Al processo contro Dolci depongono otto testimoni

Al processo contro Dolci depongono otto testimoni Al processo contro Dolci depongono otto testimoni In parte confermano le accuse dello scrittore contro Mattarella - Altri negano che l'ex ministro avesse rapporti con la mafia (Nostro servizio particolare) Roma, 18 ottobre. Otto testimoni hanno deposto dinanzi ai giudici della Quarta Sezione nel corso dell'udienza del processo intentato dall'ori. Bernardo Mattarella e dal sottosegretario alla Sanità Calogero Volpe nei confronti dello scrittore triestino Danilo Dolci e del suo collaboratore Franco Alasia in seguito alla divulgazione delle conclusioni di una inchiesta sulla maria. Il primo dei testimoni, Gaetano D'Andrea, iscritto al partito comunista, ha confermato di aver riferito a Dolci che Mattarella riuscì a raddoppiare i voti nelle elezioni tenutesi nel Comune di Alia nel 1958, in quanto fu appoggiato da due capimafla. Pietro Restituto, segretario politico della sezione della de a Ganci, ha riferito che l'on. Volpe si recò ad Alia — che dista 60 chilometri da Ganci — soltanto dietro sua insistenza: «Lo convinsi ad inserire Alia — ha detto Restituto — nel suo giro elettorale, insieme con altri paesi delle Madonie ». Michelangelo Mercanti, funzionario del pei, ha ricordato che, a Villafrati, i fae-simili delle schede elettorali, col nome di Mattarella, venivano distribuiti da elementi manosi, ì quali non nascondevano i loro legami con il Parlamento, anzi li palesavano pubblicamente; una serie di omicidi rimase impunita — ha sostenuto il teste — perché i mafiosi erano amici di Mattarella, il quale era uno dei più quotati esponenti della de e riusciva sempre ad ottenere alti quozienti di voti preferenziali. Nicolò Rizzi, funzionario delle Ferrovie dello Stato ed ex deputato regionale democristiano, ha escluso che Mattarella si sia mai recato a pranzo, nella città di Castellammare, con esponenti manosi. Rispondendo ad una domanda dell'on. Leone, patrono di parte civile, il teste ha ricordato che, in occasione delle varie consultazioni elettorali, si cercava sempre di inserire nelle liste della de nomi di persone dalla moralità ineccepibile. Girolamo Beninati, medico chirurgo di Alcamo, e Bartolo Rallo, direttore amministrativo dell'ospedale di Trapani, hanno negato l'esistenza di qualche rapporto tra Mattarella e il mondo mafioso. Giacomo Ilardo, sindacalista di Termini Imerese, ha affermato che Mattarella era in rapporti amichevoli con i fratelli Mario, Arturo e Gioacchino Ferrara, concessionari di alcune miniere a Lercara, conosciuti come individui violenti, denunciati e condannati per sevizie ai minori che lavoravano nelle loro miniere. Vincenzo Occhipinti, deputato regionale de, ha detto che Mattarella è stato sempre nemico della mafia e in periodo elettorale evitava di avere rapporti con persone che, pur se degne, potevano essere sospettate di avere rapporti con la mafia. Il processo riprenderà mar¬ tedì 8 novembre.

Luoghi citati: Alcamo, Alia, Castellammare, Comune Di Alia, Roma, Termini Imerese, Villafrati