Il sindaco di Acqui elenca i danni subiti dalla città nel nubifragio di Giorgio Lunt

Il sindaco di Acqui elenca i danni subiti dalla città nel nubifragio Il sindaco di Acqui elenca i danni subiti dalla città nel nubifragio Per riparare le opere pubbliche occorrono 111 milioni - Ma i più colpiti sono i privati: commercianti (un miliardo), artigiani (800 milioni) - Incalcolabili i danni all'agricoltura (Dal nostro inviato speciale) Acqui, 24 ottobre Il 6 novembre tutti i parlamentari piemontesi si riuniranno ad Acqui — su invito del Comune — per impegnare il Governo, con una «legge speciale-», a risolvere i problemi in cui la città si dibatte dopo l'alluvione e che dovranno trdvare una via d'uscita soltanto con misure adeguate alla gravità della situazione Un popoloso centro sconvolto da una valanga d'acqua è paragonabile ad una nave investita dalla tempesta Si cerca di turare le falle per evitare che coli a picco, ma bisogna rimorchiarla al più presto in bacino per rimetterla in condizioni di riprendere il mare. Nella cittadina piemontese, in questi giorni di falle se ne sono turate parecchie, grazie all'abnegazione delle autorità provinciali e locali, e anche per la solidarietà del popolo italiano. Le famiglie sinistrate hanno avuto un ricovero, un conforto materiale e morale (prosegue la distribuzione degli aiuti dei lettori de «La Stampa» — centomila lire ad ogni nucleo in stato di bisoano -, continua l'assistenza aa parte del Comitato municipale e dell'Eco). Resta il problema di fondo: quello che riguarda non i singoli casi, ma la vita di Acqui nel suo complesso In primo luogo, l'urgenza di liberare dal fango e dai detriti le centinaia di cantine non ancora sgomberate. Non è soltanto una questione di pulizia c di riassetto, ma soprattutto una necessità di igiene pubblica Nelle cantine ci sono carogne di topi, gatti, conigli, galline. Si stanno putrefacendo, potrebbero diffon dere malattie epidemiche. Domani dovrebbero tornare ad Acqui san vigili del fuoco, per accelerare lo svuotamento dei locali invasi dall'alluvione Non basteranno. Il presidente della Provincia di Torino, avv. Oberto, metterà a disposizione squadre di cantonieri: un gesto generoso, che è stato molto apprezzato. Almeno itQ0 persone sono state costrette ad abbandonare la casa, cercando asilo presso parenti o amici, oppure affidandosi all'Eco che provvede al mantenimento negli alberghi o le aiuta a procurarsi un alloggio. Quanti di questi 400 sventurati potranno tornare nella loro abitazione* Lo chiediamo al geom. Velia, capo dell'Ufficio tecnico municipale. La risposta è sconfortante: un centinaio dovranno rinunciare definitivamente alla dimora che avevano, perche l'intero stabile o parte dei vani sono pericolanti, inabitabili Altri 2H0 saranno in grado di rientrarvi in un futuro tutt'aìtro che prossimo, perché sono crollati soffitti e pavimenti, i muri presentano crepe allarmanti. Solo un centinaio, quindi, hanno la possibilità di rioccupare tra poco l'alloggio, appena il fango sarà stato rimosso e le pareti si saranno prosciugate Non dimentichiamo che tutti gli sfollati risiedevano nei rioni più poveri, e sono essi stessi i più poveri della città , E passiamo ai danni materiali, che si dividono in due categorie: quelli riportati dalle opere pubbliche e quelli che ricadono sui cittadini. Ce li espongono il sindaco avv. Fitipetti e gli assessori ai lavori pubblici e alle finanze, avvocati Piolo e Mottura. « In base alla prima valutazione del Genio Civile, i danni subiti dall'Amministrazione civica am montano a centoundici milio ni. Riguardano le fognature, l'acquedotto le strade urbane le suburhane. 1 fabbricati (il | palazzo municipale, il tribù naie, le scuole di via XX Settembre, le palestre di via Berlingeri e via Trieste, l'istituto industriale "A. Volta" di via Casagrande, il laboratorio dell'istituto statale d'arte in regione Trasimeno), i lavori di ripristino e consolidamento degli argini del Medrio. Una cifra enorme, per il nostro bilancio ». Ma una cifra modesta, di fronte ai danni della cittadinanza. Quelli riportati dagli edifici privati superano i 200 milioni, quelli dei commercianti si fanno ascendere ad un miliardo, gli artigiani ne lamentano per circa 800 milioni. Il settore industriale è stato il meno colpito, tuttavia alcune aziende sono rimaste paralizzate. Ingenti, infine, i danni degli agricoltori: cascine sgretolate, vigneti devastati, terreni rovinati dagli smottamenti e sommersi da tonnellate di fango e pietre. Questo il triste quadro nella sola città di Acqui c nelle borgate periferiche: tenendo conto dei paesi del circondario, le conseguenze del disastro si valutano a parecchi miliardi. Le attività produttive — commerciali, artigiane, agricole, industriali — non hanno la possibilità di risollevarsi senza un aiuto concreto e adeguato, che solo lo Stato può offrire attraverso la «legge speciale» che Acqui auspica. Si tratta di un provvedimento applicabile nei casi di pubbliche calamità, c già entrato in funzione in circostanze analoghe. Nell'attesa — speriamo non sia troppo lunga e non si risolva in una delusione — il Comune non lesilia gli sforzi. Oggi la Giunta si è riunita per un'iniziativa di notevole portata. Con la partecipazione della Provincia e della Camera di Commercio d'Alessandria, è stato costituito un consorzio per ottenere un mutuo di 7S0 milioni (che dovreb¬ \ ¬ bero aumentare ad un miliardo) a favore dei commercianti e artigiani. Gli anticipi serviranno al riassetto della loro azienda, la maggior parte dell'interesse sul mutuo sarà a carico del consorzio. Anche gli avvocati di Acqui \si sono fatti promotori di un gesto di solidarietà, impegnandosi a non adire le vie legali nei riguardi dei sinistrati che non possono far fronte alle sca dense di cambiati. Stasera in Municipio, mentre ricominciava a piovere, il sotto segretario on. Romita si è in contrato con gli amministratori di Acqui, alla presenza del prefetto di Alessandria, del medi co provinciale, del capo del Genio Civile e del comandante dei vigili del fuoco. Dall'esame dei vari problemi è stata confermata l'urgenza di provvedere — con un incremento di uomi ni e mezzi — allo sgombero della zona allagata. Si recla ma una legge speciale che dichiari Acqui e la quarantina di comuni alluvionati zona di pubblica calamità. Il camita to per l'assistenza compilerà domani un altro elenco di fa miglie. alle quali verranno consegnate le 100 mila lire de «La Stampa ». Poiché non tutti i sinistrati si sono finora presentati agli uffici pe.r segnalare le loro necessità, due squadre di censimento provvederanno ad accertare anche i danni non denunciati. Oggi per gli aiuti alle popolazioni piemontesi vittime dei nubifragi sono giunti a «La Stampa » altri S milioni 663 mila 125 lire, che portano il totale a !,2 milioni 903 mila 910 lire. Tra le offerte più notevoli, due milioni delle «Compagnie Riunite di Assicurazione » di To lino, un milione della «Ceat». 500 mila lire della « Vestebene » ed altrettante delle «Tessiture Miroglio », entrambe di Alba. Giorgio Lunt

Persone citate: Eco, Mottura, Oberto, Piolo