Tredici incriminati nello scandaloIl vice capo della polizia marocchina per la ragazza Elisabetta a Novara

Tredici incriminati nello scandaloIl vice capo della polizia marocchina per la ragazza Elisabetta a Novara ConaMtMSSS* MGX*I l'iMlcHÌGStm. rie Ila mSk\gÌ3StX>atUf'«a Tredici incriminati nello scandaloIl vice capo della polizia marocchinaIl vice capo della polizia marocchina per la ragazza Elisabetta a Novara Tutti rinviati a giudizio dal Procuratore della Repubblica dott. De Felice - Undici sono in carcere (compresi la madre e il Fidanzato) - Due a piede libero: il grossista di caffè e il maresciallo dei bersaglieri - Parecchie gravi accuse: violenza carnale, atti immorali, favoreggiamento della prostituzione - Forse il processo il 10 gennaio prossimo: durerà almeno tre giorni, parleranno diciotto testimoni - La tredicenne dello scandalo adesso è al «Buon Pastore» di Torino (Diri nostro inviato speciale) Novara, 18 ottobre Conclusa l'istruttoria sommaria, il Procuratore della Repubblica dott. Marcello De Felice oggi a mezzogiorno ha depositato presso la cancelleria del Tribunale gli atti relativi al turpe trallìco della tredicenne Elisabetta Orlando. Egli ha rinviato à giudizio le undici persone che si trovano in stato di arresto e due che sono denunciate a piede libero. Il processo si annuncia di grande interesse per il clamore che suscitò, meno di un mese fa in tutto 11 Novarese, questa squallida vicenda. E' molto probabile che venga messo a ruolo per il 10 del prossimo gennaio; e occorreranno almeno tre giorni per il suo svolgimento: devono essere sentiti 18 testimoni e devono parlare 9 avvocati. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di riepilogare questa storia, tanto è vicina nel tempo e tanto fu II suo scalpore. Ricordiamo brevemente i fatti per quel lettori che non vi posero attenzione. La tredicenne non si accontentava delle esperienze sessuali con 11 fidanzato. Incominciò a frequentare altri uomini. Da Su- no, un paese a 22 chilometri da Novara, dove la famiglia bì era trasferita nel gennaio scorso, la ragazzina veniva a Novara due o tre volte alla settimana per i suoi traffici. Andò avanti così fino a luglio. Sua madre non si preoccupava molto di sapere dove si recasse e non si preoccupava neanche quando la vedeva tornare vestita con abiti costosi. A Novara Elisabetta frequentava anche la sorella del lidanzato che, separata dal marito, viveva sola. Poi il traffico giunge all'orecchio della polizia, la ragazzina viene fermata, interrogata e incomincia a parlare, racconta tutto, dà indicazioni precise, fa dei nomi. Il 13 settembre viene effettuato il primo arresto, ne seguono altri due il giorno 15, tre il 16, uno il 20 e gli ultimi quattro il 26. Ecco i personaggi e le loro imputazioni. Felice Pagani, 54 anni, agricoltore abitante a Cressa, celibe, viene rinviato a giudizio per favoreggiamento della prostituzione e atti di libidine. E' il primo arrestato della serie. E' l'uomo che avvicinò Elisabetta con la scusa di farla diventare socia della protezione animali e poi la presentò ad altri con intenzioni ben precise. Si vantava con gli amici di avere per le mani ragazze giovani e questa era un'occasione buonissima per dimostrare le sue qualità di ganimede. Ma non risulta che abbia avuto rapporti intimi con lei, forse soltanto qualche tentativo, a giudicare dall'imputazione di atti di libidine Comunque la ragazzina, che non ha avuto mai difficoltà ad ammettere cose di questo genere, nega di essere andata con il Pagani Pietro Orsina, 43 anni, macellaio, coniugato e padre di due figli, residente a Momo, è imputato di favoreggiamento della prostituzione, violenza carnale presunta e atti di libidine. Anche lui, come il Pagani, si sarebbe interessato per far conoscere Elisabetta ad altre persone Rino Cattaneo, 55 anni, da Romentino, mediatore, coniugato senza figli', Pietro Rabozzi, 40 anni, da Barengo, coni merciante di bestiame, celibe; Giovanni Castaldi, 36 anni, da Fontaneto d'Agogna, panettiere, celibe; Primo Bazzini, 47 anni, da Casaleggio, sposato, con una figlia di 17 anni, impiegato presso la Scotti e Brioschi di Novara: questi quattro devono rispondere di violenza carnale presunta e di atti osceni; il Cattaneo e 11 Bazzini sono difesi dall'avv. Cassietti, il Castaldi dall'avv. Borgna, mentre 11 Rabozzi non ha nominato alcun difensore. I coniugi Santino Garavaglia di 56 anni e Giromina Ravazzani di 52, titolari dell'albergo « Stazione » di Turbigo, sono imputati di agevolazione della prostituzione per avere dato ospitalità alla ragazzina per i suoi convegni. La madre di Elisabetta. Teodora Nuzzo in Orlando, 43 anni, deve rispondere del grave reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione della figlia: sarà difesa dagli avvocati Allegra e Tadini. II fidanzato della tredicenne, Francesco Bertuletti di 23 anni, è accusato soltanto di violenza carnale presunta, mentre sua sorella, Gìampiera