano l'intenzione di ricorrere alla magistratura sporgendo denuncia contro ignoti E' opinione diffusa che qualcosa non abbia funzionato a dovere, che fosse possibile evitare alla catastrofe di assumere proporzioni così vaste. Ieri fu il sindaco, comunista, a dire, durante la riunione del Consiglio comunale, che altri avranno il compito di fare completa luce su ciò che è accaduto e aggiunse di essere stato avvertito del pericolo incombente soltanto cinquanta minuti prima del sopraggiungere dell'ondata di piena. Gli fecero eco un socialdemocratico, affermando che « la piena dell'Ombrone non ha colore politico », ed un democristiano che sostenne la necessità che la magistratura stabilisse eventuali colpe. Ad esprimere oggi la stessa esigenza sono stati i commercianti. Abbandonate per breve tempo le loro botteghe, sono comparsi in massa dinanzi al Comune e alla Prefettura. Calzando stivaloni di gomma, con gli abiti inzaccherati di fango fino alla cintola, sono rimasti ad aspettare in silenzio che i loro delegati fossero ricevuti dal sindaco e dal prefetto. Avevano approvato all'unanimità un ordine del giorno in cui si chiede l'apertura di una inchiesta da parte della magistratura sulle eventuali responsabilità « anche colpose» per il mancato tempestivo allarme e si esprime il proposito di sporgere denuncia, con la richiesta del risarcimento dei danni, contro coloro che fossero indicati come responsabili. Sono state chieste, inoltre, garanzie idonee perché in futuro siano evitati simili disastri, la emanazione di leggi per la concessione di mutui decennali a tasso agevolato con garanzia dello Stato per tutti i titolari di aziende commerciali sinistrate, la esenzione da tutte le imposte e tributi, un contributo dello Stato per danno emergente e lucro cessante, la inclusione della provincia di Grosseto nella sfera di competenza della Cassa per il Mezzogiorno, la composizione immediata di una Commissione per l'accertamento dei danni. Le idrovore stanno ancora pompando acqua e fango da gli scantinati; cataste di mer canzie e di masserizie invadono le strade del centro e della periferia. Calcoli precisi sui danni provocati dalla inon dazione saranno possibili solo fra qualche tempo. Ma tutto lascia ritenere che venga confermata '.a prima impressione: quella dei 100 miliardi di lire per la sola provincia di Grosseto. Al 16 miliardi che, secondo valutazioni ottimistiche, sono stati perduti con la devastazione delle colture e del patrimonio zootecnico, si aggiungeranno per lo meno 25 miliardi di danni riportati, secondo calcoli anch'essi ap prossimativi, dalle aziende commerciali e artigiane della città. Dei 1900 negozi e botteghe, circa un migliaio hanno avuto merci e attrezzature totalmente distrutte o danneggiate in modo assai grave; !fiO hanno riportato danni più limitati. Vi sono poi case co¬ loniche do rifare interamente, innumerevoli abitazioni dichiarate inabitabili, ponti e strade da ricostruire insieme agli argini dei fiumi e dei torrenti. L'economia di questa città di 50 mila abitanti, senza industrie, basata esclusivamente su un'agricoltura giovane e depressa e sul commercio, è in ginocchio Le occorrerà molto tempo per risollevarsi dalla distruzione in cui è precipitata nel volgere di pochi momenti. Ed è inquietante il sospetto che potessero bastare un allarme dato con qualche ora di anticipo ed opere idrauliche più efficienti, anziché un canale « diversivo » interrato per i tre quarti della sua capacità, a rendere meno tragiche le conseguenze della piena dell'Ombrone. Il fiume è il grande accusato, ma non il solo. I tecnici ritengono che l'ondata, pur essendo assolutamente eccezionale, non può avere impiegato meno di sei ore per coprire il tormentato percorso tra le province di Arezzo, di Siena e di Grosseto. I posti di controllo avvertirono in tempo del pericolo? Ma anche qui, molti erano i sintomi pie monitori. Fin dalla sera pri ma la Maremma era sotto il diluvio; fiumi e torrenti stia ripavano ovunque. Una fabbrica di laterizi era stata spaz zata via dalla piena del Salica. Due ponti erano crollatiVigili del fuoco e polizia stra date erano impegnati nell'opera di soccorso. Abbiamo saputo di persone che a tarda sera avevano telefonato agli uffici del Genio Civile, cui compete la responsabilità dei controlli sui corsi d'acqua: « State tranquilli — sarebbe stata la \risposta — non ci sono peri¬ coli di straripamento dell'Ombrone. La situazione è sotto controllo ». La piena colse tutti alla sprovvista. Il sindaco fu svegliato dal questore alle 6,/,5. Prefettura, polizia e carabinieri erano in allarme da pochi momenti. Troppo tardi per potere organizzare qualcosa di concreto. Non restava che correre per le strade a dare concitatamente il «si salvi chi può ». Gianfranco Franci A Grosseto le acque si sono ritirate dalle strade della città, ma la campagna è ancora allagata. Ecco come appariva ieri, fotografata da un aereo militare, la Maremma trasformata in un immenso acquitrino (Telef. Ansa]

Persone citate: Salica

Luoghi citati: Arezzo, Grosseto, Siena