Disordini e mischie a Genova provocati da centinaia di teppisti di Filiberto Dani

Disordini e mischie a Genova provocati da centinaia di teppisti DURANTE ImO SCIOPERO GENERALE Disordini e mischie a Genova provocati da centinaia di teppisti La città manifestava compatta e seria per i cantieri: chiusi negozi uffici e scuole, ferme le fabbriche • A mezzogiorno gio» 1 vani scatenati bloccano piazza della Vittoria e piazza De Ferrari: caos nel traffico, enormi ingorghi e ritardi, proteste degli scioperanti - Un'ora dopo la teppaglia si lancia contro un'autobarella - Nel pomeriggio ed a sera tenta di alzare bar* ricate davanti alla stazione di Brignole, devasta edicole e giardini - La polizia interviene ogni volta ed è colpita da sassaiole Oltre duecento fermi, tra cui parecchi pregiudicati comuni - Una ventina di contusi, quasi tutti agenti e carabinieri (Dal nostro corrispondente) Genova, 5 ottobre. La città ha vissuto oggi una giornata di gravi disordini paralizzata per vcntiquatlr'ore dallo sciopero generale proclamato dalle tre organizzazioni sindacali «in difesa dell'economia genovese» e «in segno di protesta per la questione del la sede dell'Italcantieri », è sta ta teatro di manifestazioni ri petutamente degenerate in epi sodi di violenza collettiva e di vandalismo singolo, di tiraci scontri fra le forze dell'ordine e i dimostranti. Nelle vie nelle piazze del centro cittadino, tra le 5 e le 9 di stasera, hanno echeggiato senza posa le sirene delle camionette, mentre furiose sassaiole sono state dirette contro i tutori dell'ordine, e in gualche punto si è persino tentato dì erigere barricate. Stasera a mezzanotte il bì: lancio è di ventitré contusiundici agenti e tre funzionari di P. S., quattro carabinieri, un ufficiale e due sottufficiali dell'Arma; e, infine, due dimostranti. Le guardine rigurgitano di fermati: in tutto sono duecentoventi. Questo, per sommi capi, il panorama degli avvenimenti che lo stesso comitato direttivo del partito comunista italiano ha deplorato con un comunicato in cui è detto tra l'altro che gli episodi sono stati « provocati da taluni individui estranei al movimento operaio, convenuti a Genova per l'occasione anche da altre città, ed il cui comportamento irresponsàbile nulla ha. che fare con 1 grandi motivi politici ed ideali per i quali la classe operaia e la città sono scese in lotta compatte ». I disordini sono cominciati nella tarda mattinata, quando già la città era paralizzata dallo sciopero generale. La partecipazione era stata unanime: ?io;i un solo negozio aveva alzato le saracinesche, non un solo ufficio aveva aperto i battenti. Alle 10,30, nei giardini di piazza Verdi, di fronte alla stazione Brignole, una folla di sei-settemila persone si era radunata intorno ad un palco per ascoltare i discorai dei segretari provinciali delle tre organizzazioni sindacali. Al termine del comizio, durato circa un'ora, i più s'erano allontanati: bisognava approfittare delle ultime corse dei mezzi pubblici, per i quali lo sciopero era stato limitato al-le prime tre ore del pome» ig- gio. E' stato allora che un cen-tinaio di dimostranti (nella maggior parte giovani) han-no bloccato le vie d'accesso apiazza Verdi, ammassandosi sulle carreggiate. La manovra ha provocato l'arresto di una imponente corrente di traffico: autovetture, autobus, autocarri sono rimasti fermi per più di un'ora e mezzo. Nel frattempo era stata bloccata anche piazza De Ferrari: un altro centinaio di dimostranti aveva formato un assembramento attorno alla vasca che fu l'epicentro dei fatti del giugno 1960. Inutili sono risultate le proteste de\ gli automobilisti e dei