Per le aziende municipalizzate passivo di 120 miliardi nel '66
Per le aziende municipalizzate passivo di 120 miliardi nel '66 A Salerno convegno di 1500 sindaci Per le aziende municipalizzate passivo di 120 miliardi nel '66 L'on. Matteotti ricorda che per risanare le finanze è necessario rifuggire da « soluzioni di prestigio ed inutili » - Sollecitata la riforma tributaria e la nuova legge sugli enti locali (Nostro servizio particolare) Salerno, 14 ottobre. La quinta assemblea dei Comuni italiani ha proseguito stamane i suoi lavori al palazzo municipale di Salerno. Sono presenti circa 1500 amministratori. I vari interventi hanno insistito su quattro punti principali: la riforma tributaria; l'ammodernamento della legislazione relativa agli enti locali; una politica di risanamento delle finanze a lungo termine; il raggruppamento dei Comuni In un'unica confederazione. L'on. Arnaud, dirigente centrale degli enti locali della de, ha auspicato il passaggio all'amministrazione centrale degli oneri' sostenuti dagli enti locali per sei-vizi statali, la riforma della Cassa depositi e prestiti per agevolare il credito agli enti locali, nonché l'introduzione del sistema di partecipazione azionaria in altern'ativa alla municipalizzazione, l'adeguamento tecnologico delle attrezzature e il ricorso obbligatorio a forme consortili di gestione dei servizi. L'on. Matteotti, socialista, ha precisato la grave situazione della finanza locale: cinquemila miliardi di indebitamento complessivo, un disavanzo dei bilanci comunali e provinciali per il 1966 superiore a cinquecento miliardi di lire e delle aziende municipalizzate superiore a centoventi miliardi. Dopo aver denunziato le cause che hanno provocato l'indebitamento degli enti locali, ha illustrato i nuovi compiti che spettano ad essi, affermando che si devono fare i conti e preparare i bilanci con nuovi metri di misura e che le previsioni e le attuazioni devono essere articolate in periodi pluriennali, poiché le entrate o le spese sono legate a fenomeni che non si esauriscono nel giro di dodici mesi, ma dipendono da tempi più lunghi. Riguardo alla programmazione economica, l'on. Matteotti ha sostenuto che 1 Comuni, nell'elaborare i loro piani di sviluppo, debbono tener conto delle esigenze delle comunità limitrofe e dell'economia generale del paese. Ha concluso affermando che « bisogna far ordine nella propria casa, rendendo razionale ogni intervento, rifuggendo da soluzioni di prestigio ed inutili». Secondo l'on. Nicolazzi, socialdemocratico, soltanto nelle nuove leggi di struttura e nella realizzazione del piano pluriennale economico' si potranno trovare i rimedi rassicuranti per il futuro degli enti locali. Inoltre egli ha sostenuto che la stretta collaborazione tra gli amministratori comunali il Parlamento ed 11 governo permetterà la soluzione dei problemi che interessano da vicino la vita delle comunità. Dopo aver accennato alle varie riforme richieste con urgenza da tutti gli amministratori, l'on. Nicolazzi ha affermato che per realizzarle i Comuni hanno bisogno di una forza organizzativa consistente in un'unica confederazione, onde evitare dannosi dualismi. Dello stesso avviso si è dichiarato l'ing. Salmoni, repubblicano, che ha espresso qualche riserva sulle relazioni presentate al congresso ed ha sostenuto che i Comuni devono esigere dal governo lo stesso trattamento riservato agli altri settori produttivi del paese. Hanno parlato i sindaci di Marsala, Taranto, Modena, l'on. Ingrao del pei e l'avv. Martini, segretario generale della Aicce. Nel pomeriggio, ì lavori sono proseguiti a gruppi di commissioni che hanno affrontato in modo particolareggiato i diversi problemi che interessano la vita del Comuni. Il prof. Giuseppe Grosso ha presieduto nell'aula magna di un istituto scolastico la riunione sulla discussione riguardante l'urbanistica ed i trasporti. a> J#
Persone citate: Giuseppe Grosso, Ingrao, Matteotti, Nicolazzi
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