Bertuletti di 28 anni, ha da rispondere di concorso nella violenza carnale, per avere dato ospitalità nella propria casa ai due fidanzati, e di favoreggiamento della prostituzione e atti immorali. Sono difesi dall'avv. Di Tieri. I due denunciati a piede libero sono il geom. Giulio Croia, coniugato senza Agli, grossista di caffè con negozio in via Giulietti 4, e Paolo Tonelli di 52 anni, coniugato senza figli, maresciallo dei bersaglieri in servizio presso la divisione corazzata « Centauro >. Il Croia ha nominato difensore l'avv. Di Tieri e il Tonelli l'avv. Mariani. I difensori del Castaldi, del Bazzini e del Cattaneo avevano chiesto la libertà provvisoria per ì loro assistiti e il magistrato aveva risposto cinque giorni fa negandola « per esigenze di giustizia ». Ora che l'istruttoria ò conclusa, gli avvocati ripresenteranno la richiesta al presidente del Tribunale. I difensori del Pagani e dell'Orsina (l'avv. Cassietti per il primo e gli avvocati Cardinali e Rho per il secondo), avevano avanzato un'istanza per ottenere una perizia psichiatrica, ina il dott. De Felice non l'aveva presa in considerazione e non aveva dato risposta come è sua facoltà nel corso dell'istruttoria sommaria. Perché, ci si chiede, il geom. Croia e il maresciallo Tonelli sono rinviati a giudizio a piede libero con imputazioni che per altri hanno comportato l'arresto? Il Croia e il Tonelli negano mentre gli altri hanno confessato oppure vi sono a loro carico delle prove sicure. Il Croia in sede di interrogatorio di polizia aveva affermato di non conoscere la tredicenne; ma un teste, certo Panagini, dimostrò che era vero il contrario raccontando che una volta, mentre si trovava al caffè « Admiral » di corso Cavour, fu chiamato al tele fono dal Croia chs gli chiedeva di guardare se nel locale c'era Elisabetta e, in caso af ferniativo, di mandargliela all'apparecchio, Il Croia adesso avrebbe ammesso di conoscere la ragazza e di avere avuto occasione di darle un passaggio in automobile. Anche il maresciallo dei bersaglieri ha sostenuto che la sua conoscenza di Elisabetta è legata soltanto, a dei passaggi in automobile. L'aveva incontrata la prima volta in un bar di corso Cavour, poi l'ave- va rivista a Monza dove gli aveva chiesto di portarla in auto a Novara. Un'altra volta (secondo il racconto del sottufficiale) Elisabetta lo aveva fermato mentre passava in automobile in una strada della periferia di Novara e gli aveva fatto delle proposte irripetibili per cui egli si era arrabbiato e l'aveva trattata male. Secondo il Tonelli la tredicenne lo ha chiamato in causa soltanto per vendicarsi di quei rimproveri. Anche i coniugi Garavagli, che sono difesi dall'avv. Targano, negano ogni responsabilità, ma sono stati arrestati ugualmente perché a loro carico ci sono le prove: sia la ragazza che l'Orsina ammisero di essersi serviti del loro al bergo; Elisabetta ha saputo anche descrivere alla polizia, con esattezza la camera nella quale si era recata. Gli arrestati, in carcere, ricevono regolarmente le visite dei parenti. La madre di Elisabetta, che era tanto agitata negli ultimi giorni di libertà, fumava quaranta sigarette al giorno, era scossa dai tremiti e sembrava sempre sul punto di svenire, ora si è messa tranquilla. Il marito le porta mille lire la settimana che le devono bastare per soddisfare il suo vizio del fumo. Continua a protestare la propria innocenza dicendo che era all'oscuro di quanto faceva la figlia. Francesco Bertuletti, il fidanzato, è fermamente intenzionato a sposare la ragazzina. Dopo il 2 novembre prossimo, giorno in cui Elisabetta compirà il quattordicesimo ari¬ no, egli presenterà la doman- lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll» da di matrimonio. Le nozze, come è noto, estinguerebbero 11 suo reato e gli consentirebbero di uscire di prigione. Ma per questa unione occorrono due consensi: quello del padre, che forse non mancherà, e quello del Tribunale dei minorenni di Torino che ha disposto l'Internamento di Elisabetta presso l'istituto torinese del Buon Pastore. Quest'ultimo benestare non è detto che giunga con facilità, vista la gravità della vicenda in cui i due fidanzati sono coinvolti. Degli altri arrestati Primo Bazzini è quello che si trova in condizioni di maggior depressione psichica. Al momento dell'arresto, quando aveva appena avuto il perdono della moglie, si sentiva quieto e sereno. Disse che era contento di andare ad espiare la propria colpa; ma poi il suo mo¬ uiiiii*ii*iiiitiiiiiiii(iiiiiiiiit>iiiiiilliiiiiiiiiiiiii rale è crollato ed ora egli è in una prostrazione che preoccupa I suoi congiunti. Anche per questo motivo il suo difensore spera di poter ottenere per lui la libertà provvisoria. Remo Lugli Teodora Nuzzo in Orlando, la madre della tredicenne Elisabetta Orlando, e Gìampiera Bertuletti, di 29 anni, che è la sorella del fidanzato della ragazza novarese Francesco Bertuletti, 23 anni, fidanzato di Elisabetta r