Per vegliare la loro bimba in ospedale percorrono a piedi 25 km ogni giorno di Giorgio Lunt

Per vegliare la loro bimba in ospedale percorrono a piedi 25 km ogni giorno Due sposi sulle montagne del Canavese Per vegliare la loro bimba in ospedale percorrono a piedi 25 km ogni giorno Sono contadini di Frassinetto - La loro figlia (9 anni) colpita da una grave malattia è ricoverata a Pont Le due località sono collegate da un pullman, ma i genitori sono tanto poveri che non possono neppure spendere le poche centinaia di lire del biglietto - «Specchio dei tempi» ha portato un primo aiuto (Dal nostro inviato speciale) Pont Canavese, 19 ottobre Due coniugi percorrono ogni giorno a piedi 25 chilometri — da Frassinetto a Pont e ritorno — per darai il cambio al capezzale della loro bambina. I due centri della Val Soana sono collegati da un pullman, ma i due montanari non possono spendere nemmeno le poche centinaia di lire per il biglietto Sono sempre stati poveri, la malattia dell'unica figlia ha trasformato in miseria la loro povertà. La dolorosa situazione della famiglia è stata segnalata da un lettore a « Specchio dei tempi», che ha subito portato un aiuto di 100 mila lire. Bartolomeo Perona-Biacchiardo. 43 anni, e la moglie Giuseppina Bonatto, di 37, risiedono in una baita di Frassinetto Canavese. Muri di pietra, masserizie tarlate, un'esistenza grigia come le tegole d'ardesia che rivestono il tetto. L'uomo coltiva qualche giornata di terra avara, d'inverno fa il bosoaiolo. L'unica ricchezza è costituita da due mucche smagrite e da tre o quattro capre. I Perona-Biacchiardo hanno sempre tirato avanti con le loro forze, senza chiedere niente a nessuno né imprecare contro una sorte così ingrata. La loro figlia Gina, di 9 anni, cresceva robusta. A giugno era stata promossa aila quarta elementare, l'intelligenza e la buona volontà lasciavano sperare almeno per essa un avvenire migliore. "Con altri sacrifici contavano di mandarla alle medie, offrirle la possibilità di trovare un impiego in qualche azienda. Nell'agosto scorso la bambina si è ammalata di morbillo Una cosa da nulla, un guaio che capita a tutti i ragazzi, insieme alla pertosse e alla varicella. Per Gina, invece, il morbillo è stato l'inizio del dramma: si è sviluppata un'encefalite II medico curan te, dott. Deiro, l'ha fatta rlco verare d'urgenza all'ospedale di Cuorgnè. Sembrava un caso disperato, occorreva trasferirla in un nosocomio più attrezzato. La bambina, ormai paralizzata e in coma, fu portata a Torino, •..■■al-. Maria .Vittoria. Le cure più' assidue'parvero' dare qualche risultato, ma effimero. Quando i medici infor marono i genitori che Gina po teva spirare da un momento all'altro, i due sventurati si rassegnarono a ricondurla nella baita. Il dott Deiro continuò a lottare tenacemente per strappare la piccola alla morte. La curò a sue spese con le specialità più moderne, per acquistare qualche fiala di « gammaglobulina » I genitori si privarono non solo dei modesti risparmi, ma chiesero in prestito 50 mila lire. A poco a poco Gina accennò a migliorare. Il medico l'affidò all'ospedale di Pont, dove nel giorni scorsi è andata a visitarla la prof. Gomirato, direttrice della Clinica pediatrica dell'Università. La bambina ricomincia a nutrirsi, ha riacquistato la lucidità, sorride ai visitatori. 1 suoi arti sono ancora rattrappiti, sarà difficile che la gravissima infermità non le lasci — nella migliore delle ipotesi — qualche reliquato. Tuttavia, dovrebbe almeno rendersi autosufflcientP dopo una adeguata permanenza in un istituto fisioterapico. Bartolomeo Perona - Biacchiardo ha dovuto interrompere il lavoro dei campi, trascurare ogni possibilità di guadagno. A turno con la moglie, passa le giornate e le notti accanto alla sua creatura. Non ha diritto alla mutua, perché gli manca il periodo minimo di contributi. Deve ancora pagare la degenza nell'ospedale torinése, se ci pensa i suoi occhi si velano di preoccupazione. Intanto, per risparmiare anche l'esigua spesa del viaggio in pullman, sia lui sia la moglie affrontano quotidianamente gli oltre 12 chilometri che separano Frassinetto da Pont, e rincasano con lo stesso mezzo. « La fatica, i sacrifici non ci spaventano — spiega Bartolomeo Perona-Biacchiardo, mentre veglia in ansia la sua bambina —!. PurcJié la nostra Gina si salvi, dopo le tremende giornate che abbiamo passato. Non ci riconosceva più, sembrava già morta ». Giorgio Lunt La bimba malata, Gina Perona Biacchiardi, assistita dal papà all'ospedale di Pont Canavese (foto Moisio)

Luoghi citati: Frassinetto, Pont, Pont Canavese, Torino