Il Cancelliere pretende di indicare il sostituto di Tito Sansa

Il Cancelliere pretende di indicare il sostituto Il Cancelliere pretende di indicare il sostituto Di un uomo solo non vuole sentir parlare: il quarantenne Barzel, suo ex-pupillo, che in primavera congiurò per succedergli nella presidenza della de (Dal nostro corrispondente) Bonn, 3 novembre. Con l'annuncio dato ieri da Erhard, di essere disposto a dimettersi dalla carica di cancelliere se (a causa della sua persona) non riuscirà a formare un gabinetto di maggioranza, la crisi di governo a Borni non è risolta. Secondo osservatori politici, 6 appena agli inizi. Ora si scatenerà la lotta per la successione. Ieri è soltanto finita l'era Erhard (è improbabile infatti che il Cancelliere riesca a raccogliere intorno a sé più della metà del Parlamento a lui ostile) Per la prima volta nella storia della democrazia tedesca del dopoguerra, i partiti politici si trovano direttamente a confronto, quasi brutalmente, con le loro responsabilità; devono scegliere un uomo senza averne alcuno clic raccolga la loro fiducia; devono delineare un programma di governo e stilarlo in modo tale da trovare un alleato per la coalizione. A Bov". si comincia a veder chiaro' la crisi di governo sembrava una crisi centrata sulla persona di Erhard, ma in realtà è una crisi dei partiti dell'unione cristiana, causata da lotte intestine di anni e da mancanza di linea. Erhard, che ha raccolto la pesante eredità di Adenauer, ne e stato la vittima. Cercare un programma di governo, è la parola d'ordine che oggi corre a Bonn. I partiti cristiani stanno cercando a tentoni un programma. Socialdemocratici e liberali, i ciuali sono i due unici candidati per una coalizione con i cristiano-democratici (nel primo caso «grande», nel secondo « piccola ») sì sono presentati già con i loro «desiderata». Ambedue chiedono ai partiti cristiani una chiara linea in politica estera, per la difesa, l'economia e lo finanze. I socialdemocratici hanno fissato otto punti, altrettante condizioni per cominciare una trattativa: 1) buone relazioni con Washington e Parigi; 2) rinuncia alla comproprietà dell'arma atomica; 3) normalizzazione dei rapporti con i Paesi dell'Est; !,) rilancio economico; 5) pareggio del bilancio; B) chiarezza verso la Germania comunista; più altri due che interessano Questioni t?iterne e regionali. I liberali, altrettanto chiaramente, hanno fissato il loro programma, pure esso condizione per una trattativa: 1) buone relazioni con Washington e Parigi; 2) normalizzazione dei rapporti con l'Est; S) rilancio economico; ),) pareggio del bilancio mediante una riduzione delle spese in primo luogo per la difesa (sono previsti stralci per 370 miliardi di lire); 5) chiarezza e apertura verso la Germania comunista. I contatti e i colloqui sono quasi continui, in un turbine vorticoso, da capogiro, tra gli uomini di punta dei quattro partiti. Uno di tali incontri, avvenuto questo pomeriggio a Francoforte sul Meno, ha suscitato enorme scalpore. Willy Brandt, presidente dei socialdemocratici, ha parlata a lungo con Eugen Gerstenmaier, presidente del Parlamento, candidato e autocandidato alla Cancelleria. Gerstenmaier — si dice da giorni — sarebbe l'uomo dei socialdemocratici in una egrande coalizione», con Brandt vice-cancelliere. Di qui Vinteresse, perché il colloquio sapeva di congiura. Brandt e Gerstenmaier — è stato precisato a sera dai partiti interessati — pa-leciperanno domani alle ultime battute della campagna elettorale in Assia, dove si voterà domenica A Francoforte hanno alloggiato per combinazione nello stasso albergo. Nel pomeriggio si sono incontrati casualmente nella hall e Brandt ha chiesto a Gerstenmaier. che non ve deva da ditersi oiornl. di scambìare qualche idea con lui. L'altro, dopo avere informato Erhard a Bonn e avere detto a Brandt di non essere autorizzato a trattare, ha accettato. Logico e naturale che i due abbiano parlato della crisi di Bonn. Così la spiegazione ufficiale. Bisogna crederle o non crederlef Nella confusione die regna ai Bonn (dovuta molto alla man-\ canza di esperienza in crisi di governo) una cosa è chiara, ma viene spesso dimenticata: un cancelliere può venire spodestato soltan'o con la nomina del suo successore. E poiché Erhard, nel preannunciare ieri la sua futura rinuncia, ha posto come condizione di partecipare alla designazione del futuro cancelliere e alla preparazione del programma di governo, dovrebbe anche essere chiaro che Erhard, nonostante gli intrighi, le congiure, le voci e le smentite, conta tuttora molto più di quanto non si creda. Stando alle voci che circolano ìiel suo entourage, egli si ripromette due obiettivi: che venga continuata la sua politica di equilibrio è che il cancelliere non si chiami Barzel. Al suo pupillo quarantenne, che già sette mesi fa cercò di portargli via la presidenza del partito e che ora ha congiurato contro di lui e lo ha pugnalato, Erhard non riesce proprio a perdonare. Tito Sansa

Persone citate: Adenauer, Brandt, Eugen Gerstenmaier, Willy Brandt