«I nostri figli sono stati uccisi!» grida un padre accusando l'Ente carbone

«I nostri figli sono stati uccisi!» grida un padre accusando l'Ente carbone I bimbi morti sotto la frana sono più di 150 «I nostri figli sono stati uccisi!» grida un padre accusando l'Ente carbone Penosi incidenti durante l'inchiesta ad Aberfan - « Tutti sapevano che la montagna si muoveva, ma nessuno ha detto niente. Non la fatalità, la negligenza ci ha strappato i nostri bambini» - Si continua a scavare tra le rovine della scuola alla ricerca dei cadaveri; per trovarli tutti occorreranno forse dei mesi - Recuperate finora le salme di 112 bimbi e 33 adulti - I dispersi sono una settantina, di cui almeno 40 scolari (Dal nostro inviato speciale) Aberfan, 24 ottobre. Dal fango e dai detriti di carbone che coprono gli edifici di Moy Road, sono stati estratti oggi altri cadaveri, sia di adulti sia di bambini, i primi sorpresi nelle loro abitazioni, i secondi già a scuola, ma trascinati a basso dal peso e dall'urto della frana. Il numero dei morti è salito a 145, di cui 112 bambini. Solo undici corpi non sono stati ancora identificati. I dispersi sarebbero una settantina, fra i quali una trentina di adulti. Moy Road e il cortile della scuola dovrebbero essere sgombrati entro due giorni. Non è tuttavia certo che le vittime verranno presto portate alla luce. « Qualcuno probabilmente è sepolto più in alto — ha dichiarato uno dei minatori —, per trovarlo occorreranno settimane, forse mesi ». Quest'uomo scava nei detriti e nel fango da venerdì, alla ricerca di suo figlio. « Non riposerò — ha detto — finché non lo avrò trovato e gli avrò dato un funerale cristiano ». La tragedia, della cui entità il premier Wilson ha voluto rendersi conto di persona sabato scorso, è stata oggetto oggi di un'interrogazione in Parlamento. Il ministro per il Galles, Hughes, ha assicurato ai de putati che l'inchiesta ordì nata dal governo comincerà nei prossimi giorni. « La frana è ormai sotto controllo — ha detto —. L'Ente nazionale del carbone ha ispezionato gli altri mucchi dì detriti eretti in cima alle montagne, cinquecento in tutto il Galles, ed ha preso i provvedimenti necessari per evitare il ripetersi di un tale disastro ». Il mLnislro ha aggiunto che tre sole di queste montagne artificiali paiono pericolose: si trovano tutte presso Aberdare, nella stessa valle di Aberfan, e sono già state rinforzate. Hughes ha più tardi ricevuto Sir Edmund Davies, il giudice della Corte d'assise incaricato dell'inchiesta, per un esame della situazione. Alla partenza da Carditi5, la capitale del Galles, dove è giunto questa sera, Sir Edmund Davies ha dichiarato che « farà svolgere le più minuziose indagini ». « Mi prefiggo quattro scopi — ha detto —: 1) stabilire che cosa è successo; 2) stabilire il perché; S) stabilire se il disastro poteva essere evitato; lf) stabilire quale inorale dobbiamo trarne ». L'inchiesta si svolgerà nel maggiore centro minerario della valle, Merthyr Tydfil, da cui Aberfan dipende amministrativamente. Il giudice è nato a Mount Ash, a pochi chilometri di distanza. E' un magistrato molto rispettato: nel 1963 condannò a trenta anni di carcere alcuni dei rapinatori del treno postale Glasgow Londra, che rubarono oltre cinque miliardi di lire. Oggi, ad Aberfan, nell'inchiesta sulle cause del decesso delle vittime, si è svolta una drammatica scena. Alcuni genitori hanno avuto una reazione disperata. « I miei figli — ha urlato un uomo che ha perso entrambi i suoi bambini — sotto stati uccisi dall'Ente nazionale del carbone. Non voglio che lei metta come causa del decesso soffocamento, lesioni interne o fratture, ma assassinio ». Altri uomini si sono alzati in piedi: « Tutti sapevano che la montagna si muoveva, nessuno ha detto nulla. Non la fatalità, ma la negligenza altrui ci ha strappato i nostri figli ». Invano il coroner, il magistrato inquirente, ha invitato i genitori a protestare presso la commissione d'inchiesta di Sir Edmund Davies. Quando, nel trambusto, egli ha chiesto la testimonianza della stampa, alcuni uomini hanno gridato : « Fuori, fuori, queste sono cose che non avranno il coraggio di pubblicare ». Soltanto l'intervento di un consigliere comunale, James Williams, il quale ha perso nella tragedia tre fa miliari, ha calmato i genitori. « Il coroner deve espli care queste formalità — egli ha detto con voce quieta —, se vogliamo seppellire i bambini». gmcdte—l'LsvrshcbmssstsmdqssscsdsencsdsncdddpnNssflfgcisvmlsmpsmlrtdntppmenaafitp«qtnec