Il «factoring»: una nuova tecnica per finanziare l'industria minore

Il «factoring»: una nuova tecnica per finanziare l'industria minore diffusa all'estero, ora è allo studio anche in Italia Il «factoring»: una nuova tecnica per finanziare l'industria minore Le aziende che hanno crediti da riscuotere (per forniture di merci o servizi, anche per esportazioni), possono cederli al «factor» - Viene coperto pure il rischio d'insolvenza dei debitori - Lo scopo è di fornire agli imprenditori la liquidità necessaria, al momento opportuno L'interesse degli operatori economici e degli studiosi italiani è stato richiamato recentemente da nuove tecniche di finanziamento delle Imprese, in grado di soddisfare la crescente varietà che presenta la domanda di capitali. Si tratta di operazioni più specializzate di quelle ricollegabili alle consuete distinzioni tra credito a breve e credito a medio-lungo termine, e che in alcuni paesi hanno raggiunto ormai una gamma così estesa da consentire agli operatori una scelta appropriata per ogni tipo di intervento finanziario. Tra queste, 11 < leasing» (locazione di macchine senza immobilizzo di capitali), già passato anche nel nostro paese dalla fase di studio a quella operativa, e, meno noto In Italia,, ma non meno importante, 11 « factoring >. Cos'è il € factoring >? Esso in sostanza è una sintesi di prestazione di servizi, di assicurazione del credito e di finanziamento. Il suo scopo principale è di aiutare 1 piccoli e medi imprenditori nella amministrazione e nell'incasso dei loro crediti, di garantire il buon esito di questi e di concedere eventualmente anticipi In attesa dei pagamenti. In pratica il « factor > provvede ad acquistare 1 crediti derivanti all'azienda da forniture di merci o da prestazioni di servizi e a curarne l'amministrazione e l'incasso senza il diritto di rivalsa (ovvero senza la possibilità di rivalersi sul cliente nel caso di mancato pagamento del credito). Ti? proprio la mancanza della rivalsa che caratterizza il < factoring > nei confronti della normale cessione del credito, mentre l'assunzione da parte del « factor > di ogni rischio derivante dall' insolvenza del debitore avvicina l'operazione alle forme di assicurazione finora poco sviluppate in Italia. Il pagamento del credito acquistato può avvenire in due modi: immediatamente alla cessione oppure alla scadenza del credito. In entrambi i casi, il c factor» ha diritto ad una provvigione sul valore netto dei crediti ceduti, che varia a seconda di diversi fattori (termini dì pagamento, volume d'affari, settore merceologico ecc.); nel primo caso — liquidazione anticipata del credito — ha ovviamente diritto ad un interesse variabile. Nata negli Stati Uniti, la nuova formula ha avuto rapidamente un successo notevole: il volume d'affari in America è passato dal 2,6 miliardi di dollari nel 1950 al 7,5 miliardi di dollari nel 1964. In Europa, la sua comparsa è molto recente: fece la sua apparizione in Gran Bretagna nel 1960. Negli anni successivi, il < factoring » si è esteso a quasi tutti i più importanti paesi dell'Europa Occidentale. Ci si può chiedere se la nuova, tecnica abbia buone possibilità di funzionare in Italia: credo che la risposta — ove non si cada nell'errore di considerare il < factoring» (come del rebto il < leasing») una panacea dei mali antichi e nuovi che affliggono la struttura finanziaria delle nostre imprese minori — possa essere positiva per alcuni validi motivi. Innanzitutto, nel nostro tessuto Industriale hanno grande importanza le medie e le piccole imprese che si trovano oggi ad affrontare intensi processi di espansione, per reggere una concorrenza che, sia per l'allargamento dei mercati sia per il meccanismo della concentrazione, sta diventando sempre più aspra; ora il « factoring » è uno strumento finanziario di grande elasticità che può adeguarsi quasi automaticamente all'andamento del giro di affari, aumentare la liquidità aziendale, favorire conseguentemente un più largo accesso al credito bancario a breve: sono stati fatti vari esempi a questo proposito, ipotizzando determinate situazioni delle partite correnti di un'azienda; per quanto tali ipotesi di studio abbiano spesso in pratica una validità assai dubbia, si può convenire che in genere il finanziamento del c factor », riducendo l'esposizione a breve verso il sistema bancario, ricrea le condizioni per una nuova concessione di fido. Inoltre il « factoring » può finanziare l'esportazione garantendo il credito relativo contro il rischio di insolvenza (come è noto, nel nostro Paese l'assicurazione statale non copre il rischio commerciale ma solo quello politico o catastrofico): questa possibilità è particolarmente interessante per l'industria piemontese tradizionalmente esportatrice Infine per la media azienda soprattutto individuale, la molteplicità e la complessività delle funzioni alle quali la ge¬ ssfrlpnemqpqcmhrpndqdi stione deve assolvere, costituiscono una difficoltà non indifferente; attraverso il « factoring ». l'impresa delega all'esterno una delle funzioni più delicate dell'organizzazione interna: l'amministrazione e l'incasso del credito commerciale. Vi sono imprese alle quali questa tecnica non può essere proficuamente applicata: sono quelle che possono vendere a contanti o a termini brevissimi di pagamento, quelle che hanno una clientela di tutto riposo, quelle che hanno una propria efficiente organizzazione per la riscossione dei crediti. Nonostante questi limiti e quelli derivanti dal problemi di costo tuttora aperti, e da probabili ostacoli di natura psicologica, il < factoring» ha una notevole versatilità d'impiego e ciò giustifica l'interesse che il sistema bancario italiano comincia a prestare alla nuova tecnica. Nerio Nesi Vice Presidente della Cassa di Risparmio di Torino

Persone citate: Nerio Nesi

Luoghi citati: America, Europa, Europa Occidentale, Gran Bretagna, Italia, Stati Uniti, Torino