Una città sconvolta che bisogna aiutare di Giorgio Lunt

Una città sconvolta che bisogna aiutare ACQUI DA SOLA IMOIM PUÒ' FRONTEGGIARE IL DISASTRO Una città sconvolta che bisogna aiutare Il sindaco, avvocato Giovanni Filipetto, dice in lacrime: «Un bilancio dei danni è per ora impossibile. La parte vecchia dell'abitato è ancora allagata : se non si interviene subito con le idrovore c'è pericolo che gli edifici crollino » • « Le prospettive sono drammatiche : fabbriche e negozi chiusi, operai senza lavoro, centinaia di commercianti che hanno perduto tutto. Non abbiamo fondi disponibili, il Comune con le sue sole forze non potrà rimediare » (Dal nostro inviato speciale) Acqui, 17 ottobre. € Il vero dramma di Acqui — ci elice il sindaco, avv. Giovanni Filipetto — è quello che non si vede. Le strade sono sommerse dal fango, davanti alle case avete notato la gente che si sforza di ripulire le masserizie, negli occhi di tutti leggete lo sgomento e la tristezza. Ma non è questa, ripeto, la realtà più cruda del disastro che ci ha colpiti. Le conseguenze attuali e future degli allagamenti bisogna cercarle nel sottosuolo. Abbiamo circa 1500 cantine invase dall'acqua, nella parte vecchia della città. Vale a dire, negli stabili di remota costruzione, con le fondamenta di pietra e fango. Se non si provvede subito a prosciugarle, c'è pericolo che gli editici crollino. E non è detto che qualcuno non sia già minato dalle infiltrazioni ». Il sindaco fino a questa mattina era assente da Acqui. Era andato a Salerno per il congresso dell'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia. La notizia che i suoi amministrati erano alle prese con un problema cos'i grave lo ha rag¬ giunto a Roma, dove contava di pernottare prima di rientrare ad Acqui. Non gli è rimasto che mettersi in viaggio, per affrontare una situazione che considera tragica. «La Giunta municipale — prosegue l'avv. Filipetto — è riunita in permanenza da quarantott'ore. Siamo tutti esausti, il palazzo civico sembra il quartier generale di un piccolo esercito sulla linea del fronte. Ognuno si prodiga, ma l'abnegazione dei vigili del fuoco, soldati, carabinieri, polizia, vigili urbani e volontari non basta. Non ci sono idrovore in numero sufficiente. Ne abbiamo richieste anche a Milano, chissà se le manderanno. Obiettano che Acqui si trova in Piemonte anziché in Lombardia: come se davanti ai casi d'emergenza non fosse logico unire le forze, senza assurdi diaframmi burocratici » Chiediamo al sindaco: «Sul piano pratico, a prescindere dai danni alle opere pubbliche e alle difficoltà per riassestare Acqui, qual e la situazione della cittadinanza? ». Risponde: «Una valutazione, sia pure approssimativa, dei danni in generale è per orimpossibile. Si tratta di miliardi, di parecchi miliardCon le sue forze, il Comunnon potrà certo rimediare. Pemantenere in pareggio il bilancio siamo costretti a lesinare le spese, fondi disponibilnon ne abbiamo. L'Eca si è assunto il gravoso compito di assistere le famiglie sinistrateche sono molte. Quasi 200 persone sono ricoverate a speslle] Comune in alberghi, altrdovranno abbandonare il loralloggio pericolante. A memoria d'uomo, è la peggiore calamità abbattutasi su Acqui. In passato, la zona delle Termera rimasta allagata un paidi volte per lo straripamentdel torrente Ravanasco. Sabacentrto è stato il torrente Medi-ia combinare il guaio. Un corsd'acqua, che in apparenza sembrerebbe incapace di inondarun praticello, ha portato lscompiglio in tutto il urbano. « Accennavate alla situazione degli abitanti — continua il sindaco —, al lato umandel nostro dramma. Centinaidi negozi devastati, con la merce trascinata via dall'acqua resa inservibile. Una farmacisvuotata di tutte le scorte dmedicinali, quindi nell'impossbilità di riprendere per ora lsua attività. Una fabbrica dmobili, un'industria consèrviera, uno stabilimento enologiced altre aziende paralizzatdalla perdita delle attrezzature. Tutto questo significa maestratte senza lavoro per chissa quanto tempo, salari chnon entrano più nelle case denuclei più poveri, prospettivdi un inverno angoscioso.« La sorte più allarmante è toccata al settore commerciale. I modesti negozianti della zona invasa dal mare di fango avevano già preparato lescorte per il periodo natalizioLa merce è sparita o è inveiidibile, ma le tratte arriverai!no puntualmente. Come faranno a pagarle? Domani scadeanche la rata delle tasse: altro problema penoso per chi ha ungiro d'affari limitato e devericavare dalle vendite giornaliere i soldi da versare al fisco. Chiediamo come misuraurgente, una moratoria per questa rata delle imposte, possibilmente anche per quella ddicembre. Un palliativo, ma è già qualcosa Per il resto, non so come ce la caveremo La solidarietà non ci manca, iComune di Alessandria si propone di venire incontro alle necessità degli Acquesi maggiormente colpiti. Qualcuno dessi, che abitava al pianterreno degli edifici allagati, è rimasto con il solo vestito che indossava in quel momento»L'avv. Filipetto si congeda a ii. ne er i¬ poli il volto rigato di lacrime. Sono giunte in Municipio le autorità del governo e della provincia per fare il «punto» sulla situnzione e concordare i primi provvedimenti di soc-a-]corso. Nella visita ai rionili sse, re sconvolti hanno constatato i danni appariscenti. Ora dovranno apprendere le esatte proporzioni dell'altro dramma: (niello che sì nasconde, nelle cantine colme d'acqua, che mi¬e o oanaccia di sgretolare le fondamenta. Giorgio Lunt Linee ferroviarie 'ALESSANDRIA' ORTONA Il sindaco di Acqui, avv. Filipetto, addolorato mentre descrive i gravi danni causati alla città dall'alluvione

Persone citate: Filipetto, Giovanni Filipetto