Ancora occupato il biscottificio Pavesi mentre il prefetto tenta una mediazione

Ancora occupato il biscottificio Pavesi mentre il prefetto tenta una mediazione Seconda notte trascorsa nell'interno della fabbrica Ancora occupato il biscottificio Pavesi mentre il prefetto tenta una mediazione Lunghi colloqui in Prefettura del dott. Torrisi con i rappresentanti degli industriali e dei lavoratori - L'azienda è pronta a riprendere il lavoro a condizione che le maestranze attuino forme di sciopero non illegali - I sindacalisti forniscono assicurazioni; insistono per un incontro con la direzione per l'esame di alcuni problemi aziendali - Stamane comizio davanti allo stabilimento (Dal nostro inviato speciale) Novara, 30 settembre. L'occupazione della Pavesi continua. Alcune decine di dipendenti, su circa 800 lavoratori del biscottificio, trascorreranno un'altra notte nei reparti. 1 dirigenti hanno abbandonato l'azienda. Il prefetto dott. Torrisi, assistito dal direttore dell'Ufficio del lavoro dottor Crea, ha avuto oggi incontri] con i sindacalisti e con i rap-\ presentanti dell'Unione Industriale. Questo tentativo di mediazione non ha avuto un immediato esito positivo. Non è escluso perù che abbia determinato un primo avvicinamento tra le parti, in modo da porre le premesse per una rapida conclusione della grave vertenza. La giornata di domaìli dovrebbe essere decisiva. Almeno, questa è l'impressione che si ha al termine dei colloqui e degli incontri conclusi questa sera alle 21,30. 1 sindacalisti avevano fissato tre punti: 1) riapertura della fabbrica da lunedi prossimo, con impegno della direzione di rivedere i ritmi di lavorazione; 2) impegno dei sindacati di condurre l'agitazione in modo onesto e nei termini di legge; 3) ripresa al più presto delle trattative per le questioni aziendali. La delegazione industriale (dott. Orlando, direttore dell'Unione Industriale e dott. Tronconi, dirigente della Pavesi) ha risposto: 1) condizione essenziale perché l'azienda sia in grado di riprendere la produzione è che sia ripristinata la proprietà, che cioè cessi l'occupazione; 2) la ditta è disposta a riprendere l'attività, dopo una ricognizione per constatare l'efficienza degli impianti, a condizione che le organizzazioni sindacali e la commissione interna si impegnino, per l'avvenire, ad at- tuare forme di agitazione legittime. Come si vede, sindacalisti e industriali dicono le stesse cose sulla riapertura immediata della fabbrica e circa le eventuali agitazioni future. Resta il terzo punto. La delegazione industriale ha respinto ogni possibilità di accordo azien¬ dale che sia una anticipazione del contratto na tonale, attualmente in discussione tra le parti. I sindacalisti insistono per un incontro, per l'esame di questioni aziendali che riguardano l'applicazione del contratto in vigore (citano, in particolare, la revisione delle qualifiche, l'analisi dei cottimi, la modifica dei ritmi di lavoro). Cioè, non si parla più di « contratto aziendale di acconto sul contratto nazionale », ma di questioni di fabbrica che si riferiscono al contratto in vigore. Su queste basi, un incontro fra le parti non è da escludersi. Domattina verso le 9 i dirigenti sindacali terranno un comizio davanti alla fabbrica per riferire alle maestranze. Nel frattempo proseguirà ufficiosamente l'opera di mediazione avviata dal prefetto. l'episodio della Pavesi si inquadra nella vertenza per il rinnovo del contratto dei dolciari. Le trattative sono aperte da quasi un anno. Sul piano nazionale si sono già avute una ventina di giornate di sciopero. Alla Pavesi l'agitazione si ò inasprita nelle ultime settimane. Agli scioperi nazionali si sono sommati scioperi aziendali per cui in settembre le maestranze hanno lavorato 5 giorni e scioperato 1S. Da lunedì scorso sono cominciate sospensioni del lavoro articolate: quattro ore di lavoro e quattro di sciopero. Martedì c mercoledì si sono avute interruzioni improvvise del lavoro. L'azienda dice: « In questo modo si rendeva impossibile la produzione con deterioramento delle materie prime ». Affermano i sindacati: « Lo sciopero articolato era una cosa. Le fermate improvvise sono dovute al fatto che l'azienda, per ricuperare le ore di sciopero, aumentava i ritmi di produzione e le maestranze erano costrette a pause, perché non ce la facevano più ». Però i dirigenti della Pavesi smentiscono recisamente «di aver aumentato i ritmi ». E' una polemica marginale, già superata con i chiarimenti die industriali e sindacalisti hanno fornito oggi al Prefetto. Resta il problema della ricerca di un compromesso che consenta la ripresa della produzione. Infine c'è la questione — che riguarda tutti i dolciari italiani — del rinnovo del contratto. Alla Pavesi circa l'80 per cento delle maestranze è costitutito da donne. In base al contratto l'orario è di 1,5 ore settimanali e le retribuzioni lorde, esclusi gli assegni familiari, oscillano da 50 a 55 mila, lire mensili per le donne e da 95 a 100 mila per gli uomini. In sede di trattative per il contratto nazionale i sindacati hanno chiesto: aumento del lì per cento sui minimi; contrattazione dei cottimi, dei premi e delle qualifiche nelle singole aziende; riconoscimento dei diritti sindacali; riduzione dell'orario attuale di lavoro da 1,5 a 1,2 ore settimanali. Gli industriali dolciari hanno dichiarato clic il settore, nelle condizioni in cui si trova, non potrebbe sopportare gli oneri che ne deriverebbero. Hanno avanzato controproposte respinte dai sindacati. Sergio Devecchi Le operaie della Pavesi di Novara continuano l'occupazione della fabbrica (Moisio)

Persone citate: Moisio, Sergio Devecchi, Torrisi, Tronconi

Luoghi citati: Novara