Riaperto a Vienna il pro tesso all'ex-collaboratore di Eichmann
Riaperto a Vienna il pro tesso all'ex-collaboratore di Eichmann Riaperto a Vienna il pro tesso all'ex-collaboratore di Eichmann Franz Novak, 53 anni, organizzò i convogli che portarono alla morte 400 mila ebrei In primo grado fu condannato a 8 anni - L'imputato afferma: « Ignoravo la sorte che li attendeva» - Il pubblico urla: «Basta con questa farsa! Tutti sapevano» (Dal nostro corrispondente) Vienna, 26 settembre. «Non mi ritengo colpevole in alcun caso, non ho mai organizzato convogli di prigionieri destinati alle camere a gas, né /io mai spedito personalmente nessuno a Auschwitz o altrove. Tutte le imputazioni sollevate, contro di me sono montate, artificialmente per mettermi in cattiva luce ». L'ex collaboratore di Eichmann, Franz Novak, capitano delle SS, comparso nuovamente que sta mattina dinanzi al giudice di Vienna per rispondere di collaborazione nello sterminio di 400 mila ebrei, insiste spavaldamente e con irritante in solenza sulla tesi, già sostenu ta al primo processo, della sua assoluta innocenza. Due anni fa questa stessa Corte lo con dannò a otto anni di reclusio ne dopo averlo riconosciuto colpevole di «atti di violenza commessi dolosamente ». Il pubblico accusatore ritenendo la pena troppo mite per le col pe ampiamente dimostrate nel dibattimento processuale,-fece ricorso in appello chiedendo la riapertura dei processo: «No vak ha organizzato ì convogli che trasportavano i prigionieri da Budapest verso i Lager polacchi, dove a centinaia di migliaia sono finiti nelle carne re a gas. Il reato di collabora zione al massacro va punito alla stessa stregua del massacro diretto, con l'ergastolo ». Dal canto suo il difensore inoltrò ricorso sostenendo che la condanna era troppo grave: «Novak è, colpevole unicamente di qualche malvagità. Novak ha passato due anni in carcere e tre in stato di segregazione preventiva ma non ha mutato il suo punto di vista. Con la stessa tracotanza l'ex capitano, che ha 53 anni, sostiene non soltanto di non avere mai curato personalmente l'organizzazione dei convogli ma di non avere mai saputo che i prigionieri avviati in Polonia finissero nelle camere a gas: «Credevo fermamente che venissero avviati al campi di lavoro ». Presidente — Come può affermare una cosa simile? Nella sua posizione di ufficiale delle SS doveva sapere ciò che avveniva nei campi di Auschwitz, Mauthausen, Majdanek. Imputato — No, non sapevo assolutamente nulla. Soltanto dopo la fine della guerra ho sentito parlare di uccisioni, ma allora lo ignoravo! Nell'aula gremita di pubblico queste sue affermazioni sono state accolte da grida di «Schwein (porco). Tutti sapevano, solo lui non era al corrente» e di « E' ora di finirla con queste farse atroci. So?w tutti innocenti questi criminali?». Dopo avere ristabilito l'ordine il presidente ha chiesto a Novak che cosa faceva esattamente alla direzione dello smistamento treni che dipendevano direttamente dal comando della Gestapo di Budapest. « Cercavo di raccogliere i convogli e di mettere insieme i trasporti militari. Dovevo solo organizzare il servizio e in/or mare i superiori sugli orari delle partenze e degli arrivi, niente altro », ha risposto. «Perché — lo interrompe il presidente — i suoi superiori non sapevano leggere gli orari dei treni da soli? ». « Erano convogli speciali », ribatte piccato Novak. Il processo riprenderà domattina e durerà 8 giorni. b. t. gngnosmmcFS Il criminale Novak ieri in aula a Vienna (Tel. Ansa)
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