Il Nobel della medicina a due americani per gli studi sull'origine e la cura del cancrò di Ezio Giacobini

Il Nobel della medicina a due americani per gli studi sull'origine e la cura del cancrò 11 premio sarà consegnato il 10 dicembre da re Gustavo di Svezia Il Nobel della medicina a due americani per gli studi sull'origine e la cura del cancrò I premiati sono: Peyton Rous (87 anni) che nel 1910 isolò un virus capace di provocare ì tumori; Charles B. Huggins (65 anni) che scoprì la possibilità di curare con gli ormoni certi tumori dell'uomo - Rous fu già proposto per il Nobel nel 1926 ma il riconoscimento gli fu negato: non si era ancora capita l'enorme importanza della sua scoperta - Le ricerche, alle quali guarda con speranza tutta l'umanità, furono riprese in pieno soltanto nel 1951 La difficile lotta al male tremendo Il Nobel assegnato oggi dal nostro istituto può essere chiamato a scoppio ritardato. Peyton Rous, professore dell'Istituto Rockefeller di New York, venne infatti proposto già nel 1926 per il Premio Nobel, ma allora la proposta fu scartata per il fatto che la sua scoperta su un virus capace di provocare dei tumori nei polli non era ritenuta di importanza generale. Già due anni prima di Rous, nel 1908, i due scienziati Ellermann e Bang erano riusciti per la prima volta a trasmettere una malattia del sangue, la leucemia del pollo, per mezzo di un nitrato di tessuti privi di cellule. Nel 1910 Rous scopri che l'inoculazione di un estratto di diversi tumori maligni poteva provocare la crescita di tumori simili (sarcomi) in animali sani. L'agente responsabile di questo fu identificato da Rous in un microorganismo, un virus. Per il momento la scoperta rimase limitata ai tumori dei polli e nessuno fu in grado di ripetere l'esperimento con tumori di altri animali. Sfortunatamente questo studio cadde in discredito e fu abbandonato perfino dallo stesso Rous. Nel 1932 un altro scienziato del Rockefeller Institute, Shope, scoprì il modo di trasmettere un tumore non maligno (un papilloma) da un coniglio all'altro mediante estratti privi di cellule, derivanti dal tumore stesso. Questo dato risvegliò l'attenzione degli scienziati sulla precedente scoperta di Rous. Non solo, Rous stesso, poco dopo, fu in grado di dimostrare che il papilloma di Shope poteva essere trasformato, in determinate condizioni, in uri tumore maligno. Questa trasformazione avveniva inoculando delle sostanze chimiche speciali. Con questo esperimento Rous dimostrava un'azione complementare di certi agenti chimici sui virus producenti tumori. In altre parole, le cellule costituenti un tumore non maligno, chiamate « dormant », cioè addormentate, potevano in certe condizioni < svegliarsi » e diventare attive e pericolose cellule cancerose. Queste due importanti scoperte, il tumore del pollo di Rous e il papilloma di Shope, furono guardate dagli scienziati come due eccezioni interessanti piuttosto che la regola. Nel 1930 un altro studioso, il Bittner, scoprì che un tumore del topolino poteva essere trasmesso dal figlio alla mammella della madre durante l'allattamento. Malgrado questi dati notevoli, così tardi come nel 1950, al congresso internazionale sul cancro a Parigi, vi fu una sola comunicazione sul virus come agente canceroso. La situazione cambiò radicalmente dal 1951 in poi, quando Gross scoprì il primo virus capace di causare la leucemia (una specie di cancro del sangue) nel topolino. Dapprima i risultati di Gross incontrarono anch'essi un grande scetticismo, ma vennero a mano a mano accettati dai vari laboratori. A questi virus se ne aggiunsero degli altri, come quello del polioma, scoperto da due scienziate, la Stewart e la Eddy. Gli ultimi dieci anni segnarono un ulteriore sviluppo in questo campo, specie quando si scoprì che il virus di Rous era capace di trasformare delle cellule perfettamente normali in cellule tumorali. Questo esperimento poteva essere fatto su una coltura di cellule cresciuta in laboratorio, aprendo così delle enormi possibilità di studio. Poco più tardi, infatti, venne definitivamente dimostrato che la penetrazione del virus tumorale nella cellula ospite provoca dei cambiamenti radicali nei meccanismi di riproduzione e accrescimento