i e Abbiamo parlato al signor Williams, quando il magistrato ha concluso l'inchiesta. E' un uomo roso dal dolore, ma sereno e forte. « Ha sentito — ha detto — l'amarezza che brucia l'animo della nostra gente. La montagna aveva espresso il suo mònito numerose volte, ma s'è prefertìo ignorarlo. Due anni fa c'era già stata una frana. Perché hanno continuato a scaricare detriti? L'Ente del carbone dice ora che sotto il mucchio era scaturita mia sorgente. E' vero che nessuno sapeva della sua esistenza, ma giù dalla montagna scendevano due ruscelli proprio di fianco al mucchio. Lassù c'era acqua da per tutto. Diremo tutto questo e altro nell'inchiesta. Bisogna che tragedie simili non avvengano più». Questi stessi genitori si sono recati più tardi in chiesa per discutere della sepoltura dei bambini. Indossavano gli abiti della festa, con i segni del lutto, erano in maggioranza uomini, le donne rimanevano a casa, sopraffatte dall'angoscia. Alcuni di loro provvederanno personalmente a seppellire i loro cari. Domani, due bambini verranno cremati, sono Ian Doucall, di 8 anni, e Lyn Harding, di 10. Mercoledì, il reverendo Hayes, battista, officerà per il figlio Dyfrig, di 9 anni, e per alcuni suoi amici. Non è escluso che domani sera, o mercoledì, vengano seppelliti numerosi altri, forse una decina di cattolici. Una imponente cerimonia funebre si svolgerà invece giovedì pomeriggio : dalla chiesa battista, trasformata in camera mortuaria, tra settanta e ottanta cadaveri verranno trasportati nel cimitero di Aberfan, in solenne processione. Saranno sepolti uno vicino all'altro ma ciascuno con una sua pietra tombale, e se ve ne sono, madre e figlio insieme, o fratelli, o sorelle, e lì presso i piccoli amici. Saranno presenti probabilmente quarantacinque sacerdoti di tutte le dottrine. I genitori che lo vorranno, po tranno vegliare sui loro piccoli nelle loro case, per poche ore prima dell'ulti mo cammino. Qualcuno ha espresso il desiderio che nella tomba fosse collocato anche un giocattolo, ma le autorità sanitarie hanno ri fiutato. Oggi il vescovo cattolico di Cardiff, mons. Murphy, ha visitato Aberfan: « Tutto il mondo piange questi bimbi », ha detto. Da tutto il mondo, infatti, stan no arrivando fiori, in un estremo addio. Neppure giovedì, però saranno interrotte le ricerche degli scomparsi. Aberfan non avrà pace finché l'ultimo segno della trage dia non sarà stato cancel lato. Le famiglie rimaste senza tetto sono ora ospi tate in nuove abitazioni. '. bambini scampati andranno presto ad un'altra scuola. I lavori procedono ora molto più speditamente, perché grandi trincee sono state aperte nella frana, i mezzi meccanici, scavatrici e bulldozers, hanno preso il posto dei picconi e delle pale degli uomini. Aviatori, marinai e soldati subentrano a poco a poco agli esausti minatori, scossi dalla vista allucinante del mare di fango, dei resti delle case, di piccoli oggetti, come le carrozzelle dei neonati, orribilmente schiacciate, come i quaderni di scuola, come gli orsacchiotti, le bambole, i piccoli indumenti. Per Aberfan, come per tutto il Galles, il carbone è la vita: chi non lavora nelle miniere, spesso non mangia. Ma questo villaggio odia oggi il carbone: « Bisogna — ha detto un alto prelato protestante — che non si sacrifichi mai più ad esso nessun giovane». Da Merthyr Vale, il paese vicino, fino alle rovine della scuola e degli altri edifici, è una continua processione di soccorritori e di bambini. C'è uno strano contrasto fra questi ultimi e la tragedia che è ancora nell'aria. Si vedono alcuni di loro giocare, spesso con gli agenti in uniforme, talvolta con gli stessi minatori, ai quali gli occhi si riempiono di lacrime. Un piccolo scolaro ci ha Ennio Carrtto detto: «Io non mi sono neppure sporcato di fango». Da un altro abbiamo appreso che si era veramente spaventato soltanto quando, tornando a casa, non aveva visto la madre : « Avevo pensato che fosse scomparsa sotto la frana». Abbiamo visto dei bambini con le divise militari. Ha esclamato uno : « Io ne ho una dell'aviazione, perché da grande guiderò un aeroplano ». Per questi bambini, la tragedia sta incominciando a diventare un ricordo, per i grandi, invece, rimarrà sempre la consapevolezza che la storia, ad Aberfan, ha saltato una generazione.

Persone citate: Edmund Davies, Harding, Hayes, Hughes, James Williams

Luoghi citati: Aberfan, Cardiff, Galles, Glasgow, Londra