Il giudice incrimina De Biase di truffa ai danni dello Stato

Il giudice incrimina De Biase di truffa ai danni dello Stato Le irregolari sovvenzioni per opere liriche Il giudice incrimina De Biase di truffa ai danni dello Stato Insieme con il direttore generale dello Spettacolo (e capo Gabinetto del ministro Corona) sono imputati il suo predecessore De Pirro, altri funzionari del ministero e impresari teatrali - In 2S pagine dattiloscritte l'elenco dei reati che avrebbero commesso (Nostro servizio particolare) Roma, 28 ottobre. Il giudice istruttore De Marco ha notificato i capi di imputazione alle 24 persone rimaste coinvolte nell'istruttoria formale per le presunte irregolarità amministrative che sarebbero avvenute alla Direzione generale dello spettacolo. Il procedimento si svolge a carico di undici dipendenti del ministero del Turismo e dello Spettacolo (tra cui il dott. Franz De Biase, direttore generale dello spettacolo, e il suo predecessore Nicola De Pirro), dell'ex sovrintendente al Teatro dell'Opera Mario Allegretti, di 12 impresari e agenti teatrali. Il reato è di truffa ai rianni dello Stato; sono inoltre avanzate varie ipotesi di falso. Secondo l'accusa, i funzionari del ministero avrebbero elargito a impresari sovvenzioni per recite non avvenute o avvenute al di fuori dei termini di legge. Numerose sono le contestazioni attribuite a De Biase e a De Pirro. Secondo quanto si legge nel capo d'imputazione, una truffa sarebbe stata commessa dai due alti funzionari, in concorso con 1 dipendenti Francesco Zarbano e Attilio Brasiello, per aver fatto attribuire una sovvenzione di dieci milioni in favore dell'impresario lirico Arturo Barosi (anch'egli imputato di truffa) per dieci recite avvenute in Francia nel periodo che va dal 16 luglio 1958 al 1" febbraio 1959, mentre in realtà due delle recite erano state fatte nel gennaio del 1958. cioè in un altro esercizio finanziario. Per favorire l'impresario, 1 funzionari avrebbero indotto in errore l'ufficio amministrativo e gli altri organi di controllo dello Stato, con l'aggravante dell'abuso di potere e della violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione e del concorso di cinque persone. De Pirro e De Biase, insieme c#n Barosi, «Emanuele Paparella e Tito Ghelazzi (questi ultimi due dipendenti del Ministero) devono difendersi da un'altra imputazione di truffa per aver fatto attribuire al Barosi una sovvenzione di 10 milioni, facendo falsamente risultare che l'impresario aveva svolto in Francia, nel periodo dal 14 settembre '59 al 31 dicembre '59, una stagione lirica di 14 recite, mentre ne erano state fatte sette. Franz De Biase, con i dipendenti Tito Ghelazzi, Emanuele Paparella, Francesco Pitolli e l'impresario lirico Giorgio Lay, devono rispondere di truffa per aver fatto anticipare al Lay, dall'Italcasse, quattro milioni e duecentomila lire « su una asserita concessione di una sovvenzione di sole lire 3 milioni e 600 mila », non preceduta, contrariamente a quanto affermano in due lettere inviate all'Italcasse, dal prescritto parere della commissione consultiva e in assenza di un qualsiasi provvedimento di concessione Ghelazzi e Paparella, con il concorso di De Biase, sempre nell'interesse di Lay, avrebbero inoltre fatto risultare falsamente che l'impresario aveva organizzato e portato a termine, nel periodo dal 3 al 15 aprile 1958, una stagione lirica di tre recite a San Severo di Puglia. Franz De Biase, insieme con i dipendenti Francesco Bitolli, Luigi Geremia, Francesco Zarbano, Emanuele Paparella, Tito Ghelazzi e l'impresario Lay, si è visto attribuire un'altra truffa per aver fatto concedere al Lay un contributo di sei milioni e 800 mila lire a titolo di integrazione di maggiori spese per l'esecuzione della Settimana musicale sarda del 1958, contributo invece mai concesso a nessun titolo. Cesare Mei, Benedetto Todini, Emanuele Paparella, Tito Ghelazzi, Nicola De Pirro e Franz De Biase sono accusati di truffa perché, nella qualità di impresari lirici i primi due e di funzionari ministeriali gli altri, concorrevano a fare attribuire una sovvenzione di tre milioni e 600 mila lire al Mei per sei recite liriche, poi ridotte a quattro, delle quali due non furono mai effettuate, De Biase, insieme'con Paparella, Ghelazzi, Alfredo Pennacchia e Todini, deve inoltre rispondere di truffa per avere elargito una sovvenzione di 12 milioni a Todini per 15 recite liriche al Sistina, mentre in effetti, ne erano state fatte 13. L'ex sovrintendente al teatro dell'Opera Mario Allegretti, in sieme con 1 funzionari mini steriali Emanuele Paparella e Sergio Rufflni, è Imputato di truffa per essersi fatto attri buire una concessione di due milioni e 800 mila lire per una recita lirica a San Marino svolta il 3 settembre 1959, nonostante il parere contrario della Commissione consultiva, della quale veniva alterato il verbale n. 23 per fare apparire in vece un parere favorevole. r. s.

Luoghi citati: Francia, Puglia, Roma, San Marino, San Severo