Si inasprisce al Senato il dibattito su Agrigento

Si inasprisce al Senato il dibattito su Agrigento Si inasprisce al Senato il dibattito su Agrigento Il socialista Banfi polemizza col democristiano Ajroldi - II de Militerni sottolinea che gli abusi in Sicilia presero il via col milazzismo (alleanza dei comunisti coi missini) - I liberali insistono nel chiedere un'inchiesta parlamentare - Altri oratori parlano di Palermo e Trapani (Nostro servizio particolare) Roma, 25 ottobre. Il dibattito su Agrigento si è oggi ulteriormente inasprito. Il sen. Banfi, primo oratore del gruppo socialista, ha voluto subito chiarire che ieri il democristiano Ajroldi parlava solo per la de e non per tutti i firmatari (anche socialisti e socialdemocratici) della mozione di maggioranza. «Non si devono fare speculazioni di partito, né, come ieri ha fatto il sen. Ajroldi, parlare in difesa », ha detto Banfi. « Il giudizio politico deve necessariamente investire le responsabilità del gruppo dirigente democristiano che dalla liberazione in poi ha detenuto ad Agrigento il monopolio del potere, ma non lo ha democraticamente esercitato, avendo perseguito l'esclusivo interesse degli speculatoli. Mi rifiuto di credere che la de nel suo complesso rifiuti di accettare questo discorso ». Banfi ha aggiunto che il Senato deve « rivolgere un monito alla Regione siciliana perché si dimostri all'altezza dei suoi compiti», dovendosi osservare « con dolore » che finora non è stata sciolta l'amministrazione comunale di Agrigento. Chiesta la severa punizione, sia penale che amministrativa dei responsabili, Banfi ha affermato che i socialisti combatteranno il tentativo di « stendere un velo ipocritamente pietoso sui fatti di Agrigento ». Sul piano generale, occorrerà emanare subito la nuova legge urbanistica. I democristiani non hanno direttamente reagito. Il sen. Vecellio, quando ha preso la parola, è stato sottoposto ad un vero bombardamento di interruzioni e di grida da parte dell'estrema sinistra, tanto che più volte il presidente di turno Zelioli-Lanzini è dovuto intervenire per riportare la calma. Vecellio ha detto che « ogni anticipazione sulle cause del movimento franoso e sulle responsabilità degli amministratori comunali sarebbe ingiustificata mentre la seconda commissione d'inchiesta è ancora al lavoro ». Quanto agli amministratori comunali, « appare chiaro che vi è stata in loro solo una deplorevole grave leggerezza, dipendente dal fatto che essi erano preoccupati della necessità di case». Questa frase scatena l'estrema sinistra. Nuovi clamori sono scoppia¬ ti quando ha parlato il secondo oratore de, il sen. Militerni, il quale ha detto che irregolarità edilizie sono avvenute anche nei comuni amministrati dai comunisti. Perciò le responsabilità vanno accertate caso per caso, senza generalizzare soprattutto in senso politico. Inoltre la situazione ad Agrigento era aggravata dalle difficoltà in cui- operavano gli uffici statali, mentre non si deve trascurare l'urgenza del problemi della ricostruzione. In particolare, ha aggiunto, « i presupposti amministrativi che determinarono il grave disordine furono creati quando alla Regione imperversava il governo Milazzo ed assessore ai Lavori Pubblici era Von. Corrao, alleato dei comunisti ». Caruso (pei) — Sono cose incredibili. Zeliolì (presidente) — Non protesti. Ascolti pure lei. Militerni (de) — Mi spiace di dovervi ricordare cose spiacevoli. Per il liberale D'Andrea, la relazione Martuscelli < palesa senza infingimenti la verità su Agrigento ». Ma, poiché di quanto è accaduto « sono responsabili tutti i partiti » ed è inoltre « assai grave che la magistratura non sia intervenuta dopo l'indagine Barbagallo-Di Paola, solo l'inchiesta parlamentare, proposta dai liberali, può veramente far piena luce sulla vicenda ». Di diverso parere il socialdemocratico Zannier « poiché difficilmente un'inchiesta parlamentare potrebbe aggiungere ulteriori clementi a quelli già acquisiti ». L'importante è che adesso il governo prenda con energia tutte le iniziative dirette ad assicurare la punizione, sia a carattere penale sia amministrativa, dei responsabili del disastro. Occorre poi la nuova legge urbanistica e bisogna modificare le leggi vigenti prevedendo l'obbligo del piano regolatore per tutti i comuni, oltre ad una più celebre procedura per la loro approvazione. Nel corso del dibattito ci sono stati accenni alle altre città siciliane, pure sottoposte ad inchiesta da parte della Regione. Il sen. Simone Gatto (psi) ha parlato dello scempio di Trapani, denunciando le gravi responsabilità della Soprintendenza alle belle arti. Il sen. Pafundi, presidente della commissione antimafia, ha fatto un breve intervento per precisare che le inchieste su Palermo, Agrigento, Trapani e Caltanissetta furono decise dalla Regione siciliana in modo autonomo, dopo avere preso visione della prima relazione della commissione parlamentare, non su sollecitazione di questa. Domani sarà esaurita la discussione generale. Il ministro dei Lavori Pubblici Mancini parlerà giovedì mattina. f. d. 1.