Così sono state vinte le due medaglie d'oro

Così sono state vinte le due medaglie d'oro Nell'ultima giornata di gare sulla pista di Francoforte Così sono state vinte le due medaglie d'oro Seghetto supera il belga De Bakker in semifinale e nella prova decisiva sconfigge da gran campione l'australiano Baensch Quesf ultimo si era reso colpevole di alcune scorrettezze nei confronti di Gaiardoni nel penultimo turno ■ Gli sportivi tedeschi hanno applaudito i dilettanti Roncaglia, Chemello, Castello e Pancino che hanno battuto in finale la squadra della Germania Ovest Da uno dei nostri inviati Francoforte, lunedì mattina. Per l'Italia, chiusura in bellezza. Gli azzurri ieri, nell'ultima giornata dei campionati mondiali su pista, hanno conquistato due titoli, quello della velocità professionisti con Beghetto (che ha rinnovato così il trionfo dello scorso anno a San Sebastiano) e quello dell'inseguimento a squadre dilettanti, grazie al quartetto formato da Roncaglia, Chemello, Pancino e Castello. Non si è trattato di vittorie facili, tutt'altro. Specie nella velocità professionisti, ad insidiare la nostra superiorità è venuto il solito Baensch, un australiano dal capelli rossi, rude, esperto, astuto, che ricorre ad ogni mezzo, lecito o illecito che sia. Baensch in semifinale si è trovato di fronte a Gaiardoni e tra i due si è accesa una specie di disputa. Nella prima prova, la scorrettezza dell'australiano è stata cosi evidente che i giudici l'hanno subito declassato dando il successo all'italiano, ma nella seconda « manche > il furbo Baensch ha commesso una irregolarità sul filo della legge, allargando d'un soffio il gomito all'uscita dell'ultima curva e in tal modo spostando Gaiardoni lanciato in una potentissima rimonta. Sante gli ha risposto per le rime, opponendo gomitata a gomitata. Baensch è filato via lo stesso, tagliando per primo il traguardo. Leoni, commissario tecnico degli azzurri, ha tentato, con relativa convinzione, l'arma del reclamo, un reclamo destinato ad esser respinto. Cosi, infatti, è accaduto e, nella «bella», per un Gaiardoni spento d'energie e scosso nel morale, c'è stato ben poco da fare. Beghetto che, nell'altra semifinale, aveva intanto superato senza difficoltà alcuna il belga De Bakker, aveva così, nel doppio scontro decisivo, un osso ben duro da rodere, tanto che, nel nostro « clan >, già cominciava a serpeggiare il timore di una imprevista sconfitta. La realtà, per buona sorte, si incaricava di mettere in fuga ogni paura. Il ragazzo veneto sfoggiava una sicurezza addirittura irridente, umiliando un avversario che, nonostante la sua abituale «faccia feroce », pure risentiva dell'acrobatico lungo match con Gaiardoni. In entrambe le prove, Beghetto giocava Baensch allo stesso modo. Ne sorprendeva cioè l'attenta guardia alla penultima curva, passando all'interno verso il prato. E vinceva a braccia rialzate, l'una e l'altra volta, offrendo una eccellente dimostrazione pratica d'essere davvero il miglior sprinter del momento, il degno sostituto di Maspes, ormai sul punto di ritirarsi dalla carriera. E Gaiardoni, dal canto suo, faceva il resto. Sante, ormai tranquillo, senza ansie ed apprensioni, «liquidava » De Bakker. Conquistava così la medaglia di bronzo, a rendere trionfale la nostra vittoria. Per il secondo titolo dobbiamo parlare di quattro ragazzi in gamba, quattro ragazzi forti e simpatici, commoventi nel loro slancio e, a gara finita, nel loro prorompente e contagioso entusiasmo. Quattro ragazzi: Luigi Roncaglia, contadino ventitreenne di Mantova, Cipriano Chemello, elettricista ventunenne di Bassano, Gino Pancino, contadino ventitreenne di Pordenone, Antonio Castello, muratore romano di ventitré anni. Quattro ragazzi: hanno fatto fuoco e fiamme, hanno dominato il campo Gli azzurri In semifinale hanno battuto la Germania Orientale, mentre la Germania Occidentale si imponeva sull'Unione Sovietica. Finale tra noi ed i tedeschi, e immaginatevi l'ambiente, con i tedeschi che erano incoraggiati da un tifo eccezionale del foltissimo pubblico. Cera da risentire di una atmosfera così eccitata. Il quartetto italiano, invece, non ha patito un attimo di esitazione. Con azione regolare e possente è stato in testa sempre, dal primo al¬ l'ultimo dei dieci giri in programma. Ed il tempo realizzato (4'30"51) equivale alla fantastica media oraria di chilometri 53,234. Al colpo di pistola che sanzionava il successo, Roncaglia, Chemello, Pancino e Castello hanno continuato a inanellare giri su giri. Vi abbiamo detto prima che il loro entusiasmo sorridente era contagioso. La folla, smaltito un attimo di delusione per i propri beniamini, è sbottata in un'autentica ovazione, che si è ripetuta in due riprese: quando, all'atto della vestizione delle maglie iridate, Io speaker ha annunciato che bisognava avere un po' di pazienza, poiché le maglie dai colori dell'iride erano fatte per atleti di taglia normale e non per quattro ragazzoni come gli italiani; e dopo, allorché, durante il giro d'onore, gli azzurri, con un intelligente atto di cortesia, hanno diviso e lanciato 1 fiori del successo sulle tribune, è scoppiato un applauso Intenso, caldo, affettuoso. E, nel pubblico, sventolavano impazzite piccole bandiere tricolori, le bandiere dei nostri connazionali che sono qui in Germania a lavorare Bravissimi, i nostri quattro ragazzi. E bravissimo il loro commissario tecnico, Guido Costa. Ha passato brutti momenti, in questi campionati del mondo, con gli azzurri costretti a cedere il passo nella velocità, nel chilometro e nel tandem di fronte ai due fuoriclasse francesi Trentin e Morelon, e così Ursi vanamente proteso ad ostacolare il passo, nell'inseguimento, al fenomenale Groen, vero « olandese volante » dei tempi nostri. Ieri, c'era in palio un terzo titolo, il mezzofondo professionisti, e alla finale hanno preso parte tre belgi, tre olandesi, uno spagnolo, uno svizzero e un tedesco. Cento chilometri di fragorosissima giostra, conclusi quasi allo sprint con il belga De Loof primo, il tedesco occidentale Rudolph secondo e il beiga Proost terzo. Un piccolo particolare: la moto che « guidava » De Loof era pilotata da Lorenzetti: nato a Torino, per la cronaca. Gigi Boccacini L'azzurro Beghetto conclude vittoriosamente l'ultima prova con Baensch (Tel.)