passeg- geri degli autobus ("«Siamo scioperanti anche noi, lasciateci passare»;. Alcune discussioni hanno minacciato di degenerare, ma il tempestivo intervento di pattuglie di polizia appiedate (inteso a placare gli animi) e valso a evitare incidenti. I due blocchi, in piazza Verdi e in piazza De Ferrari, sono stati tolti soltanto alle t3. I disordini sono ripresi un'ora dopo, sempre con una serie di blocchi lungo la direttrice piazza Verdi, via XX Settembre, piazza De Ferrari. All'angolo di via XX Settembre con via Fiume e accaduto uno degli episodi più gravi della giornata; un'ambulanza della Croce Verde (una «600» multipla targata GE 11,261,1,), che rien¬ trava in sede dall'ospedale di\San Martino, è stata fermata, chissà perche, da un gruppetto di dimostranti, i quali hanno cominciato a prenderla a calci, a sballottarla, a cercare di rovesciarla, senza neppur lasciare il tempo all'autista e ai tre militi di uscirne. La teppistica iniziativa è stata abbandonata solamente in seguito all'intervento di un funzionario di polizia. Episodi del genere si sono ripetuti a decine. Il primo scontro con la forza pubblica e i primi fermi si sono registrati alle 17,15 al quadrivio del Mercato dei fiori, in prossimità della stazione Brignole, occupato da noumeno di trecento dimostranti. Affrontati da una compagnia dei carabinieri, costoro sono stati lotti lacrimogeni. dispersi: per tenere sgombero l quadrivio è stato però necessario disporre lunglii cordoni di militi. Ma i disordini peggiori dovevano ancora venire. In via XX Settembre, al'altezza del ponte monumentale, ed in piazza De Ferrari, altri gruppi di dimostranti avevano formato una serie di minacciosi assembramenti, bloccando ancora una volta il traffico. Quando la situazione si è fatta insostenibile, la polizia ha ordinato ai dimostranti di disperdersi. Poiché l'ordine noti veniva eseguito, è stata compiuta una carica, che ha messo in fuga oltre trecento individui. Una parte di costoro è andata però ad asserragliarsi nei vicoli di un vecchio quartiere, a ridosso di piazza De Ferrari: fra via Petrarca e via Porta Soprano. Ed è qui che alle 18 i dimostranti si sono abbandonati ad una sorta di sistematica devastazione: piante di fiori rovinate, i cartelli di posteggio dell'Automobile Club fatti a pezzi, le insegne di una rivendita di giornali smantellate. Reparti di polizia e carabinieri, agli ordini del questore, dott. Giuseppe Ribizzi, si sono schierati in piazza De Ferrari, più volte ripetendo l'ordine di scioglimento. E' stato allora che una ventina di dimostranti, che evidentemente formava il «commando» di punta, s'è fatta avanti, sino ad una cinquantina di metri dai reparti, dando inizio alla prima sassaiola della giornata. Dopo i rituali tre squilli di tromba, è stata Ordinata la carica. La folla dei dimostranti è sembrata sciogliersi: in realtà, dopo essersi rifugiata nei vicoli, si è nuovamente ricomposta, riprendendo la sassaiola: in, questa occasione un funzionario e un agente soìio rimasti confusi, tre lampioni della illuminazione pubblica sono andati in frantumi. Questa volta le forze dell'ordine hanno reagito con altre cariche e con il lancio di cande- La «battaglia » è durata più di tre ore, talvolta frantumandosi in mischie nella vicina via San Lorenzo, dove i dimostranti avevano addirittura cercato di alzare delle barricate. Erano le 21 quando polizia e carabinieri hanno assunto in pieno il controllo della situazione. Filiberto Dani La folla dei dimostranti In piazza della Vittoria durante lo sciopero generale ieri a Genova (Telefoto A.P.)

Persone citate: Giuseppe Ribizzi, Verdi

Luoghi citati: Genova