Gaetano Mosca e la scienza politica di Gaetano Mosca
Gaetano Mosca e la scienza politica La teoria delle classi dirigenti Gaetano Mosca e la scienza politica Nella collana « Universale » degli Editori Laterza sono stati ora raccolti i capitoli più importanti e significativi degli Elementi dì scienza politica di Gaetano Mosca, lo studioso siciliano che a buon diritto può venir considerato il fondatore della moderna scienza politica in Italia. La raccolta appare con il rinnovato titolo La classe politica che richiama felicemente quella che fu la teoria scientifica di maggior rilievo del Mosca. Norberto Bobbio, curatore dell'edizione, vi ha premesso una lucida introduzione che inquadra assai bene la figura e l'opera dell'autore nel campo della sociologia politica. Gli Elementi, il capolavoro di Mosca che risale nella prima edizione al 1896 e fu poi arricchito nel 1923 di una seconda parte interamente nuova, è ormai un'opera classica tra i cultori di scienze sociali, come attesta la sua crescente fortuna soprattutto in America e in Germania. Già il Croce, nel 1923, raccomandava lo studio attento del libro e sottolineava l'ufficio essenziale che il concetto di classe politica ha per l'interpretazione della storia e per l'educazione politica di tutti i tempi. La teoria della classe politica, così la compendiò il Mosca stesso in poche parole: « ...In tutte le società, a cominciare da quelle più mediocremente sviluppate e che sono appena arrivate ai primordi della civiltà, fino alle più colte e più forti, esìstono due classi di persone: quella dei governanti e l'altra dei governati. La prima, che è sempre la meno numerosa, adempie a tutte te funzioni politiche, monopolizza il potere e gode i vantaggi che ad esso sono uniti; mentre la seconda, più numerosa, è diretta e regolata dalla prima in modo più o meno legale, ovvero più o meno arbitrario e violento, e ad essa fornisce, almeno apparentemente, i mezzi materiali di sussistenza e quelli che alla vitalità dell'organismo politico sono necessari ». Gaetano Mosca fu conservatore tenace e intransigente e fu uomo di tendenze aristocratiche. Come Croce, fu un liberale che guardava con diffidenza la democrazia. Ma la teoria della classe politica non è una teoria conservatrice e neppure può dirsi una ideologia aristocratica. E', invece, come già asserì Croce e ribadisce il Bobbio, una schietta teoria scientifica. Non si può contestare il fatto che in ogni sistema sociale le minoranze guidino e le maggioranze siano guidate e, non di raro, manovrate 0 manipolate. I fatti sono oggetto di scienza e non sono conservatori o progressivi. La lotta di una classe politica per divenire classe dirigente e porsi al vertice della pirami de sociale può essere più o me no aspra. Secondo le epoche e le circostanze, variano i requi siti che il gruppo egemonico deve possedere per affermarsi nella lotta per la preminenza Le qualità che assicurano la preminenza possono essere il valore guerriero, la ricchezza il sacerdozio o altri fattori, ma 1 governi sono tutti e sempre nelle mani di minoranze orga nizzate, e non già di uno solo o di tutti. Tutti i regimi, s guardar bene, sono aristocrazie Ciò che varia è il tipo di aristocrazia. E l'aristocrazia preferibile e, beninteso, quella dell'ingegno, della cultura e dei meriti. La classe dirigente dà un fondamento al proprio potere, gli conferisce una base morale e legale, attraverso il principio che Mosca definì « formula politica ». Per organizzare e consolidare la legittimità del potere occorre, infatti, promuovere quelle che oggi vengono dette « tecniche del consenso », occorre cioè che la classe diri gente sia sorretta da un sistema di credenze che conforta no con il prestigio e l'ossequio l'esercizio stesso del potere. i La «formula politica» di| Mosca anticipa quei processi di razionalizzazione degli elemen ti non logici della vita sociale, cvcpètmM—zzcfvpvnfptacictocpctmgCgcsIn1tDle che Pareto chiamò poi « deri¬ vazioni ». Dal fatto che ogni classe politica ricorre a un suo principio di legittimazione non è tuttavia lecito arguire che tutti i governi siano ugualmente lodevoli. « // realismo di Mosca — ha osservato Bobbio — non coincide con la riduzione della politica a mera forza; ma non coincide neppure con un atteggiamento di indifferenza etica di fronte alle diverse forme di organizzazione politica, non ha niente a che vedere con il disgusto parctìano di fronte all'incorreggibile follia degli uomini ». Conservatore, aristocratico, pessimista, avversario disincantato di ogni illusione ottimistica, il Mosca fu certamente. Ma in lui prevalse sempre, più ancora che in Pareto, lo scienziato sull'ideologo. Non è un caso che la sua teoria della classe politica sia uno strumento concettuale valido per scrittori di tendenza politica opposta, come avviene, ad esempio, per gli americani J. Burnham e C. Wright Mills, entrambi seguaci e ammiratori di Mosca. La sua lunga vita attesta una costante fedeltà all'etica della scienza e ai principi liberali. Insegnò con grande dignità nell'Università di Torino dal 1896 al 1923, anno in cui si trasferì come docente a Roma. Deputato nella XXIII e XXIV legislatura dal 1909 al 1919, fu senatore dal 1919 e sottosegretario alle Colonie nel ministero Salandra dal 1914 al 1916. Dopo aver contrastato coraggiosamente, nel dicembre 1925, il disegno di legge sulle prerogative del capo de! governo, si ritirò dalla vita politica e si dedicò esclusivamente agli studi. A Roma morì nel 1941, in età di 83 anni. Per molti aspetti la sua opera e quella di un precursore e di un fondatore. Sgombrò il metodo positivistico da invecchiati residui di metafisica materialistica o naturalistica, liquidando con fredda e documentata intelligenza i deleteri pregiudizi del clima e della razza quali fattori determinanti dei processi storici. Dotato di vastissima preparazione storica, studioso geniale di tutte le istituzioni giuridiche e sociali dei vari popoli, fu un vero precursore, a mio avviso, della moderna antropologia culturale. E va considerato, inoltre, uno dei fondatori della scienza politica per aver sostituito, come ha precisato acutamente Bobbio, al concetto alquanto astratto di Stato quello storicamente più concreto di classe politica che detiene c legittima, con le tecniche più varie del consenso, il proprio potere. Remo Cantoni GAETANO MOSCA: La classe politica - Ed. Laterza, 334 pag.. 900 lire.
Persone citate: Bobbio, Gaetano Mosca, J. Burnham, Norberto Bobbio, Remo Cantoni, Wright Mills
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