di quest'ultima. La cosa più straordinaria è quella che il virus di Rous sia capace di provocare la crescita di tumori non solo nel topolino, ma anche nelle più varie specie animali. Pochi mesi fa, un ricercatore svedese dell'Università di Uppsala è riuscito per la prima volta a « cambiare > delle cellule normali, cresciute in provetta, in cellule cancerose usando appunto il virus di Rous. E' ancora troppo presto per poter dare una definitiva risposta alla domanda se anche nell'uomo tutti i tipi di tumori maligni siano provocati da virus. Per alcuni tumori non maligni esistono già le prove che le cose stiano effettivamente così. Le difficoltà di natura tecnica per dimostrare definitivamente questa ipotesi sono ancora grandi, tuttavia al di fuori dei nostri laboratori altri studi, basati sull'estensione geografica di certi tumori (per esempio un linfoma in Africa), sembrano parlare a favore della teoria virale. Possiamo dire comunque che la scoperta iniziale di Rous del 1910 è aumentata di valore ogni anno e la sua vera importanza è I il llllllllllllllllllIUIIIIIIIIIllIlllltlllllll stata riconosciuta solo negli ultimi dieci anni. L'identificazione di virus provocanti il cancro nella specie umana pare oggi agli scienziati solo una questione di tempo. Il secondo scienziato onorato oggi con il massimo premio scientifico è Charles B. Huggins, il quale mediante una serie di esperimenti nii iiiiiiiiiiiiiiiinuiiiiiiiiiiinMiiiiiiiiiii ininH nei cani, l'atti attorno al 1938, riusciva a stabilire il fatto che la ghiandola prostatica fosse per la sua funzione completamente dipendente dalla produzione di ormoni sessuali maschili, o androgeni testicolari. Con la asportazione dei testicoli, Huggins otteneva una notevole riduzione della prostata. Questo poteva essere evitato mediante ia somministrazione di ormoni androgeni. Di speciale importanza fu il fatto che Huggins riusciva in seguito a dimostrare che gli ormoni sessuali femminili, cosiddetti estrogeni, possono neutralizzare l'azione degli ormoni maschili e provocare una riduzione o atrofia della prostata. A questi studi fondamentali seguì l'osservaz'one che il tumore più frequente nell'uomo, il carcinoma della prostata, poteva essere ridotto mediante un trattamento ormonale di tipo femminile. Tale scoperta aprì la via alla cura di una delle specie più comuni di cancro, che fino allora si era dimostrata completamente resistente a ogni terapia. Le statistiche odierne parlano chiaro: praticamente tutti i pazienti sofferenti di cancro prostatico beneficiano della cura ormonale e circa il cinquanta per cento di questi sono ancora vivi a distanza di cinque anni dalla scoperta del tumore. Perfino in quelli in cui la scoperta del tumore è tardiva, cioè quando questo si è già espanso ai vari or¬ gani, si ottiene un risultato benefico nel settantacinque per cento dei casi. (Tuttavia, dopo cinque anni ne sopravvivono solo circa il venti per cento). La scoperta di Huggins è risultata di valore fondamentale in quanto dimostra che i tumori per svilupparsi abbisognano di particolari condizioni ambientali, quale una influenza ormonale. Huggins è ancora attivo nel campo della ricerca e lavora adesso con vari modelli tli tumori sensibili agli ormoni. Recentemente ha ottenuto nuova evidenza sul fatto che alcune sostanze capaci di provocare il cancro possono interferire chimicamente sulla struttura del DNA, l'acido desossiribonucleico, portatore delle caratteristiche genetiche delle nostre cellule. Malgrado questi bellissimi studi, non siamo ancora in grado di rispondere alla domanda: quale è il motivo per cui alcuni tipi di tumori umani rispondono favorevolmente agli ormoni? Quale è la differenza tra le cellule sensibili agli ormoni e quelle non sensibili? E lilialmente, perché le cellule cancerose prima sensibili agli ormoni diventano a mano a mano resistenti alla cura? Huggins si è dibattuto per venticinque anni su queste domande senza potere dare ancora una risposta. Ezio Giacobini Docente di Farmacologia del Karolinslca Institute di Stoccolma I dottori Charles B. Huggins, a sinistra, e Francis Peyton Rous vincitori del Premio Nobel (Telefoto Ansa)

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