La madre della tredicenne dice: "Non sapevo che mia figlia conoscesse tanti uomini a Novara"

La madre della tredicenne dice: "Non sapevo che mia figlia conoscesse tanti uomini a Novara" COME SI DIFENDONO GLI ACCUSATI IN La madre della tredicenne dice: "Non sapevo che mia figlia conoscesse tanti uomini a Novara" La donna, Teodora Nuzzo, è in prigione e deve rispondere di favoreggiamento della prostituzione - Dei 13 imputati rinviati a giudizio, sei avrebbero confessato al magistrato: sono l'ex vice-sindaco di Casaleggio, il fidanzato della ragazza e quattro commercianti di Momo, [fomentino, Barengo, Fontaneto d'Agogna ■ L'inchiesta ora è chiusa e forse alcuni protagonisti della squallida vicenda sono riusciti a sfuggire all'incriminazione (Dal nostro corrispondente) Novara. 19 ottobre. Il rinvio a giudizio di tredici persone (undici sono in stato di arresto), per lo scandalo della tredicenne Elisabetta Orlando a Novara Ita colto di sorpresa: si pensava elle il Procuratore della Repubblica dottor Marcello De Felice non sarebbe riuscito a portare a termine l'istruttoria sommaria nel termine di quaranta giorni. La convinzione derivava dalla complessità della vicenda nella quale si pensava potessero essere coinvolti altri * amici» o conoscenti della ragazza. Elisabetta Orlando, infatti, non si è limitata a fornire i nomi delle otto persone che adesso sono state rinviate a giudizio per violenza carnale presunta ma ne ha indicate, sia pure genericamente, altre: un giovane di Galliate con una « 1100 » blu; un altro conosciuto al bar di corso Cavour, e così via. La ragazza è rimasta troppo nel i;aga percliA la polizia prima e il magistrato poi potessero indagare in profondità e perseguire tutti coloro che erano accusati dalla minorenne. Col deposito degli atti prò cessuali (un fascicolo di 1S0 pagine) si è iniziato per gli avvocati il lavoro di studio e di ricerca d'una valida tesi difensiva che valga a strap pare alle condanne i loro pa trocinati. Per i reati indicati nel caso di imputazione sono previste pene che vanno da tre, a cinque, a dieci anni di carcere. Per alcuni il cumulo delle imputazioni porterebbe a condanne ancora maggiori. I difensori non fanno mistero d> una certa perplessità di fronte al « caso » di uomini, padri di famiglia, che rischiano anni di galera per essersi accompagnati, anche una sola volta, con una ragazza minorenne che era già stata con loro amici. ~Degli otto incriminati per violenza carnale presunta, sci avrebbero reso confessione: il macellaio di Momo Pietro Orsina, il mediatore di Romenti- n r i l - ìw Rino Cattaneo, il commerciante di Barengo Pietro Rabozzi, il panettiere di Fontaneto d'Agogna Giovanni Castaldi, l'impiegato ed ex vice-sindaco di Casaleggio Primo Bazzini e il fidanzato della tredicenne Francesco Bertuletti. Gli altri due — il grossista di caffè Giulio Croia e il maresciallo dei bersaglieri Paolo Tonelli, entrambi di Novara e imputati a piede libero — hanno sempre negato e la loro posizione non pare diffìcile come quella degli altri. Pur negando, appaiono compromessi gli albergatori di Turbigo, Santino Garavaglia e sua moglie Giromina Ravazzani: l'Orsina t-a Elisabetta sono stati ospiti dell'albergo « Stazione » da loro gestito Rimangono, in posizioni più difficili, Felice Pagani, Teodora Nuzzo, la madre di Elisabetta, e Giampiera Bertuletti, sorella del fidanzato della tredicenne. Il Pagani non è personalmente accusato dalla minorenne, ria è colui che l'ha avvicinata con il pretesto della protezione degli animali e l'ha convinta ad incontrare prima l'Orsina e poi altri uomini. Per questo è imputato di agevolazione della prostituzio ne (legge Merlin) oltre ad atti di libidine. Sarebbe confesso. Nega invece Teodora Nuzzo: «Non sapevo'niente di quello che faceva mia figlia — ha det to al magistrato —. Per me Elisabetta era ancora una bambina ed ero lontana mille miglia dall'immaginare che durante i suoi viaggi da Momo a Novara si Incontrasse con tanti uomini ». E come giustifica la donna i regali — sovente capi di vestiario anche costosi — con i quali la ragazza tornavat «Pensavo fossero doni dello " zio Giuseppe " — soggiunge la Nuzzo —, E' quel nostro anziano vicino di casa che, per la guarigione della moglie, aveva fatto il voto di " vestire " una indigente ». E quegli uomini sempre per casa? «Sì — ammette la donna — veniva il Pagani della società protettrice degli animali; un paio di volte è stato a casa nostra anche il Castaldi, ma erano amici di famiglia ». Proprio il Castaldi avrebbe messo in guardia la Nuzzo sulle singolari amicizie della figlia; le avrebbe anche accennato alla condotta tutt'altro che irreprensibile di Elisabetta. « Non è vero — dice al riguttrdo la madre della tredi cenne —- Non mi ha mai fatto discorsi del genere; forse si era innamorato di mia figlia ed era geloso del fidanzato che frequentava la nostra Casa ». Altrettanto decisa, nei suoi interrogatori, nel respingere ogni accusa è stata Giampiera Bertuletti. «Sapevo che mio fratello era fidanzato con Elisabetta Orlando, ma ignoravo che i loro rapporti fossero andati al di là del lecito. Escludo che incontri Intimi scofpvdslbv«zv siano avvenuti fra i due in casa mia ». Ma la Bertuletti oltre che di concorso con il fratello nella violenza carnale per avergli dato ospitalità, deve rispondere di agevolazione della prostituzione. Ad accusarla è il Bazzini. « E' stata lei a farmi conoscere Elisabetta, a dirmi che se avessi voluto... ». La Bertuletti nega. « Ho avuto rapporti con il Bazzini, è vero, e ricordo che una volta in casa mia mentre sta¬ vo accomiatandomi da lui giunse la fidanzata di mio fratello. Tuttavia in quella occasione mi limitai a presentargliela come tale ». Confronti su queste posizioni contraddittorie non ve ne sono stati: il magistrato inquirente non li ha ritenuti necessari date le accuse dei testimoni e la chiamata di correo fra gli stessi imputati. p. b. Teodora Orlando, la madre della tredicenne Elisabetta