Mancini annuncia severe misure per mettere ordine nell'edilizia
Mancini annuncia severe misure per mettere ordine nell'edilizia Scandalo ad Agrigento, Irregolarità in molte parti d'Italia Mancini annuncia severe misure per mettere ordine nell'edilizia Il governo si impegna a presentare la legge urbanistica al Parlamento entro il 30 novembre - Intanto verranno subito aggravate le sanzioni amministrative e penali per chi viola le norme sulle costruzioni civili - Per quanto riguarda Agrigento: deferimento alla magistratura dei responsabili, riesame di tutte le licenze, cancellazione degli appaltatori abusivi dall'albo, demolizione di alcuni palazzi - Dopo il discorso del ministro, nuovi incidenti fra i comunisti ed i democristiani, che reagiscono alle accuse - Approvata la mozione della maggioranza (Dal nostro corrispondente) Roma, 27 ottobre. Aspre battute polemiche hanno segnato la conclusione del dibattito su Agrigento al Senato. Tra le proteste dell'opposizione di estrema sinistra, che al momento della votazione ha abbandonato l'aula, è stato accolto l'ordine del giorno dei gruppi della maggioranza ed è stata respinta la richiesta di una commissione parlamentare d'inchiesta. L'ordine del giorno della maggioranza « impegna il governo ad adottare nel più breve ^tempo possibile tutte le misure annunciate » e auspica che la Regione siciliana « metta in atto sollecitamente i provvedimenti di sua competenza ». Sui provedimenti decisi e su quelli che si rendono indispensabili è stata centrata la replica conclusiva del ministro dei Lavori Pubblici, Mancini. Il governo — ha detto Mancini — accetta unanime le risultanze e le conclusioni della commissione d'inchiesta Martuscelli, e unanime ritiene che si debba immediatamente dar corso a una serie di misure concrete. E, seccamente il ministro ha fatto l'elenco dei provvedimenti previsti. L'elenco comprende : invio all'autorità giudiziaria della relazione Martuscelli affinché vengano identificati e perseguiti i reali penali; procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti statali, regionali e comunali responsabili di illeciti e irregolarità; sospensione o cancellazione dagli albi professionali degli appaltatori che ad Agrigento abbiano violato le norme e i regolamenti in vigore, esclusione da ogni incarico da parte di enti pubblici dei professionisti (progettatori e direttori di lavori) che abbiano contribuito alle violazioni della legge, decadenza dai benefici fiscali dei proprietari di costruzioni irregolari ; riasame delle licenze di costruzione; sospensione dei lavori in corso per costruzioni abusive ; demolizione delle costruzioni già ultimate. Altre misure di carattere generale: modifiche al regolamento edilizio di Agrigento, con soppressione della facoltà di deroga (quella che ha consentito gli abusi) e alcuni limitazioni e divieti. Queste misure non sono tutte di competenza del governo. Per quel che riguarda il governo «posso assicurare — ha detto il Ministro — tutto l'impegno affinché si proceda con la massima celerità e si pervenga subito alla punizione dei responsabili. Si attende che eguale impegno sia manifestato dalla Regione e dagli altri enti interessati ». Mancini ha poi affrontato le questioni più generali. Il caso di Agrigento è un caso limite, ma esso richiama l'attenzione sul disordine edilizio che esiste in molte città : « Una situazione generalizzata ormai insostenibile: si è visto a quali conseguenze, sociali, economiche, igieniche e sanitarie, conduce il disordine urbanistico se i pubblici poteri non pongono adeguati freni alla speculazione privata, che assume a volte caratteri di sfida all'autorità costituita». Il disordine è dovuto anche alla mancanza di leggi adatte: per rimediare il governo si impegna a presentare al Parlamento entro il prossimo 30 novembre la nuova legge urbanistica: « Questa dichiarazione deve essere considerata come la dichiarazione fatta dal ministro dei Lavori Pubblici a nome di tutto il governo ». Ma questo non basta. Il disordine è divenuto così grave che bisogna agire con urgenza: saranno così immediatamente proposte alcune misure di emergenza. Condensate dal ministro in nercclpgzudsdfidtptddtvsbodlM nove punti, le misure di emergenza, che