Grandi applausi a Saragat e Menni aprono il congresso dell animazione di Fausto De Luca

Grandi applausi a Saragat e Menni aprono il congresso dell animazione iuniti a Roma i delegati di tratte le sezioni del psi Grandi applausi a Saragat e Menni aprono il congresso dell animazione Il Capo dello Stato non era presente, ma l'assemblea gli ha inviato un caloroso messaggio - Nenni accolto dai congressisti in piedi, al canto dell'Internazionale - Ampio e coraggioso discorso del segretario De Martino - Ricorda il duro cammino dell'autonomia socialista, quindi indica il programma immediato del nuovo partito: collaborazione con la de per attuare le riforme concordate, divisione e concorrenza verso il pei, a vantaggio dei lavoratori - Domani il convegno del psdi - Domenica la fusione (Nostro servizio particolare) Roma, 27 ottobre. Atmosfera celebrativa al 37° Congresso straordinario del partito socialista che si è aperto questo pomeriggio nel Palazzo dei Congressi dell'Eur. Si vendono distintivi metallici a fondo grigio-chiaro 4n cui campeggiano ì due- emblema del psi e del psdi. Insieme alle « vedute di Roma >, souvenir per i delegati forestieri, sono allineati sui banchi dell'ingresso pacchi di fotografie a colori con un trittico di volti: Tanassi, Nenni, De Martino. Quando entra Nenni, alle 17 in punto, tutto il congresso è in piedi, gli altoparlanti diffondono 17jtterna»icmaJe, dall'alto del soffitto piovono volantini multicolori. Si legge la • a lunga lista dei membri della presidenza: un centinaio di persone, tra cui tutta la direzione, i vicepresidenti socialisti delle due camere (Pertini e Macaggi), i ministri socialisti (vivissimi applausi per Mancini), alcuni artisti e scrittori. Alla fine c'è l'invito a •Tanassi, segretario del psdi, e a Cariglia, vicesegretario, di prendere posto alla presidenza. Nuova pioggia di volantini, grandi applausi, Tanassi e Cariglia sorridenti si aprono la strada fino a De Martino e a Nenni. Abbraccio De Martino-Tanassi e intenso battimani. Manca, per ovvie ragioni, uno dei massimi artefici dell'unificazione: Giuseppe Saragat. A lui, <al socialista sen¬ za tessera, che è il nostro Pre-o u ò e a i o n i e a i a r sidentet) (come ha detto aprendo il congresso l'on. Jacometti) i delegati socialisti hanno tributato un lungo forte applauso e hanno poi inviato il seguente telegramma: «Il 37" Congresso del psi acclama in lei il Presidente democratico antifascista, assertore e incarnazione delle lotte dei lavoratori italiani e della Liberazione, Presidente dell'Italia rinnovata ». La relazione del segretario Francesco De Martino all'ultimo congresso del psi è stata per grande parte l'esposizione ragionata della « carta » per l'unificazione tra psi e psdi che il 37» Congresso socialista, e quello socialdemocratico sabato, devono approvare prima dconfluire insieme nella « costituente » che domenica al Palazzo dello Sport sanzionerà davanti a circa 40 mila persone la nascita del partito socialista unificato. De Martino ha cominciato con un bilancio del passato« che non fu immune da errori, ma fu ricco di sacrifici e di eroismi e pieno di tensionideale e morale». «Non abbia mo bisogno di nascondere nulla, né pentirci di quanto fu compiuto con onesta coscienzané avere il rimpianto delloccasioni perdute, né crederdi avere errato nel decenniche precedette il 1956. Se ad altro non fosse servito, che preservare una importante forza operaia e proletaria e unparte notevole dell'intelligenzprogressista del Paese per unbattaglia socialista, quel chil partito allora ha compiutnon sarebbe stato inutile ». Con il 1956 (denuncia dedelitti di Stalin da parte dKruscev. rivolta ungherese«si aprì un periodo nuovo: psi comprese che aveva unpropria funzione, che occorreva una svolta coraggiosa, chil socialismo non avrebbe mapotuto avanzare in Italia sen za ritrovare la sua netta diffe renziazione dal comunismsenza ribadire l'indissolubilitdalla democrazia. Dalla ritrvata autonomia discendeva logicamente la politica dell'unificazione. Se a questo risultatarriviamo dopo dieci anni, cè dovuto alla necessità di superare grandi ostacoli, abbatere il centrismo, creare il centro-sinistra, sperimentare i miti derivanti dall'inferioridelle forze socialiste ». Og« nella realtà del Paese no esistono più motivi di divist \ne tra l'ala socialdemocrati e quella socialista, anche se e i à o ò à i n a possono persistere