Amara intervista del sindaco di Genova di Filiberto Dani

Amara intervista del sindaco di Genova I SUI li Amara intervista del sindaco di Genova L'ing. Pedullà esprime rammarico per l'assegnazione della sede dell'Italcantieri a Trieste Riconosce che il pacchetto delle offerte al capoluogo ligure è molto vistoso, ma che è difficile dare oggi su di esso un giudizio preciso - E si chiede: in base a quali elementi i sindacati hanno potuto subito respingerlo in blocco e dichiarare altri scioperi? (Dal nostro corrispondente) Genova, 8 ottobre. Ore difficili per la città e difficilissime per i suoi amministratori: le organizzazioni sindacali hanno respinto in blocco le c misure compensati- stfi della sede dell'»Italcantieri » e, in segno di protesta ve> annunciate per Genova In Icambio dell'attribuzione a Trie- ]hanno proclamato por venerdì j prossimo un secondo sciopero Igenerale. [«E poi, che cosa accadrà? ». I E' lo stesso sindaco di Genova, l'ingegner Augusto Pedullà, con il Quale stasera ci siamo intrattenuti a colloquio, che si pone questo interrogativo. « Le organizzazioni sindacali — dice — /minio chiesto di essere ricevute dal presidente del Consiglio per aprire un dialogo che consenta il riesame del problema cantieristico prima della definitiva decisione del Consi- glia dei ministri. Se il Capo Idel governo, se i ministri con-\fermeranno l'orientamento delUCipe, che cosa accadrà? La ri-\valuzionc? Capisco lo stato di animo ilei sindacalisti, ma noniposso■ condividere questa loro\posizione, devo prima essere in grado di esprimere un giudizio meditato sulle decisioni del Comitato della programmazione». Il sindaco si è battuto con accanimento por difendere gli interessi genovesi, adesso è amareggiato, sembra aver perduto ogni entusiasmo. « Il Comitato — dice — ha seguito un metodo non giusto: ha disatteso le nostre legittime istanze per un fatto contingente, quale e. quello che investe, i grossi problemi della città giuliana, una città con un grande passato, ma con poco avvenire e, in pratica, senza '"hinterland". Ho molta comprensione per Trieste, ma non sono d'accordo sulla valutazione' politica che si è voluto fare: Genova < la sede ideale licita direzione dell'industria cantieristica, anche un bambino lo sa ». Il discorso si fa duro: «Si è offesa Genova, questa è la verità. E si è offeso quanti hanno creduto ad un programma. Ad una persona che ha bisogno di scarpe, non si regala una cravatta, soprattutto se quelle scarpe le erano già state vendute». Un'altra amarezza per il sindaco è costituita dalle critiche che gli sono piovute addosso allorché si è sparsa la voce, e non si sa come, che egli, nel corso dei suoi colloqui romani, aveva proposto alle autorità centrali una serie di « misure compensative» in cambio dell'* Italcantieri ». « Non c'è stato alcun baratto — afferma drasticamente — nessuna richiesta di compromesso. La strada seguita è sempre stata quella che il Consiglio comunale ha indicato nel suo ordine del giorno: V "Italcantieri?" a Genova. E' chiaro però che non mi sono lasciato sfuggire l'occasione ili allurgare il discorso a tutta l'economia genovese. C'era il Capo del governo, c'erano tanti ministri e tutti parlavano di nuove misure legislative per favorire, lo svilupjio economico della città: era un invito a nozze e figuriamoci se perdevo un'occasione del genere. Ora si potrà dire che il sindaco non è stato sufficientemente duro, scaltro, energico, che ha perduto l'"Italcantieri" in cambia di un piatto di lenticchie, ma nessuno ha il diritto di accusarlo d'aver barattato». I sindacati, lo si è già detto, hanno respinto in blocco le decisioni del Cipe, giudicandole inadeguate a salvaguardare ed incrementare i livelli di oc cupazione. Tali decisioni, co m'è noto, rappresentano, tutte insieme, un impegno di lavoro sulla base di centinaia e centinaia di miliardi: concentra zione di impianti nucleari, se de del settore tessile della Finmeccanica, nuovi investimenti nelle aziende manifatturiere, ammodernamento del l'Ansaldo-Meccanica, della Fon deria e dell'Ansaldo-San Giorgio, finanziamenti del nuovo porto di Voltri, dell'autostra da Genova-Ovada-Alessandria e del raddoppio della Multedo Albisola. Quale è il giudizio del sindaco? « Un giudizio interlocutorio — risponde — perche non so no ancora in grado di valutare un "pacchetto" di cos'i grossa mole. E non riesco proprio a comprendere come sindacati abbiano potuto già esprimere un netto giudizio negativo. Anzitutto, per dire ■ se sono vantaggiosi o no bisogna tradurre i vari impegni in termini di livelli di oc cupazione, di investimenti t di prospettive per il futuro. Ma per far questo ci vogliono fior di economisti: è un elen co corposo di cose importanti che non si può liquidare con un esame affrettato. E aggiun go subito che non voglio mettere in dubbio la loro attendibilità, dimenticandomi di es sere stato scottato una volta dnll'uciinn calcia. Se il Comitato dice che Genova diventerà il capoluogo nucleare, devo ritenere che si tratta di una barzelletta o ili una cosa seria? In sono un tecnico, ma in proposito non mi senio di esprimere un giudizio. Se il Comitato dice che ci daranno due miliardi per costruire il superbacino, dico grazie. Però in questo caso sono in grado rti precisare che il problema resta aperto perche il super- bacino costa dieci miliardi. Chi ci dà gli altri otto? ». « Grandi iniziative — continua l'ing. Pedullà -- sono state promesse anche per il settore autostradale: queste cose io me le sogno di notte, ma come posso esprimere una valutazione.' Si dovrà fare una legge apposita, occorrerà l'approvazione del Consiglio elei minisiri, la ratìfica del Parlamento, la firma del Capo dello SUrto, la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Quanto tempo si vor rà? sianw veramente in conUiizioni, oggi come oggi, di mrtterc tutto sul piatto della bilancia e dire quel che abbiamo guadagnato e ciuci che abblamo perduto? Credo di occorrerà prima valutare con profonda attenzione l'intero programma e in tiuesto senso ritengo che anche i sindacati avrebbero dovuto prendere tempo prima di pronunciarsi cosi drasticamente ». «Chissà — conclude il sindaco — forse abbiamo persa cento per guadagnare centocinquanta. O viceversa». Filiberto Dani III L'ing. Pedullà durante l'intervista ieri a Genova (Tel.]

Persone citate: Augusto Pedullà, Consi, Idel, Multedo, Pedullà