devono essere considerate uno « stralcio » della legge urbanistica, vanno dall'aggravio delle sanzioni amministrative e penali con ammende ragguagliate al valore delle costruzioni e il riconoscimento di una responsabilità solidale del committente, del costruttore ed in alcuni casi del progettatore dell'edificio fino al potere di intervento diretto dello Stato in sostituzione dei Comuni per i piani regolatori, per le lottizzazioni e le concessioni di deroghe. « Sono misure che dimostrano la volontà politica del governo di rimuovere alle radici tutte le cause dell'attuale disordine urbanistico ed edilizio ». Mancini ha risposto alle osservazioni e alle critiche dell'opposizione difendendo l'operato della Commissione Martuscelli e l'obiettivo dell'indagine condotta, che non risparmia le responsabilità degli stessi funzionari dello Stato. « Emergono dalla re¬ lazione le responsabilità primarie dell'amministrazione comunale, vengono puntualizzate le responsabilità del Genio civile e della Sovrintendenza alle belle arti, viene messa in risalto la mancata azione di controllo da parte degli organi statali e regionali. Sia pure in misura diversa i pubblici poteri hanno passivamente subito le sollecitazioni della speculazione edilizia ». Infine, la parte più strettamente politica della replica del ministro: quel che io ho fatto — ha detto in sostanza Mancini — l'ho fatto come membro del governo, è il governo che l'ha fatto; ho agito come ministro di un governo di coalizione e ho trovato nel governo adesioni e consensi e d'accordo con tutto il governo sono stati assunti gli impegni sottoposti al Parlamento. « Le istituzioni dello Stato repubblicano hanno mostrato, in presenza di una direzione politi¬ ca come l'attuale, tutta la loro validità e vitalità: è un riconoscimento che va rivolto al Parlamento e al governo di centrosinistra che ha operato con uno spirito di fermezza e senso di giustizia nella ricerca della verità dei fatti e delle responsabilità ». Anche la pubblica amministrazione ha saputo individuare in sé medesima le proprie responsabilità, senza tentennamenti. Per questo la conclusione non può essere pessimistica : « Tramonta una concezione di scetticismo e di qualunquismo, di indifferenza e di pessimismo: tramonta dinanzi al maturarsi della coscienza democratica del popolo che ha raggiunto livelli di volontà di rinnovamento mai toccati in passato ». Il Senato ha ascoltato senza reagire il ministro che rivendicava al governo e alla maggioranza, messi sotto accusa dalle opposizioni, il merito di un'azione decisa; con le dichiarazioni di voto sono esplosi gli incidenti. Parlava per la de il sen. Gava che attribuiva all'ambiente e all'incontrollato sviluppo di Agrigento l'atteggiamento di tutti i partiti nella città siciliana, maggioranza e opposizione, i comunisti sono insorti: « Solo i democristiani sono responsabili!». Dai banchi democristiani sono venute repliche vivaci e, subito, l'aula è stata dominata dalla confusione. Il senatore Zelioli-Lenzini, che presiedeva, non riusciva a farsi udire, Gava non poteva riprendere l'intervento. Una breve pausa ha consentito a Gava di dire, rivolto ai comunisti : « E' inutile che vi agitiate. Sono in possesso dei verbali del Consiglio comunale di Agrigento: i consiglieri comunisti proponevano un regolamento più facile di quello adottato, Mi riservo di consegnare i verbali al presidente al ter mine della seduta ». I comunisti, protestano «Presentali ora.'»; e scendono dall'emiciclo, gridando : « Ora, ora, ora! ». Gava non cede e tra le urla che si spengono adagio, riprende il proprio intervento. Allora i comunisti, seguiti dai socialproletari, abbandonano l'aula. Le ultime battute polemiche si sono avute al mo¬ mento del voto: quando si è votato erano le 17, il Senato siedeva da nove ore. Oltre ad approvare la propria mozione, la maggioranza ha respinto un ordine del giorno che chiedeva lo scioglimento del Consiglio comunale di Agrigento proposto dal socialista (scissionista) Gatto. Lo scioglimento del Consiglio comunale di Agrigento ,è di competenza della regione: il problema rimane aperto. Michele Tito li ministro Mancini Ieri a Palazzo Madama {Tel. A.P.)
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