Senoner a Torino «Non mi ritiro dalle gare e penso alle Olimpiadi»

 Senoner a Torino «Non mi ritiro dalle gare e penso alle Olimpiadi» Senoner a Torino «Non mi ritiro dalle gare e penso alle Olimpiadi» Festeggiato ieri il campione mondiale di sci L'ing. Conci, presidente della Fisi, si congratula con Carlo Senoner. Sullo sfondo, tre alpini Impegnati sulla pista in plastica posta accanto al Salone della Montagna (Molsio) Ieri pomeriggio, a Torino, i dirigenti della Federazione italiana sport invernali hanno premiato ufficialmente Carlo Senoner che lo scorso agosto, in Cile, sulle nevi di Portillo, ha conquistato il ti- ' tolo mondiale di slalom speciale. Una cerimonia svelta, simpaticamente sbrigativa. L'ing. Conci, presidente della Fisi, dopo alcune parole di circostanza, ha messo al collo del nostro sciatore un nastro dai colori dell'iride con una bella medaglia d'oro lucente. Un abbraccio, un « grazie » affettuoso e cordiale, il fiorire degli applausi da parte d'una piccola folla entusiasta. Si era al Valentino, nel piccolo spiazzo che sorge accanto al Salone della Montagna, dove sono disposte due brevi piste in plastica e — accanto — c'è una roccia riservata agli arrampicatori. Senoner, che ormai, a furia di festeggiamenti, ha imparato l'arte sottile di superare l'imbarazzo, ha stretto molte mani, ha firmato parecchi autografi con il sorriso di chi, a poco a poco, si va abituando alla celebrità. Poi, s'è trasformato da protagonista in spettatore, per ammirare le spericolate acrobazie che il maresciallo Marciandi e due alpini riuscivano ad effettuare sulle piste in plastica. E, mentre la gente ammirava sbalordita, il ragazzo gardenese ha profittato dell'occasione, s'è infilato attraverso una porta, per andare — tranquillo tranquillo — a veder la mostra come un signore qualunque. S'è tolto dal collo la medaglia, l'ha infilata in tasca, e gli teneva dietro la giovanissima moglie. Senoner è un tipo interessante, una volta inalberava un viso da fanciullo che — tutto lentigginoso — pareva la personificazione allegra dei bimbi dei film americani. Carletto, adesso, ha SI, anni, e s'è fatto uomo. Ma conserva la freschezza del montanaro, la lunga esperienza d'atleta che ha girato mezzo mondo, appena ha attenuato la rude schiettezza di chi è nato e vive in montagna. Con i suoi — a casa, a Selva — ha un albergo. E, prima dei «mondiali», aveva espresso l'intenzione di abbandonar l'attività agonistica, per mettersi a lavorare di buzzo buono. « Ora — dice — ho cambiato parere ». Lo tentano le Olimpiadi di Grenoble, in programma per il 1968, il titolo mondiale gli ha caricato le spalle di nuove ed impreviste responsabilità. Continuerà a sciare, insomma. « Se resisto a queste feste », sospira Carletto, con aria di finta rassegnazione. Perché, d'improvviso, tutti l'hanno scoperto, tutti lo vogliono, e, magari, gli offrono segni tangibili d'ammirazione. Che cosa regalano, ad un campione del mondo di scit Medaglie, targhe, diplomi. « Il dono più consistente — dichiara Senoner — è stata una macchina. Una "Fiat 12.', " del comune di Selva ». Tra breve, però, il periodo di feste finisce. Allo Stelvio già sono radunati i giovanissimi. E fra un po' anche la Nazionale A riprende il lavoro. Obiettivo Grenoble, è naturale. Novità? Non ve ne dovrebbero essere molte, il successo di Senoner, se non altro, un po' servirà a far tacere polemiche in un ambiente spesso non avaro di discussioni. Si continuerà a lavorare sodo, per raccogliere i frutti d'una preparazione intensa. Ci sarà anche un tecnico francese, il nome ancora non si sa: comunque, gli verranTto affidati i giovanissimi. Nell'ambiente, del resto, il trionfo di Senoner ha fatto del bene. Nessuno intende sostenere che la crisi del discesismo italiano, di punto in bianco, sia risolta. Ma si registra un fervore insolito, la gioia per un'affermazione può sfociare in un'auspicabile unità d'intenti: l'indispensabile perché la vittoria di Carletto non resti isolata nel libro d'oro delle grandi manifestazioni internazionali dello sci. e. b.

Luoghi citati: Cile, Stelvio, Torino