diversità di formazione, di orientamento, dì metodi di azione. Ma tali diversità appaiono di gran lunga minori di quelle che si sono determinate fra i socialisti e i comunisti ». Per definire il partito unificato, De Martino ha usato le parole del precedente congresso del psi: «Creare un grande partito socialista democratico, popolare, di massa, erede ed interprete delle tradidizioni e degli ideali del socialismo italiano, in grado di offrire una prospettiva alternativa alla società industriale di massa». Quindi ha esposto ì principi deUa <carta» di unificazione In cui questa definizione generale si esprìme in forma articolata. Anzitutto l'affermazione della vitalità del marxismo, esperienza, dottrinarla «fondamentale», il rifiuto del revisionismo quando esso voglia nascondere l'abbandono dei principi della lotta di classe, la contestazione del capitalismo anche nelle sue moderne espressioni poiché se esso oggi può giungere ad assicurare livelli di vita più elevati « non riesce però a garantire la libertà e l'eguaglianza, non cancella od accorcia la diseguaglianza fra le classi, non elimina lo sfruttamento del lavoro». La «carta» proclama quindi la volontà del nuovo partito di attuare il passaggio al socialismo « mediante la democrazia e per successive conquiste graduali, con le riforme di struttura». Da questa impostazione democratica dipende la constatazione che « esiste una frontiera con il comunismo, come teoria e pratica di governo. Il rifiuto dei socialisti di partecipare ad una lotta, legale o rivoluzionaria, per creare forme di potere autoritario, centralizzato, non democratico, deve issere considerato definitivo. Tuttavia non vogliamo trasformare questa, frontiera in un recinto di filo spinato o in un campo di rissa quotidiana, respingiamo la tesi dell'isolamento dei comunisti, intendiamo incalzare il pei davanti ai lavoratori con le no stre ragioni, riconquistare la direzione del movimento operaio, per giungere all'unità dei lavoratori sulla base della democrazia e dell'autonomia ». La « carta », ha proseguito De Martino, non contiene il programma del partito ma ne fissa le linee essenziali. « Spetterà ai futuri congressi fare ivrspdhinmpiClevslss o l e e il programma e stabilire di volta in volta quali siano le riforme compatibili con le risorse del paese e con i rapporti di forza». Occupandosi delle riforme della vita civile, De Martino ha dichiarato che sul divorzio il partito unificato «non potrà non impegnarsi, con senso di moderazione di responsabilità, perché nessuno ha interesse di inasprire un contrasto con la Chiesa cattolica, ma anche con la necessaria fermezza. Non esistono possibilità di approvare la legge Fortuna in questa legislatura, se si tiene conto dei rapporti attuali di forza in Parlamento e anche della situazione politica. Perciò questo tema sarà agitato nel paese e in Parlamento finché esso diventi maturo jper una soluzione ragionevole, conquistando ad esso la maggioranza degli italiani ». De Martino ha quindi trattato del centro-sinistra e dei timori che la prospettiva dell'unificazione socialista ha suscitato nella de. «La de si trova dinanzi ad una scelta: o prendere atto dell'unificazione e rendere più sicuro e spedito il cammino del centro-sinistra (che ora mostra di essere lento e stanco), osservando gli accordi di governo e allora anche il partito unificato manterrà i suoi impegni e si giungerà con bilancio abbastanza positivo alla fine della legislatura; o la de sceglie di ritardare e rinviare il corso delle riforme più significative (programmazione, scuola, ospedali, urbanistica e Regioni) ed in tal caso la crisi è inevitabile, ed altrettanto inevitabile un'anticipata consultazione elettorale ». Quanto alle prospettive, di cui si dovrà occupare il partito unificato al momento opportuno, è naturale che i socialisti, come tendono a riconquistare la maggioranza nel movimento operaio strappandola ai comunisti, così tendono alla direzione del Paese contestandola alla de. Per il problema di una nuova struttura della sinistra italiana, compresi i comunisti, « esso non è attuale e non ha oggi possibilità di soluzione». Il dibattito comincerà domattina. Sono previsti discorsi di Giolitti e Lombardi. Ci saranno anche saluti di alcuni tra i rappresentanti dei 33 partiti socialisti presenti. Nennparlerà sabato. Fausto De Luca

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