Il Papa a Colleferro parla ai lavoratori di Filippo Pucci

Il Papa a Colleferro parla ai lavoratori Il Papa a Colleferro parla ai lavoratori Paolo VI ha ricordato i sacrifici e le esperienze dei preti operai - Il Pontefice ha fatto spostare la tribuna delle autorità perché impediva la vista dell'altare Citta del Vaticano, lun. matt.La Chiesa difende gli operai, si fa loro avvocato e protettrice, fa sue le loro istanze, riconosce i loro diritti, si schiera con loro, non « con voce rivoluzionaria », senza ricorrere a troppo facili « parole grosse », o alla demagogia, ma piuttosto studiando le soluzioni giuste, possibili e veramente valide: questo è stato il concetto essenziale del discorso pronunciato ieri pomeriggio da Paolo VI nella piazza Italia a Colleferro, dinanzi a migliaia di persone, in gran parte operai dei locali centri industriali. Sono affermazioni non nuove, ma il Papa ha dato loro una inconsueta vigoria di accenti ed è stato lungamente applaudito. Ka dichiarato che ìa Chiesa riconosce ai lavoratori il diritto di associarsi, * di essere forza, di essere popolo ». Ed ha respinto la critica che la Chiesa altro non sappia fare che pronunciare belle parole, ricordando l'esempio offerto in Francia dai «preti operai » che scesero nelle officine a lavorare accanto ai lavoratori: per la prima volta la vicenda del gruppetto di sacerdoti impegnati nelle fabhriche in un apostolato che diede luogo a deviazioni e a condanne è stata menzionata dal Papa dopo che, riveduta sulla base delia esperienza fatta, fu dal Concilio Vaticano II indicata tra le forme opportune di impegno sacerdotale. Paolo VI, lasciato Castel Gandolfo alle 15,30, aveva dapprima fatto una sosta a Carpineto, visitando la casa ove nacque Gioacchino Pecci, il futuro Leone XIII, il Papa della « Rerum Novarum » la enciclica che nel 1891 intendeva risolvere la questione operaia. Il Papa è giunto a Colleferro poco prima delle 19, salutatu dai rintocchi delle campane, accolto da scritte, da voli di colombi, ossequiato dalle autorità ecclesiastiche e civili tra le quali anche il ministro Giulio Andreotti. Il discorso ai lavoratori è venuto al momento del Vangelo. Paolo VI ha iniziato con un < viva Colleferro operaia! * che ha suscitato prolungati applausi nella piazza, gremita in ogni angolo. Il lavoro per sistemarvi la tribuna riservata alle autorità aveva richiesto non poco tempo, perché Paolo VI, saputo che essa era stata eretta proprio di fronte all'altare così ! da impedire la visuale alla fol la, aveva chiesto che fosse demolita e ricostruita a fianco dell'altare: « Non debbono esservi diaframmi fra me ed 1 lavoratori — così avrebbe detto il Papa —. vado a Colleferro proprio per loro ». Ai rappresentanti del mondo del lavoro col suo discorso il Papa ha fatto rilevare che « sono le idee che guidano la vita, che fanno trionfare le cause, che tracciano i sentieri del destino », che occorre quindi una ideologia e così li ha esortati: « Sbagliare sulle ideologie è gravissimo. E' importante giuocare sulla carta buona, | scegliamo le ideologie che ten-| gono, quelle veramente umane, collaudate dalla storia e| sulle quali riposa la luce del Vangelo, la luce umanissima e divina di Cristo. Paolo VI è rientrato a Castel Gandolfo poco dopo le 21. Filippo Pucci

Persone citate: Gioacchino Pecci, Giulio Andreotti, Leone Xiii, Paolo Vi

Luoghi citati: Castel Gandolfo, Colleferro, Francia