Fuggite 40 mila persone nel Friuli investito dalla pioggia e dal mare di Gigi Ghirotti

Fuggite 40 mila persone nel Friuli investito dalla pioggia e dal mare Fuggite 40 mila persone nel Friuli investito dalla pioggia e dal mare Angosciosa notte a Latisana dove erano rimasti bloccati mille su ottomila abitanti - La città e le campagne invase dal Tagliamento - Il Municipio allagato : spazzati via i documenti negli uffici - Le vittime umane nella regione sono almeno dieci (Dal nostro inviato speciale) Udine, 5 novembre. Il Tagliamento è sceso stasera sotto i livelli di guardia, ma ha lasciato il Friuli sconvolto. Tutti gli elementi hanno congiurato a rendere caotica e pericolosissima in poche ore la situazione. In Carnia tempeste di neve, dall'Adriatico lo scirocco. Frane e smottamenti dappertutto. Vortici d'aria nel Tolmezzano, mareggiate sulle lagune di Grado e di Marano. La spiaggia di Lignano spazzata dalle onde. In tutto il Friuli, circa quarantamila persone evacuate, le più per poche ore soltanto, ma ottomila almeno per un tempo che non potrà essere breve. Il bilancio dei lutti dei disastri è ancora frammentario e oscuro. Dall'alta Carnia è giunta stasera una*) notizia impressionante. Due automobili, una Fiat 500, con a bordo tre giovani sui venti anni, e una Fiat 1100, con quattro persone a bordo, tra cui il sindaco di Forni Avoltri, Riccardo Romanin, di 42 anni, a causa della pioggia sono uscite di strada e sono precipitate nelle acque del torrente Tegano in piena. I carabinieri hanno recuperato a Ovaro la Fiat 500 e a Comeglians la salma di uno dei giovani che si trovavano a bordo, il diciannovenne Giuseppe Del Fabbro. Non si sono invece trovate la 1100 né alcuna delle persone che erano a bordo. Le ricerche dei dispersi proseguono. A Forni di So pra l'operaio Eugenio Anto niaconi, 57 anni, è annegato nel tentativo di attraversare un torrente. Il ponte di Pinzano, sul Tagliamento, che nell'altra guerra ebbe una parte .storica, è stato dalle acque in piena scardinato e leso. Questo ponte venne fatto saltare, dopo la rotta di Caporetto, alle spalle del l'Esercito italiano giusto in tempo per permettere ai nostri soldati di ritirarsi sulla linea del Piave. Ora di que sto ponte si teme il crollo da un'ora all'altra. Duecento sono i chilometri quadrati di terreno allagato in provincia. La furia delle acque del Tagliamento ha rotto gli argini in quattro punti. Latisana, piccola città di ottomila abitanti, è protagonista dell'episodio più drammatico di queste giornate. Ieri alle 13,30 autofurgoni muniti di altoparlanti hanno incominciato a percorrere le vie della cittadina e delle frazioni, lanciando l'invito alla cittadinanza di abbandonare in fretta le case. « Recatevi in piazza, davanti al Municipio troverete automezzi dell'Esercito che trasporteranno in salvo voi e le poche cose indispensabili che potrete portare con voi! ». Già l'anno scorso, come si è detto, Latisana era stata invasa dalle acque del Tagliamento : esattamente il 2 settembre 1965. Ieri, addestrati ormai all'esodo, i latisanesi (vecchi, donne e bambini, con la guida degli adulti), senza troppe storie hanno' raccolto sporte, valige, fagotti e a gruppi sono stati trasportati in camion a San Giorgio di Nogaro e a Muzzana, paesi distanti circa quindici chilometri dalla cittadina evacuata. Si dice « trasportati » ma sarebbe meglio parlare di « traghettati ». Infatti la statale Triestina, percorsa dai camion dei militari con i latisanesi a bordo, a quell'ora era già semi-allagata per lo straripamento del torrente Stella. Gli ottomila latisanesi evacuati sono stati raccolti d'urgenza nelle scuole e negli asili infantili dei due paesi indicati, in attesa degli eventi. Che cosa è avvenuto questa notte a Latisana? Mentre la città veniva sgomberata, al suono della campana a martello, l'acqua aveva incominciato rapidamente à*d invadere le strade. Un migliaio di abitanti erano rimasti in città, rinchiusi ai piani superiori delle case. Ventiquattro persone erano accasermate nei locali del Municipio. Alle 19,30, all'improvviso, un fiotto violento irruppe nella cittadina. Si vide via Indipendenza, che è il corso principale di Latisana, ove ha sede il Municipio, trasformarsi in un fiume vorticoso. Gli assediati del Municipio capirono: il Tagliamento, che fino allora era soltanto tracimato dalle sue sponde, aveva adesso forzato e spezzato l'argine in qualche punto, a monte della città. In meno di dieci minuti tutto il piano terreno della casa comunale e delle abitazioni cittadine era invaso dalle acque. In Municipio erano devastati gli uffici dell' anagrafe, del dazio e l'ufficio tecnico. Così è andata distrutta una documentazione preziosa e non ricostruibile sulla popolazione di Latisana, distrutti i suoi piani di sviluppo, distrutto il materiale già elaborato in vista delle elezioni amministrative in calendario per il prossimo 27 novembre. Latisana è dall'anno scorso priva di Giunta comunale. Nella notte si udiva il frastuono cupo delle acque, spezzato a tratti da schianti improvvisi: erano serrande di negozi, porte di abitazioni, vetrine di botteghe che sotto l'urto della corrente scoppiavano. Mancava l'acqua potabile, i telefoni erano saltati, non c'era il gas, non un solo impianto di riscaldamento funzionava in tutta Latisana. Non un solo ponte radio collegava questa cittadina al resto del mondo. C'erano questi milleventiquattro uomini, nei piani alti delle case e del Municipio, con il cuore sospeso a sentire il fiume che passava sotto le loro finestre ed entrava dentro i loro portoni. Verso le quattro del mattino gli asserragliati di Latisana illuminando la piazza con torce elettriche constatarono con sollievo che le acque andavano ritirandosi. In cielo erano apparse le stelle, dal mare non soffiava più il vento impetuoso. Il Taglia¬ mento stava ritrovando il suo corso e si vedevano galleggiare sulle acque limacciose, trascinate via dalla corrente, cravatte, camicie, scarpe, cappelli, masserizie. Soltanto dopo mezzogiorno l'assedio è terminato. Stasera Latisana è raggiungibile da Udine soltanto con un lungo giro. Due giovani vigili del fuoco di Pordenone sono scomparsi oggi in tragiche circostanze mentre, con un altro vigile e cinque civili, stavano recandosi a bordo di un anfibio verso Savalon, tra Malon e Puia. In quel punto improvvisamente l'anfibio ribaltava, e dei due si perdeva ogni traccia, mentre gli altri occupanti l'anfibio riusciva no a riparare in un casolare dove restavano bloccati. Le vittime sono Massimo Pinzan, di 19 anni, da Venezia, e Sebastiano Crispazzu, da Sassari, di 20 anni. Gigi Ghirotti cm

Persone citate: Eugenio Anto, Pinzan, Pinzano, Puia, Riccardo Romanin, Sebastiano Crispazzu, Tegano