Ventiquattro anni alla sposa di Varese che avrebbe ucciso il marito col veleno

Ventiquattro anni alla sposa di Varese che avrebbe ucciso il marito col veleno Ventiquattro anni alla sposa di Varese che avrebbe ucciso il marito col veleno La Corte d'Assise di Milano ha accolto le richieste del P.M. - La donna, trentunenne, era accusata di aver mischiato il tossico alla minestra (Dal nostro corrispondente) Milano, 27 ottobre. L'Assise di Milano ha inflitto 24 anni di carcere alla trentunenne Rosalia Toaldo, la sposa di Bobbiate (Varese) accusata di aver assassinato il marito Tullio Feltrin mischiando la stricnina alla minestra. I giudici, dopo una riunione di cinque ore, hanno accolto in pieno le richieste del P. M. Alla lettura della sentenza, Rosalia Toaldo non ha battuto ciglio; poi ha chiesto al suo difensore di interporre appello. Il delitto avvenne a Bobbiate, piccola frazione di Varese, Vìi settembre 1964. Tullio Feltrin, un meccanico trentaquattrenne, marito della Toaldo, aveva un piccolo laboratorio per la costruzione di tapparelle ma ogni tanto lo chiu¬ deva e andava a lavorare in Svizzera. Durante le assenze del marito, la donna aveva preso la abitudine di frequentare Olga Gandini, cinquantaduenne operaia in uno stabilimento, che abita anch'essa a Bobbia te. Sulle prime questa amici zia era parsa del tutto nata rale, poi la gente aveva incominciato a mormorare, perché Olga Gandini spesso si trat teneva in casa di Rosalia Toal do anche di notte. Sembra che Tullio Feltrin si fosse seccato per queste voci, sia che rispondessero alla verità o meno, e avesse rimproverato alla moglie di alimentarle. Queste liti sarebbero andate sempre aumentando tanto che il parroco del paese aveva dovuto interveni¬ re per cercare di riportare la pace in famiglia. Il 10 settembre 1964 avven ne infine un episodio che ora appare premonitore: «Lupa», la bellissima cagna da pastore di Tullio Feltrin, morì improvvisamente, pochi minuti dopo avere mangiato qualche cosa che Rosalia Toaldo le aveva messo nel piatto. Il giorno dopo Tullio Feltrin si mise a tavola con la moglie, prese qualche goccia dì medicinale e mangiò un piatto di gnocchi, un po' di pastasciutta e qualche foglia di insalata: non arrivò alla fine della colazione perché venne preso da terribili dolori. La moglie corse fuori casa. Si mise a gridare e fece accorrere il padre, i fratelli e parenti del marito. Venne anche un medico, ma ormai l'uomo era morto. Mesi dopo il sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Saverio Bagnato, ordinò l'esumazione di Tullio Feltrin e di «Lupa» La perizia necroscopica e quel la tossicologica vennero compiute nel più assoluto segreto e neppure la famiglia del mor to venne avvertita dell'inchiesta in corso. Nel gennaio dello scorso anno, 11 perito, professor Marozzi, concluse che nei visceri del Feltrin e del suo cane c'era stricnina più che sufficiente per ucciderli. Sulla base di questa perizia il dottor Bagnato si recò alla cascina Martitt e interrogò le famiglie Feltrin e Toaldo: nessuno aveva mai visto in giro della stricnina o un preparato a base di questo veleno. Gio vanni Toaldo, padre di Rosa lia, ammise di avere comperato qualche mese prima una polvere talpicida, che poi aveva messo in un armadietto. Il veleno non venne trovato, per quante ricerche si fecero. Sulla scorta degli indizi rac colti, il magistrato spiccò il mandato di arresto per la ve dova Feltrin. Durante gli in terrogatori Rosalia Toaldo ne gò sempre di avere ucciso il marito e il cane, ma venne ugualmente rinviata a giù dizio. Nel corso del processo l'Imputata si è difesa sostenendo di essere innocente e che da due anni porta il peso di una croce che non merita. Ha de finito solo un'amicizia — sep pure molto stretta — il legame che l'univa alla Gandini Ha detto che il marito, addo lorato dal fatto di non avere figli, poteva essersi ucciso. g. m Rosalia Toaldo condannata ieri a Milano (Telef. Ansa)

Luoghi citati: Milano, Svizzera, Varese