Un disastroso bilancio di Michele Tito

Un disastroso bilancio Un disastroso bilancio (Dal nostro corrispondente) Roma, 4 novembre. Tutta l'Italia è investita dalla tempesta. Un bilancio delle vittime non è ancora possibile, si annuncia più grave, nella notte, via via che passano le ore. I morti accertati sono una trentina, dieci in Toscana, sei nel Trentino, altri nell'Udinese e in Emilia. Ma forse sono molti di più: quasi ovunque le città, i paesi, i casolari sono stati investiti dall'acqua alle prime luci dell'alba; Firenze è stata colta nel sonno senza preallarme e in tutto il centro l'acqua ha raggiunto i primi piani, come ad Arezzo e Grosseto: nessuno può in questo momento sapere di quante tragedie sia stata fatta questa giornata. Firenze è al centro della tragedia: con angoscia si pensa stanotte a quanto sta per essere perduto di ciò che la città conserva e rappresenta. Non si hanno, non si possono avere notizie di decine di paesi e di frazioni, nel Trentino, nell'Udinese, in Emilia. La Toscana è quasi tutta allagata: nella stessa Firenze, priva di luce e d'acqua, ogni edificio è isolato, e non si comunica più con Roma; sono isolate Grosseto ed Arezzo, quasi interamente allagate. Le campagne intorno sono inondate. Migliaia di persone attendono soccorsi urgenti, immobilizzate nei piani alti degli edifici. Dagli aerei che sorvolano le campagne allagate si vedono uomini, donne, bambini che dai tetti dei cascinali e delle fattorie fanno gesti disperati invocando aiuto. Cinquantamila uomini, vigili del fuoco, soldati, polizia, sono stati mobilitati; tutti i mezzi a disposizione convergono verso le zone critiche: ma il disastro è grande, e quasi tutte le strade sono impraticabili. Colonne di migliaia di scampati camminano stasera, sotto la pioggia, senza mèta, intralciando l'opera di soccorso, esponendosi a nuovi pericoli: nell'Italia Centrale e in gran parte del Veneto tutti i fiumi e i torrenti hanno straripato e sono in piena. Dalla zona di Livorno l'acqua dilaga verso il sud a ondate fitte, come un mare in tempesta. Tutto quel che si sa, lo si è appreso dai racconti dei piloti degli aerei e degli elicotteri. E si sa purtroppo che, per stanotte, tra le due e le tre, è attesa nel Trentino l'ondata più pericolosa. E' paralizzata in molte città la vita degli ospedali: si sa di 40 bambini in incubatrice che rischiano la morte. Sono saltate le fogne a Firenze. Per un'area di centinaia di chilometri quadrati mancano la luce e l'acqua in Toscana. La luce e l'acqua mancano in un terzo del Polesine, in una gran parte dei comuni degli Appennini, e in alcune zone del Trentino, dell'Alto Adige, dell'Alta Lombardia. L'acquedotto è inquinato in Val Sugana. L'Italia ha in questo momento il problema tragico di far pervenire l'acqua a migliaia di persone assediate, e di sapere cosa accade in centinaia di piccoli paesi. L'Italia teme che in alcune zone di montagna i soccorsi divengano di momento in momento più difficili: gli smottamenti e Je frane hanno già fatto vittime tra i vigili del fuoco e la polizia stradale. L'Italia è divisa in due, con un centro totalmente isolato e una massa di tre milioni di persone in difficoltà. Le più fertili campagne, le più belle fattorie della penisola sono devastate. I più bei monumenti del mondo sono per metà sommersi. Un disastro senza precedenti, mentre nuovi pericoli incombono: a NapoliI la diga foranea ha ceduto I e il mare minaccia la parte1 bassa della città; in Sardegna, quasi interamente allagata al Nord, si lavora stasera, nel fango, ad elevare argini rudimentali contro le acque dei torrenti che stanno per straripare; gli abitanti dei centri sgomberati nell'Udinese non sono ancora al sicuro. Le strade che vengono interrotte in punti sempre più numerosi fanno in maniera, nell'Alto Lazio e in Emilia, che gli scampati e i soccorritori rischino ogni minuto di trovarsi isolati. E' il dramma che investe la lunga colonna in marcia dal Nord verso Orvieto. Le comunicazioni ferroviarie sono praticamente interrotte. I servizi di emergenza assicurano il traffico in piccoli tratti, sforzandosi, in questo modo, di mantenere il collegamento, sia pure avventuroso e lentissimo, tra un centro e l'altro della penisola. Ma non v'è mezzo di comunicazione tra Bologna e il Tirreno, tutta la Toscana è irraggiungibile. Mai, negli ultimi decenni, la tempesta e i fiumi in piena avevano colpito l'Italia su un'area così vasta, così d'improvviso, sconvolgendone la vita ma soprattutto rendendo immensamente difficile l'opera di soccorso e rischioso il lavoro dei soccorritori. Michele Tito